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Nel nostro cervello ci sono le microplastiche!

Immagine del redattore: Il Foglio di Villa GreppiIl Foglio di Villa Greppi

LO 0,5% DEL NOSTRO CERVELLO E’ COMPOSTO DA MICROPLASTICHE

di Alexandra Toso


Le microplastiche sono tra le emergenze più gravi del nostro secolo: si stima, infatti, che ci siano 24mila miliardi di microplastiche solo sulla superficie degli oceani del mondo, 500 volte più numerose di tutte le stelle della nostra galassia! Invadono suolo, acqua e aria ogni giorno di più, arrivando perfino nel nostro organismo.  

Ma dove si originano queste particelle? Tutte le plastiche, da quelle che riempiono le strade e le discariche a quelle utilizzate per la produzione di pneumatici, alla fine si degradano. Bottigliette dell'acqua, sacchetti di patatine, carte di caramelle, capi in nylon o poliestere… Quello che ne risulta è la formazione di particelle microscopiche, chiamate microplastiche se di dimensioni inferiori ai 5 mm o nanoplastiche se ancora più piccole. Le nanoplastiche, avendo un diametro inferiore ai 100 nm, sono più piccole delle nostre stesse cellule, quindi invisibili ad occhio nudo e molto pericolose per il nostro organismo.   Le microplastiche (Mnp) si dividono in primarie e secondarie in base alla loro origine.  Le primarie rappresentano fino quasi un terzo delle microplastiche presenti nell’oceano e, anche se non ce ne accorgiamo, siamo noi nella normalità a produrle in maggior scala, con i nostri gesti quotidiani: la loro fonte principale è il lavaggio di capi sintetici (35%), poi l’abrasione degli pneumatici durante la guida (28%) e il loro inserimento volontario da parte dei brand nei prodotti per la cura del corpo, come i siliconi o le microparticelle degli scrub facciali. Per esempio i siliconi dei cosmetici e i prodotti per il corpo con risciacquo producono l’8% delle microplastiche introdotte ogni anno sul pianeta. Le microplastiche secondarie, invece, derivano dalla degradazione degli oggetti di plastica più grandi, come buste di plastica, bottiglie o reti da pesca, e rappresentano fino all’81% delle microplastiche presenti nell’oceano.  

Ecco altri  dati incredibili e spaventosi.  

Uno studio recente ha verificato che l’inquinamento da microplastiche potrebbe portare sulla soglia della carestia 400 milioni di persone in più nei prossimi 20 anni, “spegnendo” la capacità produttiva delle piante. I frammenti con un diametro minore di quei famosi 5mm, infatti, sono in grado di ridurre la fotosintesi fino al 12%.  Il 73% delle microplastiche viene prodotto dal trasporto in automobili e moto, quindi solo il 23% di esse proviene dalle industrie.  

Si potrebbero elencare migliaia di altri studi come questi che ci aprono gli occhi su come la diffusione delle Mnp nell’ambiente marino e terrestre ci metta davvero in pericolo, più di quanto sembri: ogni settimana possiamo ingerirne oltre 5 grammi (l’equivalente di una carta di credito) attraverso aria, acqua, frutta, verdura, pesci e molluschi, soprattutto quelli che si mangiano interi. Non possiamo più evitare la realtà di essere invasi da questi microscopici frammenti, presenti anche nella aree più “incontaminate” del pianeta perché trasportati dal vento e dalle correnti marine: essi hanno un impatto troppo pesante e importante sulle nostre vite. Le microplastiche e le nanoplastiche sono state ritrovate nelle feci umane (anche quelle dei bambini), nella placenta, nel sangue e nelle aree profonde dei polmoni.  

Come possono arrivare fino a lì? Cosa comportano? Le Mnp hanno la capacità di assorbire i contaminanti ambientali, come metalli pesanti o pesticidi, per poi rilasciarli negli organismi che le ingeriscono insieme alle sostanze che le compongono ( ftalati e ritardanti di fiamma).  Gli studi sugli effetti che le Mnp possono avere sulla salute umana sono ancora molto incerti, siccome la loro presenza andrebbe monitorata nel corso della vita, ma è certo che le nanoplastiche siano correlate con molte malattie cardiovascolari e, spesso, con ictus e ischemie.  

Uno studioso dell’Università di New Mexico, Matthew Campen, ha analizzato la presenza di nano e microplastiche in 91 soggetti, dimostrando che nei campioni di cervello c'era una quantità da 10 a 20 volte maggiore di Mnp rispetto agli altri organi. In particolare 24 campioni di cervello raccolti quest'anno contenevano lo 0,5% di plastica in peso, paragonabile ad un cucchiaino intero. In pratica il cervello è "uno dei tessuti più inquinati dalla plastica mai campionati" ha detto il professore Un altro studio, presentato al Festival italiano della Salute Planetaria di Verona, evidenzia come le concentrazioni più elevate di Mnp sono state riscontrate in organi vitali, come il cervello, la placenta e l'albero cardiovascolare. Anche questo ha riscontrato alte concentrazioni nel cervello, quindi, pari a un terzo di una bottiglia di plastica da 1,5 litri nel cervello adulto medio, che è il 50% in più di microplastiche nel 2024 rispetto a studi su campioni fatti nel 2016, una indicazione in linea con l'aumento di microplastiche in ambiente nell'ultimo decennio.  

Le quantità di plastica e microplastica con cui bombardiamo il pianeta sono solo destinate ad aumentare. Non solo soffochiamo la natura, ma la nostra stessa specie: le nostre coltivazioni, l’acqua che beviamo, il suolo nel quale coltiviamo il nostro cibo e la nostra aria sono invase da microplastiche. Il nostro corpo lo è. Bastano semplici azioni per diminuire le microplastiche e i danni che esse apportano alla nostra vita, ma per qualche motivo ci sembrano irrealizzabili. Evitare di scaldare le pietanze imballate con plastica in microonde, evitare le bustine di tè confezionate con la plastica, non comprare dalla fast fashion e così via. Inoltre, ogni volta che avvitiamo e svitiamo un tappo di plastica produciamo microplastiche e le beviamo: meglio trasferire l'acqua in caraffe di vetro o in bottiglie di metallo. Per poter apportare questi cambiamenti, infine, la prima cosa che possiamo fare è essere informati e consapevoli. Per farlo fin da subito, consiglio fortemente di leggere la pagina di WWF linkata alla fine dell’articolo; elenca ben 33 indicazioni concrete per ridurre la microplastica nella nostra vita.  

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