1985 - Anno di inizio servizio a Villa Greppi
2021 - Anno di fine carriera
Ha insegnato TEDESCO nell'indirizzo
linguistico
scienze umane
informatico
Dopo tanti anni di servizio in questa scuola, quale eredità credi di lasciare? Come sarebbe stata questa scuola senza di te?
Effettivamente la domanda così posta risulta piuttosto pretenziosa, e non mi corrisponde. Comunque in questi anni, grazie anche alla collaborazione con la mia collega e amica Gabriella Montali, la didattica della lingua e della cultura tedesca è molto cambiata, più comunicativo l'approccio, inoltre l'utilizzo della LIM e delle nuove tecnologie ha permesso di rendere la lezione più dinamica e interattiva. Soprattutto lo studio della letteratura tedesca è molto cambiato, abbiamo preferito un approccio tematico, che permette di collegare i testi artistico-letterari alla attualità. In questo modo gli studenti vedono l'opera letteraria come una prospettiva diversa della realtà e non come qualcosa di "lontano", solo da studiare. Ma soprattutto gli scambi con le scuole di Linz am Rhein, di Kappeln e di Amburgo, lo stage lavorativo a Francoforte, la settimana di studio a Vienna hanno permesso di entrare in contatto diretto con i paesi d lingua tedesca e abbattere così stereotipi e pregiudizi e di scoprire uno stile di vita diverso, ma altrettanto interessante.
Quali sono i ricordi più belli che porterai sempre nel cuore, pensando agli anni passati a Villa Greppi?
Moltissimi. Con i colleghi il confronto è aperto e stimolante. Forse anni fa eravamo più giovani e disponibili e le due ore settimanali di programmazione disciplinare o interdisciplinare ci permetteva di confrontarci meglio su questioni scolastiche, ma di organizzare anche uscite insieme "culturali" (un pranzo in trattoria…).
Con gli studenti ne ho ancora di più... soprattutto durante i soggiorni a Linz am Rhein, a Kappeln, a Perchtoldsdorf, a Francoforte...quando si aveva la possibilità di confrontarsi meglio, di conoscerli meglio, di fare risate insieme.... Ricordo gli studenti che, a Vienna, si mettevano in coda all'Opera per potere assistere (posti in piedi) ad un balletto o ad un concerto... e ne uscivano entusiasti .... Era bellissimo vederli scoprire "cose nuove", mettersi in gioco...
Ricordo le urla e le paure di Giulia durante la Wattwanderung (camminata sul mare del Nord durante la bassa marea) mentre camminava nel fango e vedeva i vermetti (assicuro, innocui) uscire dal fango del fondale, o ancora Stefano suonare il pianoforte all'aeroporto di Bergamo e alla Haus der Musik di Vienna, suscitando ammirazione dei passanti... Soprattutto ricordo la correttezza, l'educazione, la puntualità che hanno sempre distinto gli studenti del Greppi. Le famiglie ospitanti di Perchtoldsdorf, durante la nostra ultima visita, ci avevano proprio confermato questo, dicendo che avrebbero voluto ospitare sempre studenti come i nostri.
Durante la tua carriera la scuola è cambiata molto; cosa pensi sia cambiato in meglio e cosa in peggio?
Grazie alle ore di programmazione settimanali, il clima era più partecipativo. Anni fa la scuola "osava" di più, si poteva sperimentare di più. Le classi erano meno numerose, avevamo molte più ore in particolare per le lingue straniere. Questo permetteva di lavorare meglio e interagire meglio con gli studenti, di avere più attenzione alla persona. Ciò non significa che oggi questo sia sparito, anzi, ma leggermente cambiato. Comunque io sono rimasta al Greppi, perché mi sono sempre trovata bene, ma soprattutto perché corrispondeva alla mia idea di scuola come luogo di crescita culturale e personale. Ho avuto anche la fortuna di lavorare con bravissimi colleghi, da cui ho imparato molto.
E tutti insieme abbiamo comunque trasformato il "Greppi" in una scuola di eccellenza, che sicuramente cambierà ancora grazie anche alle belle energie dei nuovi arrivati.
Devo un grazie al "Greppi" per questi anni bellissimi, anche faticosi, ma soprattutto ricchissimi.
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