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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

I SUPERBATTERI: una nuova pandemia all’orizzonte?

di Edoardo Gatti

La vita di tutti i giorni, si sa, è contrassegnata da un’ingombrante presenza chiamata Covid 19. Ma tra noi è presente un’altra ragguardevole minaccia per la salute pubblica, sviluppatasi ancor prima della pandemia di coronavirus e la cui evoluzione desta non poche preoccupazioni: stiamo parlando dei superbatteri.

Prima di tutto, cosa sono i superbatteri? I superbatteri sono dei microbi resistenti ai farmaci, in grado di annullare l’efficacia degli antibiotici. I primi casi di superbatteri si sono verificati nel 2016, in America: da qui il fenomeno si è espanso pericolosamente in tutto il mondo, e tutt’ora si sta cercando una via alternativa per contrastare quella che al momento rappresenterebbe una piaga sempre più profonda nel futuro dell’umanità. L’evoluzione dei superbatteri, inoltre, è stata inaspettatamente rapida, superando le stime che gli esperti in materia avevano elaborato per il futuro e causando la morte, secondo l’OSM (Organizzazione Mondiale della Sanità) di più di 700.000 persone ogni anno in ogni parte del globo a partire dal 2016. Numeri destinati a salire: secondo il microbiologo Bruno Gonzalez Zorn, i 10 milioni di morti previsti per il 2050 potrebbero verificarsi già entro il 2040 o, peggio, entro il 2030.

Esiste, purtroppo, una correlazione tra i superbatteri e il Covid, che ha accelerato la diffusione dei microbi. Infatti, nel corso della prima ondata, si è verificato un picco di consumo (corposo e scorretto) degli antibiotici per contrastare l’epidemia, con la speranza che potessero risultare degli alleati nella lotta contro il Sars-Cov 2, senza però ottenere i risultati sperati: non a caso, un abuso inappropriato degli antibiotici è il primo fattore di rischio che causa l’accelerazione dei superbatteri. Un consumo eccessivo e controproducente di questi farmaci non fa altro che dar vita ad una sequenza di azioni che ne velocizzano il processo espansivo. Infatti, gli antibiotici stimolano il ceppo più resistente della branca batterica per selezione, favorendo dunque l’ascesa della parte con minor sensibilità ai batteri, i cosiddetti superbatteri, che circolano soprattutto negli ospedali. Per esempio, in Italia, secondo il Ministero della Salute, il 75% dei pazienti sviluppano infezioni da patogeni resistenti ai farmaci proprio nelle strutture sanitarie. Rispetto al 1990, i casi verificatisi negli ospedali si sono dimezzati ma sono ovviamente più problematici, perché questi microbi sono talmente resistenti da acquisire ancor più meccanismi di resistenza. Sono dunque destinati ad essere ancora più forti.

Ma ci sono anche altri fattori che possono contribuire allo sviluppo dei superbatteri. Il Ministero della Salute evidenzia che “Gli antibiotici, se vengono in contatto con l’ambiente, possono contribuire in modo significativo alla diffusione dell’antibiotico-resistenza, con rischio per gli esseri umani e gli animali. Pertanto, è importante farne un uso corretto e smaltire in modo appropriato (negli appositi contenitori presenti nelle farmacie) gli antibiotici scaduti oppure avanzati da una terapia.” I medicinali scaduti non vanno mai buttati con la normale spazzatura, proprio perché possono creare danni all’ambiente e, di conseguenza, alle persone. Se ne deduce che, come sempre, il nostro futuro e quello del mondo dipende anche da noi.


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