di Francesco Sinigaglia
Forse non ci avete mai pensato, ma l’idea di un'Europa unita ha attraversato secoli e secoli di storia. Popoli, lingue e tradizioni diverse sono da sempre state unite da un sottile ma robusto filo, che va dal Portogallo all’Ucraina, dall’estremo nord della Finlandia alla nostra Sicilia, un filo che lega gli europei fin dalle antiche civiltà.
L’Impero Romano è certamente il più famoso e importante esempio di questa unione, che tuttavia portava in sé i limiti del suo tempo. I popoli erano sottomessi ad un'unica legge, che non si basava su valori di libertà e democrazia ma, all’opposto, su autoritarismo e oppressione. Tuttavia, da allora questo concetto di unione non è mai stato abbandonato. Si sono susseguiti imperatori (ad esempio Carlo Magno), re e signorie, tutti con una stessa idea, uno stesso sogno: essere i padroni di un unico regno. Inoltre, da un punto di vista culturale, i Paesi europei hanno avuto in comune la religione cristiana e alcuni momenti artistici, come ad esempio il Romanico o il Tardo Gotico, o filosofici, come l'Illuminismo. Diverse lingue con un patrimonio culturale comune.
Un passo importante fu nel XVIII secolo, proprio con l’avvento dell’Illuminismo. Filosofi come Rousseau, Voltare e Kant, guidati dallo stesso sogno di unità, immaginarono un continente che potesse garantire la pace e la libertà ad ogni uomo e donna, perché essi potessero finalmente sentirsi “cittadini del mondo”. È l’inizio di un lungo percorso che, anche nei momenti più bui della storia europea, non smetterà mai completamente di brillare.
I secoli che seguirono furono decenni di progresso e innovazioni, ma anche di divisioni e tensioni. I nazionalismi crebbero in ogni Paese e vennero portati avanti da varie correnti artistiche, in primis il Romanticismo. Si guarda all’identità nazionale e alle tradizioni come un tesoro da proteggere ed esaltare, a volte sminuendo le altre culture. Si pianta in Europa il seme del nazionalismo, che porterà a separazioni, odio e guerre atroci. Soltanto dopo la fine della Seconda guerra mondiale, si vedrà l’integrazione europea come l’antidoto ai nazionalismi estremi che avevano devastato i nostri popoli.
Nel 1948 si crea il Movimento Europeo Internazionale, che porterà alla fondazione dell’Unione Europea come la conosciamo oggi.
La prima unione doganale fra Paesi europei, la cosiddetta “Comunità economica europea” (CEE), fu istituita con il Trattato di Roma, nel 1957, firmato da Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Germania occidentale. Questi sei Paesi sono il nucleo fondante di un’organizzazione che si amplierà sempre di più negli anni. La svolta però, arriva nel 1992, con il Trattato di Maastricht, in cui si gettano le basi della Comunità europea, promuovendo un’unione economica, sociale, politica e culturale. In questo trattato sono istituiti i “tre pilastri dell’Unione Europea”: l’instaurazione di un mercato comune, con un’unione economica e monetaria, la costruzione di una politica estera e di sicurezza comune e la cooperazione di giustizia e affari interni in materia penale. Nel 2009 i tre pilastri vengono unificati attraverso il Trattato di Lisbona e si istituisce la contemporanea Unione Europea, che ad oggi conta 27 Stati membri. Se è stata raggiunta l'unione economica e monetaria (già di per sé difficile da attuare), si sono fatti grandi passi avanti riguardo gli affari interni promuovendo leggi comunitarie e favorendo l'integrazione culturale; purtroppo siamo ancora lontani dall'avere una politica estera davvero comune e l'organizzazione di un esercito europeo che possa favorire la sicurezza.
Il cammino per la realizzazione di questo importante progetto europeo è stato, come si è visto, lungo e pieno di difficoltà e ancora oggi non si può dire concluso, ma i traguardi raggiunti ci fanno sperare e pensare ancora al futuro di questa unione.
L’UE porta in sé i sogni e le idee dell’Illuminismo insieme a quelle del Romanticismo. Degli Stati che non vogliono più dividersi o sopraffarsi a vicenda, ma che cercano di rimanere uniti, in tutti gli ambiti sociali, senza sradicare le proprie tradizioni e radici culturali, ma valorizzandole e apprezzandole, nel pieno rispetto di ogni popolo.
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