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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

LA TRAGEDIA DEI GHIACCIAI

di Edoardo Gatti


Lo Stato di Uttarakhand, nel nord dell'India, è stato colpito da una grande inondazione, concernente i fiumi Alaknanda e Dhauliganga, che ha distrutto due centrali idroelettriche in costruzione e le loro dighe. Nel disastro, causato dal crollo di un ghiacciaio dell'Himalaya, sono morte 9 persone, 125 sono disperse, anche se si parla di numeri ancor più elevati. Il problema della sopravvivenza dei ghiacciai, purtroppo, è presente in tutto il mondo, soprattutto nel nostro Paese, i cui ghiacciai si stanno notevolmente ritirando: ma quali sono le conseguenze?

UNA STRAGE ANNUNCIATA

L'Uttarakhand fu esposta a questo genere di disastri ambientali già nel 2013, quando 6.000 persone persero la vita nella strage definita ''lo tsunami himalyano'', una serie di alluvioni e frane causate da violenti monsoni. Il disastro più recente è come se fosse stata messa in preventivo dagli studiosi, che da tempo affermano che il preoccupante scioglimento, a grande velocità, dei ghiacciai dell'Himalaya, a causa del riscaldamento globale, erano una calamità. Inoltre, la strage è avvenuta in un'area dove numerose dighe elettriche sono state costruite, nonostante sia stato sconsigliato a causa della fragilità del territorio.

LA SITUAZIONE DEI GHIACCIAI IN ITALIA

L'accordo di Parigi, stipulato nel 2015, impegna tutti i Paesi a ridurre le proprie emissioni di gas serra, ma, visto il disastro già citato, possiamo affermare che la temperatura a livello globale sia in continua crescita con il conseguente scioglimento dei ghiacciai. Il fenomeno è provocato dalle attività dell'uomo, come l'immissione in atmosfera di gas serra e altre sostanze inquinanti: una situazione che riguarda in maniera tragica anche l'Italia. I nostri ghiacciai sono sempre più soggetti a un decremento costante, diventando sempre più sottili, fragili e inquinati. Continuando così, alla fine del secolo i ghiacciai italiani saranno ridotti dell'80%.


Ghiacciaio dell'Adamello

GHIACCIAI ITALIANI A MAGGIOR RISCHIO SCIOGLIMENTO: UNA SITUAZIONE TRAGICA

Ben sette ghiacciai sono esposti a maggiori rischi scioglimento: i ghiacciai del Miage, in Valle d'Aosta, negli ultimi 30 anni ha subito un arretramento di circa 1 metro l'anno. Altrettanto tragica è la situazione dei 5 ghiacciai del Monte Rosa, che mostrano, al posto del mare di ghiaccio, un deserto di sassi e rocce. In Valtellina, il ghiacciaio di Sforzellina ha visto una riduzione di 2 chilometri in 150 anni, mentre il Forni è passato da una superficie di 13,2 chilometri a una di 11 (chi conosce questi ghiacciai vede la differenza tra ora e qualche anno fa con chiarezza!). Preoccupante lo stato rivelato da un'Università di Padova alla Marmolada, il cui ghiacciaio ha subito un arretramento del suo volume dell'85% tra il 1905 e il 2010, e tutt'ora è a gran rischio la sua esistenza. In Fradusta solo il 5% di come si presentava nel 1888 è sopravvissuto finora.

CONSEGUENZE MONDIALI E NAZIONALI

Il ghiaccio, quando si scioglie, non va nelle riserve d’acqua sotterranee, ma fluisce nel mare, causando un aumento del suo livello: anche se gli accordi di Parigi dovessero concretizzarsi, tra cui contenere il riscaldamento sul nostro pianeta al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali e di sforzarsi per limitarlo sotto a 1,5°C, il livello del mare si alzerà di un metro entro il 2300, passando da 0,7 a 1,2 metri. Inoltre i ghiacciai sono sempre stati riserve di acqua dolce rifornendo, in primavera ed estate, i fiumi della pianura, quindi il loro esaurimento farà svanire un importante apporto d'acqua utilizzato per l'irrigazione delle coltivazioni. Inoltre, lo scioglimento dei ghiacciai, come in India, può comportare l'aumento di frane e inondazioni, e giocano un ruolo importante nella produzione dell'energia elettrica.

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