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Fashion Week: la storia dietro la Settimana della Moda

  • Immagine del redattore: Il Foglio di Villa Greppi
    Il Foglio di Villa Greppi
  • 3 ore fa
  • Tempo di lettura: 4 min

di Martina Cerliani


La Giorgio Armani Fall Winter 2025/2026 Collection presentata durante la Milano Fashion Week 2025.
La Giorgio Armani Fall Winter 2025/2026 Collection presentata durante la Milano Fashion Week 2025.

La settimana della moda o, più comunemente, “Fashion Week”, è un evento della durata di circa una settimana, in cui gli stilisti e le case di moda mostrano le proprie collezioni ed espongono al pubblico quali saranno le nuove tendenze. Le settimane della moda hanno luogo due volte all’anno nelle “capitali della moda”, ovvero New York, Londra, Parigi e Milano, dette anche “Big Four”: tra febbraio e marzo, solitamente, gli stilisti presentano le collezioni autunno-inverno e poi, durante i mesi di settembre e ottobre, propongono i capi primavera-estate. Gli abiti che vengono mostrati durante le sfilate sono relative alle stagioni dell’anno successivo, in modo tale da consentire la produzione degli articoli presentati e il loro acquisto da parte dei negozi.


Eleanor Lambert
Eleanor Lambert

La prima Settimana della Moda si tenne a New York il 19 luglio 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, con lo scopo di promuovere la moda locale, poiché era diventato impossibile importare vestiti dall’Europa, principalmente dalla Francia e, quindi, da Parigi. Essa fu chiamata “Press Week”, ovvero "Settimana della Stampa" e la sua ideatrice fu la pubblicista Eleanor Lambert del New York Dress Institute, che organizzò un evento che ebbe un grande successo, dopo il quale riviste di moda come Vogue, che in precedenza si erano esclusivamente concentrate sulla moda francese, iniziarono a mostrare maggiore attenzione alla moda americana. Inoltre, grazie al successo di questo evento, ci si rese conto che i marchi di produzione statunitense, che per molto tempo erano stati considerati inferiori rispetto a quelli francesi, erano in realtà dotati di una propria originalità e qualità.

Nel 1973, in occasione della prima edizione ufficiale della “Paris Fashion Week” si tenne la celebre “Battaglia di Versailles”, un evento organizzato da Eleanor Lambert, in cui si raccolsero fondi per restaurare il palazzo di Versailles. Durante quella serata, cinque dei migliori stilisti francesi si confrontarono con cinque stilisti americani sconosciuti. Da un lato, la Francia schierava i nomi più affermati a quel tempo: Yves Saint Laurent, Emanuel Ungaro, Christian Dior, Pierre Cardin e Hubert de Givenchy; dall’altro Anne Klein, Halston, Oscar de la Renta, Bill Blass e Sthephan Burrows rappresentavano gli Stati Uniti. Furono gli stilisti americani, con modelle per lo più afroamericane, gli assoluti vincitori. Questo li portò ad essere equiparati a quelli francesi e ad acquisire una certa importanza in tutto il mondo.

Prima che la moda americana trovasse la propria voce, era sempre Parigi, infatti, a dettare le regole dello stile. Ad esempio, nel 1945, la Chambre Syndacale de la Haute Couture decise che tutte le maison di couture, ovvero le "case di alta sartoria", avrebbero dovuto presentare, ad ogni stagione, almeno trentacinque capi da giorno e da sera. Dopo la guerra, a Parigi si iniziò ad avvertire preoccupazione per la crescente influenza della fashion industry di New York. La capitale francese aveva, però, il suo punto di forza: Christian Dior, che negli anni successivi dettò le regole per nuove linee e forme del womenswear, ridando vita allo spirito di Parigi. Un altro designer, poi, si fece notare: Yves Saint Laurent, con il lancio della sua linea di Prêt-à-Porter, che diventerà il futuro della moda.

Contemporaneamente in Italia, l’abile imprenditore Giovanni Battista Giorgini, ispirandosi a Eleanor Lambert, nel 1951 organizzò il First Italian High Fashion Show a Firenze, nella propria residenza privata, Villa Torrigiani, con lo scopo di presentare la qualità e l’eleganza della moda italiana. La sua iniziativa ebbe molto successo e questo creò un grande sovraffollamento nella città di Firenze. La città, però, non era in grado di accogliere un così grande numero di persone e, per risolvere il problema, le sfilate vennero spostate anche in altre città.

Nel 1958 nacque, poi, ufficialmente, la Settimana della Moda di Milano indetta dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, che si sarebbe occupata di gestire tutte le sfilate in Italia. Soltanto nel 1975, però, avrà luogo la prima vera e propria "Milano Fashion Week", cui seguiranno anni meravigliosi, dominati dallo stile e dall'eleganza degli abiti passerella di Armani, Missoni, Krizia, Walter Albini ed Elio Fiorucci. Anche in Italia arrivò, poi, il prêt-à-porter.


Un momento della prima Milano Fashion Week (1975).
Un momento della prima Milano Fashion Week (1975).

A Londra, invece, la nascita della prima settimana della moda arrivò più tardi, ci volle più tempo perché fosse compresa tra le capitali mondiali della moda. Nel 1983 venne fondata il British Fashion Council, dedicato a promuovere la moda britannica e nell’anno successivo, nel 1984, questa organizzò la prima edizione della London Fashion Week, che si focalizzò principalmente sul coinvolgimento di stilisti emergenti, come, ad esempio, Stella McCartney, Vivienne Westwood, John Galliano e Alexander McQueen.

Al termine di questa carrellata storica, è bene ricordare che la Settimana della Moda non è solo una vetrina di lusso e creatività: è una grande opportunità per l’economia, dal momento che porta visibilità, turismo e lavoro per migliaia di professionisti. Dietro le passerelle si nasconde un universo pieno di impegno, ricerca e passione, dove ogni dettaglio contribuisce a definire le tendenze che vestiranno il mondo. Come ricorda Miranda Priestly ne Il diavolo veste Prada, infatti, nulla di ciò che indossiamo è davvero “casuale”: tutto nasce da un lungo processo che trasforma l’idea in stile.

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