di Aicha Sawadogo
Per vivere il futuro con consapevolezza non bisogna dimenticare il passato, il quale, spesso, non è noiso ma ricco di spunti, di ideali che sono eterni, basta solo riscoprirli.
La parola Risorgimento vi scatena un attacco di sonno? Vi sbagliate! Una visita al museo del Risorgimento a Milano vi sorprenderebbe.
In poche parole è un’esperienza davvero emozionante, non solo per gli amanti della storia o dell’arte, e presenta due vantaggi: è un museo vicino alla nostra zona (facilmente raggiungibile anche con l’aiuto dei mezzi pubblici), e dal 2018 l’ingresso è diventato gratuito… una ragione in più per andarlo andarlo a visitare!
Poche parole per inquadrarlo: nato nel 1885, dal 1951 il museo ha sede nel settecentesco palazzo Moriggia (in via Borgonuovo, 23 a Milano), progettato nel 1775 dal grande architetto Giuseppe Piermarini (quello della Scala, tanto per capirci); fu donato al Comune di Milano dalla moglie del celebre naturalista Marco De Marchi e in quell'occasione fu destinato a sede museale.
Il museo colleziona stampe, dipinti, sculture, disegni, armi e cimeli riguardanti il periodo della storia italiana compreso tra la prima campagna di Napoleone Bonaparte in Italia e l'annessione di Roma al Regno d'Italia. Riallestito nella primavera del 2009, conserva alcune delle opere maggiormente significative del Risorgimento italiano, documentando in modo esemplare i principali avvenimenti che condussero all’unità d’Italia e i più significativi esponenti della pittura storica italiana ottocentesca.
Il percorso espositivo è progettato in modo tale da seguire l'ordine cronologico degli eventi: entrando nella prima sala veniamo accolti da sculture e cimeli come le divise e le armi utilizzate nella prima campagna d'Italia di Napoleone, ed è anche possibile ammirare uno degli stendardi originali della Legione Lombarda Cacciatori a cavallo. La raccolta prosegue con reperti collegati alla Restaurazione, alle Cinque Giornate di Milano, alla Repubblica Romana del 1849 e alla seconda e terza guerra d’Indipendenza.
Ad esempio, per quanto riguarda le Cinque Giornate di Milano nell'edificio è esposto il tricolore originale che sventolò sul Duomo il 20 marzo 1848, e per ricordare la Repubblica Romana in una delle quattordici sale è appesa una delle bandiere tricolori originali che vennero utilizzate durante l'esistenza di questo Stato repubblicano e che riporta la scritta "Dio e popolo", ormai sbiadita dal passare dei secoli. Guardandole si pensa a quante persone hanno sofferto e lottato per conseguire gli ideali di libertà e di nazione, che oggi ci sembrano tanto scontati.
Sala dopo sala si inizia a capire sempre meglio la storia del nostro paese e
di fronte alle varie opere è difficile non rimanere stupiti e a bocca aperta ad ammirare ogni singolo dettaglio e a perdersi nei propri pensieri ragionando su quanta storia, fatta da uomini e donne valorose, ci sta passando sotto gli occhi.
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