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I MILLE COLORI DEL CARNEVALE

di Angelica Aliprandi


Carnevale 2024 a Venezia. Foto: Claudia Molteni Ryan

Il carnevale è una delle festività più conosciute al mondo e coinvolge ogni anno persone di tutte le età. Il periodo carnevalesco non gode di date precise ma inizia tradizionalmente a partire dal giorno precedente il battesimo di Gesù e ha cadenza annuale. La festa raggiunge il suo apice il giovedì e il martedì prima della Quaresima, noti rispettivamente come il giovedì e il martedì grasso. Tuttavia, la sua origine non va attribuita al cristianesimo, ma alla cultura pagana. Infatti, i caratteri tipici del carnevale si possono incontrare nelle dionisiache greche e nei saturnali romani.

Durante queste celebrazioni si metteva in atto una temporanea liberazione dagli obblighi sociali, privilegiando lo scherzo e una dissoluta leggerezza. Si tratta, emblematicamente, di un atto sovversivo nei confronti della gerarchia, in cui il caos e il disordine trionfavano sull’ordine civico. Seppur inizialmente bandito dal cristianesimo, il carnevale continuò ad essere festeggiato durante il Medioevo come una sospensione dalla morale comune in cui era lecito lasciarsi travolgere dalla follia. In quest’epoca, il periodo festivo era di 6 settimane, dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri.

Il carnevale ottenne riconoscimento ufficiale come festa pubblica nella Repubblica di Venezia del XIV secolo, nonostante la sua prima testimonianza risalga ad un documento del 1094. Di fatto, il carnevale veneziano gode tutt’oggi di fama internazionale e costituisce una meta turistica particolarmente ambita.

La tradizione delle sfilate e del travestimento risale al Rinascimento. Curioso è il ruolo stesso della maschera: attraverso l’anonimato, il dislivello dovuto alle disuguaglianze sociali si annullava ed era possibile prendersi gioco dell’aristocrazia e dei poteri superiori. Tali concessioni erano tollerate e considerate un modo per alleviare le tensioni e le rivolte interne, oltre che una legittima forma di trasgressione dalle consuetudini.

La festa era all’insegna dello sfarzo: vi erano giocolieri, acrobati e spettacoli con animali messi in scena nelle principali piazze cittadine. Tutta la popolazione era coinvolta e gli impegni lavorativi passavano così in secondo piano per dedicarsi ai festeggiamenti. Inoltre, si riscontrò un notevole sviluppo del mercato, dal momento in cui i venditori ambulanti approfittavano dell’occasione per vendere prodotti di ogni tipo. Si diffusero anche piccole rappresentazioni presso i teatri e le case private. Non a caso nel 1600 nacque in Italia la Commedia dell’Arte e le celebri maschere caratteristiche come l’Arlecchino di Bergamo, il Balanzone di Bologna e il Pulcinella di Napoli.

Oggi, il carnevale non ha perso il suo spirito colorato e scherzoso: oltre a quello di Venezia, sono conosciuti quello di Fano e di Viareggio, animati da esibizioni e concerti di ogni tipo. La tradizione europea del carnevale è stata importata anche da altri paesi, come il Brasile. Il carnevale di Rio de Janeiro è anch’esso famoso in tutto il mondo per le sfarzose parate accompagnate dal tipico ballo, ovvero la samba.

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