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Ortoressia e diet-culture: quando mangiare sano non è più sano

di Gloria Schillaci


Molti conoscono il significato del termine ‘DCA’ (disturbo del comportamento alimentare), ma pochi sanno che i disturbi alimentari non sono solamente anoressia, bulimia e obesità. Poche persone, ad esempio, sanno che l’anoressia è suddivisa in due rami: anoressia atipica e anoressia nervosa. L’argomento è molto complesso, e nella varietà di disturbi del comportamento alimentare troviamo anche l’ortoressia.

Ma che cos’è? Si tratta di un disturbo in cui una persona è fissata e ossessionata da un’alimentazione e uno stile di vita sono tanto da arrivare a danneggiare il proprio corpo. Chi ne soffre manifesta anche un complesso di superiorità basato sul cibo che lo porta a disprezzare chi non ha il suo stesso stile di vita.

Secondo i dati rilasciati dal Ministero della Salute riguardante i disturbi alimentari, coloro che sono affetti da ortoressia sono circa 300mila, con una prevalenza maggiore negli uomini.

C’è un motivo ben preciso per cui l’incidenza è maggiore negli uomini ed è dato da stereotipi culturali, ormai ben radicati nella nostra società, legati alla forma fisica maschile. Da questi stereotipi nasce una preoccupazione per il proprio corpo ritenuto insufficientemente muscoloso che prende il nome di vigoressia; essa, oltre ad essere strettamente collegata con l’ortoressia, è anche una delle cause.


Uno di principali fattori scatenanti l’ortoressia è il fenomeno della diet-culture, un insieme di valori e di credenze che sottolineano la differenza tra stili di vita ritenuti sani e stili di vita ritenuti non salutari. La caratteristica principale della diet-culture è l’esaltazione dell’ideale di magrezza, secondo cui essere magri, in questo caso sottopeso, è sinonimo di bellezza e splendore, e invece essere sovrappeso è sinonimo di bruttezza. In questa cultura, così come nei disturbi alimentari, viene associato un valore morale al cibo, che spesso viene accompagnato dagli aggettivi ‘buono’ e ‘cattivo’; i cibi considerati salutari vengono definiti buoni, mentre invece vengono condannati i cibi che vengono definiti non salutari. In realtà, ogni cibo non è salutare se mangiato in grandi quantità e troppo spesso.

Una caratteristica dei disturbi alimentari, e quindi anche dell’ortoressia, è demonizzare intere categorie di alimenti: ad esempio carboidrati, zuccheri e grassi.

Si può capire se una persona soffre di ortoressia? No, non si può capire se una persona in un determinato momento della sua vita ne stia soffrendo, tuttavia sono presenti delle ‘red flags’, ovvero dei segnali, che possono aiutare a capire se una persona sta andando incontro a questo disturbo alimentare.

Queste red flags sono il compulsivo controllo della lista degli ingredienti e delle etichette su cui sono scritti i valori nutrizionali, un insolito interesse nello stile di vita e nella salute delle altre persone, ad esempio vengono frequentemente fatte domande riguardo al peso, al cibo e alla quantità e al tipo di esercizio fisico svolto; chi ne soffre passa almeno 3 ore al giorno a pensare a quale cibo possa mangiare, a come servirlo e come cuocerlo in modo da renderlo il più sano possibile; queste persone, inoltre, pianificano i pasti con largo anticipo in modo da evitare cibi ad alto contenuto calorico, di grassi, di zuccheri e di carboidrati.

Un ultimo segnale di questo disturbo è l’isolamento sociale; spesso infatti è l’esito di una scelta di vita che non può essere condivisa da chi non ha le stesse abitudini, portando chi ne soffre a evitare momenti in cui si condivide cibo con i propri amici o familiari.

Chi soffre di ortoressia, perciò, cerca di controllare la propria vita per renderla il più sana possibile, ma il rischio è di perdere il controllo fino ad autodanneggiarsi. Come in tutti i campi del vivere umano, gli estremi sono sempre sbagliati. Scegliere cibi sani, possibilmente biologici, non esagerare con i grassi, non eccedere con la quantità di cibo, è corretto per una sana ed equilibrata dieta, pensare a tutto ciò in modo ossessivo è un segnale che ci fa capire che stiamo intraprendendo una via sbagliata per la nostra salute.

I sintomi fisici di questo disturbo sono simili a quelli dell’anoressia: bassa temperatura corporea, perdita eccessiva di peso, perdita di capelli e di unghie, problemi allo stomaco e costipazione.

La cura dell’ortoressia non è mai semplice, perché il soggetto, come accade anche negli altri disturbi alimentari, rifiuta di farsi curare e anzi, non riconosce nemmeno di essere malato.

Quindi, come si può curare questa malattia? Innanzitutto per curarla è necessario che chi ne è affetto ristabilisca un rapporto pacifico con il proprio corpo, affinché non si privi di alcun tipo di alimento; per ristabilire questo rapporto è necessaria una squadra composta da psicoterapeuti, medici e dietisti, ed è ovviamente necessario il supporto di amici e famiglia.


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