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FAST FASHION: la moda che distrugge il pianeta

Immagine del redattore: Il Foglio di Villa GreppiIl Foglio di Villa Greppi

di Gaia Agostoni


Fast fashion, letteralmente moda veloce, è un termine con il quale si indica il settore dell’abbigliamento e delle calzature che produce collezioni a prezzi bassissimi e che vengono rinnovate in brevissimo tempo, spingendo le persone ad acquistare sempre nuovi capi. Questo nuovo settore si è sviluppato moltissimo negli ultimi anni anche grazie ai “micro-trend”, ovvero delle tendenze che durano pochissimo tempo e che molta gente segue per quel breve periodo. Le persone interessate acquistano da negozi o siti dove la merce costa poco, cioè dalle industrie di fast fashion che oggigiorno ci circondano; ne sono alcuni esempi Zara, H&M, Temu e Shein. 

Il fenomeno della fast fashion, per quanto possa essere conveniente, nasconde problemi molto seri come l’inquinamento e la condizione dei lavoratori. 

In termini d’inquinamento, il settore della moda, secondo le Nazioni Unite, è responsabile dall’8 al 10% dell’effetto serra annuo e inquina 93 miliardi di metri cubi d’acqua. Grazie alla fast fashion questi numeri vanno ad aggravarsi sempre di più. Inoltre, tutti i vestiti che durano poco tempo, sia per i micro-trend che per la scarsa qualità dei tessuti, vanno ad accumularsi in vere e proprie discariche di vestiti come quella presente in Sudamerica, alla periferia di Alto Hospicio. 

Per quanto riguarda invece la condizione dei lavoratori che operano all’interno di queste mega industrie, possiamo affermare che sono pessime, sia dal punto di vista salutistico che del salario. Questo è possibile perché le industrie della moda hanno spostato le loro aziende in zone del mondo dove il lavoro costa poco e i costi di produzione sono bassi. Ad esempio, molti dei vestiti targati “made in China” vengono realizzati nei laogai, ovvero campi di lavoro forzato previsti dal governo cinese. In queste zone di produzione, inoltre, non ci sono istituzioni o enti come i sindacati che tutelano i lavoratori. 

Certamente la fast fashion è economicamente conveniente, ma per il singolo. Si dovrebbe mettere da parte l’egoismo e pensare agli altri e al futuro cercando di non seguire ogni singolo micro-trend che nasce e cercando di riflettere prima di comparare, anche se la luce delle occasioni e della convenienza ci accieca. In alternativa si può optare di acquistare nei mercatini dell’usato o, se non si può fare a meno di seguire sempre la moda, si potrebbe cominciare a donare o rivendere i vestiti evitando di buttarli quando non ci piacciono più o quando non sono più di tendenza. Per occasioni speciali nelle quali riteniamo essenziale indossare un certo vestito che poi non metteremo mai più, lo si può noleggiare da servizi come “Rent the Runway”. Infine, si può acquistare da negozi cosiddetti “Slow fashion” che producono capi artigianali locali andando a spendere un po’ di più ma per articoli di qualità.  

Le opzioni sono molteplici, scegliete quella che preferite e abbandonate la fast fashion! 

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