di Gloria Schillaci
A causa della pandemia di Covid-19 sono cambiate tante cose, la normalità a cui eravamo abituati probabilmente non ritornerà più o almeno dovremo aspettare un bel po’ prima di riacquistarla.
A causa di questo virus, e di conseguenza a causa di ciò che abbiamo dovuto fare per affrontarlo, la nostra vita è mutata, e spesso in peggio. Un esempio? La salute mentale dei ragazzi, peggiorata a causa di molti fattori tra cui un’angoscia e una serie di emozioni negative che un adolescente su tre prova quando osserva il proprio corpo. I motivi di queste sensazioni possono essere molti, qui affrontiamo però la stretta relazione tra disturbi del comportamento alimentare e coronavirus. A causa della pandemia non solo le persone che avevano già sofferto di questi disturbi hanno avuto numerose ricadute, ma anche chi non ne ha mai sofferto ha cominciato a svilupparli: i casi di Disturbi del Comportamento Alimentare sono infatti cresciuti del 30%. Sapete cosa significa? Che circa un adolescente su tre ne soffre.
La relazione tra DCA e Covid è piuttosto semplice in realtà: a causa delle restrizioni siamo stati obbligati ad interrompere la maggior parte delle nostre attività quotidiane, tra cui lo sport, e ciò ha portato a un’ossessione verso il cibo da parte di alcune persone, sfociata poi in disturbi alimentari. Mangiare troppo e la sedentarietà fa aumentare il peso corporeo, e qui entra in gioco un altro fattore causa dell’aumento dei disturbi alimentari nei giovani: i social, i quali mandano l’erroneo messaggio che le persone magre sono belle, mentre invece chi è “in carne” è automaticamente brutto. Ciò è molto pericoloso se letto da una persona fragile e sensibile, perché comincerebbe a vedersi troppo grassa per i canoni della società e porterebbe quindi a un conseguente dimagrimento non eseguito in modo salutare; infatti durante l’ultimo anno e mezzo i casi di anoressia nervosa e le richieste di aiuto sono aumentate notevolmente, e il dato ancora più preoccupante è che il 90% delle ragazze che soffre di questo disturbo alimentare in precedenza era in un’età compresa tra i 15 e i 25 anni, mentre adesso comincia a svilupparsi già all’età di 8 anni.
L’anoressia nervosa si manifesta con il terrore di ingrassare, un rifiuto del cibo e un conseguente controllo ossessivo delle calorie ingerite durante la giornata, ma soprattutto un eccessivo allenamento per bruciare queste ultime; causa di tutto ciò è un dimagrimento accelerato ed eccessivo che porta a importanti cambiamenti sia fisici sia mentali. All’inizio il dimagrimento provoca soddisfazione nella persona interessata, che però poi si trasforma nuovamente in angoscia e in cambiamenti generali sia dell’umore sia mentali. La maggior parte delle ragazze tende a non parlare di ciò che sta passando per evitare di essere aiutata, poiché l’aiuto in questo caso le porterebbe ad un ingrassamento non voluto. Per prevenire l’insorgenza di questo fenomeno è necessario conoscere i campanelli d’allarme che ci aiutano a riconoscerlo: una maggiore attenzione a ciò che si mangia, infatti molte persone che soffrono di questo disturbo eliminano i cibi più grassi e iniziano a mangiare solo alimenti con pochissime calorie, proprio per velocizzare il dimagrimento; un altro campanello d’allarme potrebbe essere la silenziosità della persona che è data da una maggiore concentrazione sul pasto e sul come smaltirlo poi. Infine un ultimo segnale, è una maggiore attenzione alla propria forma fisica e al proprio aspetto che porterà certamente la persona sofferente ad allenarsi eccessivamente per favorire la perdita di peso.
L’anoressia nervosa non causa solo grande perdita di peso e sbalzi d’umore, ma anche depressione che può portare, in casi estremi, l’individuo che ne soffre a suicidarsi; inoltre chi ne soffre ha difficoltà a svolgere anche le attività fisiche più semplici e banali, quali la salita delle scale o il sollevamento di determinati oggetti; provoca anche apatia, freddo e una maggiore stanchezza.
Guarire da un DCA non è mai semplice, in particolare dall’anoressia nervosa. Ci tengo a specificare che chi ne soffre non va accusato della sia sofferenza, perché non è colpa sua, la colpa è della società che idealizza un’immagine di perfezione che non potrà mai essere raggiunta dall’essere umano. È necessario mostrare il massimo supporto e la massima vicinanza a questa persona, e non bisogna assolutamente colpevolizzarla per ciò che le sta accadendo.
Per concludere: controllare il proprio peso va bene, anche curare la propria alimentazione e fare attività fisica, ma come in tutte le cose ci vuole equilibrio e buonsenso, eccedere porta sempre a degli scompensi.
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