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Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

COME RIPULIRE GLI OCEANI? Ecco delle soluzioni.

di Aicha Sawadogo

Boyan Slat è un inventore e imprenditore olandese. All'età di 16 anni, mentre faceva un'immersione subacquea in Grecia, si trovò di fronte a più plastica che pesci, e così decise di dedicare un progetto di liceo per approfondire la questione dell'inquinamento causato dalla plastica negli oceani e sul perché fosse ritenuto impossibile ripulirlo. Riuscì poi a ideare un metodo per costruire un sistema passivo, usando la circolazione delle correnti oceaniche a suo vantaggio, che presentò ad una TEDx talk a Delft nel 2012: l’Ocean CleanUp Array.

Il sistema ideato da Slat ha dimostrato di essere in grado di catturare e raccogliere rifiuti dalle acque, come frammenti di plastica visibile, reti da pesca e microplastiche dal diametro di 1 millimetro, sfruttando le correnti naturali dell’oceano per attirare verso di sé i rifiuti galleggianti.

La plastica raccolta viene poi successivamente riciclata.

Ben sette anni di lavoro sono serviti al giovane olandese per costruire la sua invenzione, ma oggi il suo progetto pare possa risolvere il problema degli accumuli di plastica nei mari in tempi ridotti e con costi sostenibili.

Oltre all’invenzione di Boyan Slat, anche il Seabin è una soluzione utile per ripulire i nostri mari.

Gli ideatori di questa invenzione sono due surfisti australiani, Andrew Turton e Pete Ceglinski, che nel 2016 crearono una sorta di cestino dei rifiuti marini.

Il Seabin viene posto in acqua e, con l’aiuto di una pompa, succhia la spazzatura galleggiante al suo interno, inoltre, può contenere un depuratore che filtra dall’acqua tracce di petrolio e carburante.

L’obiettivo non è solo quello di raccogliere la plastica ma di ridurre la quantità che arriva negli oceani, e contribuire a capire meglio quali sono gli effetti dell’inquinamento sulle persone e sugli ecosistemi fornendo importanti dati per la ricerca. Altro tassello fondamentale è quello di promuovere comportamenti più consapevoli soprattutto lavorando con i giovani, sviluppando strumenti educativi rivolti a loro.

Vedere persone, anche di giovane età, che si preoccupano e che soprattutto operano in maniera attiva per risolvere il problema dell’inquinamento è notevole e rassicurante, ma per far sì che non lavorino invano, anche noi possiamo, o meglio dobbiamo, fare la nostra parte anche solo con piccoli gesti, come: riciclare, utilizzare meno plastica monouso, fare la raccolta differenziata in modo consapevole e attivo...

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