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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

L’incredibile danza delle api

di Avril Tuzon


Fin dall’antichità l’uomo ha costruito rapporti variegati con le api, ad esempio per il popolo africano San erano parte integrante di una cerimonia sacra, mentre da altri venivano considerate addirittura delle divinità.

Negli ultimi secoli, però, è cresciuto notevolmente l’interesse per questo animale che cela aspetti incredibili e una sofisticatezza unica. Karl Von Frisch, ricercatore austriaco che ottenne anche il premio Nobel, fu il primo a descrivere il loro linguaggio complesso, basato su uno schema di vibrazioni del corpo attraverso una vera e propria danza, in modo tale da poter condividere istruzioni precise con le compagne, affinché seguendo il percorso, raggiungano la fonte di cibo trovata.

Von Frisch approfondendo ulteriormente i suoi studi riuscì a comprendere che questi movimenti vengono compiuti in maniera dettagliata, in relazione alla forza di gravità e alla posizione del Sole; proprio per la loro complessità le definì “pozzo magico”, non soltanto dal punto di vista motorio ma anche per la grande diversità di questi linguaggi tra un alveare e l’altro, che noi definiremmo dialetti.

La funzionalità di questa comunicazione non si limita solamente a livello alimentare, ma a tutti gli ambiti della quotidianità. Si è infatti scoperto, che le api operaie sono in grado di segnalare la presenza di minacce oppure di richiedere il silenzio attraverso un grido, prodotto battendo leggermente contro l’alveare; possono addirittura provare emozioni, sbalzi d’umore proprio come fossero dei piccoli umani. Inoltre, nella loro minuscola società vigono delle regole democratiche fondate sulla discussione e dibattiti attivi, al fine di instaurare un organo decisionale ben organizzato.

I ricercatori, grazie a delle prove condotte nel 2016 e nel 2017, scoprirono che le api sono degli animali in grado di imparare e diffondere le loro conoscenze; l’esperimento consisteva nell’addestrarle a tirare una corda in cambio di una ricompensa (zucchero), e videro nell’immediato come quest’ ultime insegnavano alle altre la nuova abilità.

Riproduzione robotica dell'ape

Gli studi dell’animale si sono via via approfonditi grazie alle innovazioni tecnologiche. Il professore Tim Landgraf creò Robobee, cioè la riproduzione robotica dell’ape, in grado di comunicare con l’animale nella sua lingua. Inizialmente le altre compagne non sembravano accogliere piacevolmente la nuova arrivata, ma migliorando le sue capacità diventò ben presto uno strumento essenziale per utilizzare vibrazioni e segnali acustici, per avvisare le colonie di pericoli, campi trattati con pesticidi o persino l’arrivo di tempeste. Ci rendiamo quindi conto dell’importanza di questa nuova innovazione a livello ambientale.

Purtroppo, la tecnologia presuppone anche l’utilizzo delle api come armi, ad esempio per il traffico di droga o lo sminamento; il progetto Stealth Insect Sensor prevede che le api addestrate vengano poste all’interno di cartucce inserite nei monitor usati dai soldati e una volta che esse rilevano un esplosivo il monitor traduce il segnale in un allarme. Le api però muoiono all’interno della cartuccia e sono poi sostituite da una nuova.

È terrificante il fatto che delle creature vengano sfruttate come oggetti usa e getta ed è quindi necessario preservare la loro specie e instaurare un rapporto di collaborazione tra esseri umani e insetti, cosicché venga assicurato il benessere di entrambe le parti.


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