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Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

COMBATTENDO L’ESTREMISMO

di Alessandro Marceca


Quando pensiamo al terrorismo c’è un momento che campeggia nell’immaginario collettivo, quello delle torri gemelle che si sgretolano sotto gli occhi esterrefatti del mondo l’undici settembre del 2001, ma il terrorismo non è solo questo.

Partiamo dalla definizione che la Treccani ci dà di terrorismo: “L’uso di violenza illegittima, finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività organizzata e a destabilizzarne o restaurarne l’ordine, mediante azioni quali attentati, rapimenti, dirottamenti di aerei e simili.”

La definizione della Treccani è volutamente molto “vaga”, infatti uno dei principali problemi, quantomeno dal punto di vista legale, è proprio l’assenza di una definizione precisa.

All’interno degli stessi Stati Uniti le definizioni differiscono, quella della CIA è diversa da quella del FBI, che è diversa da quella del Dipartimento di Stato e via dicendo. Per non parlare poi dell’immenso divario che troviamo con la definizione per esempio della cooperazione Islamica.

Per fare un confronto, dove il Dipartimento di Stato americano definisce il terrorismo come: “politicamente violenza premeditata, politicamente motivata, perpetrata contro obiettivi non combattenti da gruppi sub-nazionali o agenti clandestini, di solito destinato a influenzare un pubblico.” L’organizzazione della cooperazione Islamica sancisce che: “La lotta dei popoli, compresa la lotta armata contro l'occupazione straniera, l'aggressione, colonialismo ed egemonia, finalizzata alla liberazione e l'autodeterminazione conformemente alla i principi del diritto internazionale, non possono essere considerato un crimine terroristico.”

Il terrorismo dell’ISIS non è un caso senza precedenti, il terrorismo è sempre stato usato come una subdola arma, se cerchiamo nel mondo cristiano l’opposto speculare dell’ISIS può essere trovato per esempio nel KKK. Pensiamo poi agli attentati portati avanti da organizzazioni neofasciste e brigate rosse durante gli anni di piombo che hanno terrorizzato l’Italia per anni, qui la matrice era politica non religiosa ma il mezzo utilizzato era il medesimo.

Ma chi sono i protagonisti di questi atti scellerati? Alla base abbiamo l’ideale del martire che porta a questi “suicidi altruistici”, dove il martirio viene visto come il nobile dono della propria vita ad una causa, mentre a noi appare chiaro che chi si uccide uccidendo anche degli innocenti non è un martire ma un assassino.

Un elemento di particolare interesse della galassia terrorista è quello dei foreign fighters, che lasciano i loro paesi di origine e si arruolano tra le schiere dell’ISIS. Questi “combattenti” non vengono, come potremmo pensare, esclusivamente da paesi arabi, infatti basta guardare la cartina dell’immagine per notare che paesi europei come Francia e Gran Bretagna sono tra quelli dove si “formano” più foreign fighters.

Ma come è possibile che così tante persone tra le quali anche giovani e giovanissimi si radicalizzino “sotto i nostri occhi”, senza che nessuno se ne accorga? La risposta sta negli innovativi metodi di propaganda che hanno lentamente sostituito l’arruolamento “face to face”. Tra gli esempi più eclatanti di queste nuove tecniche propagandistiche, che sono costruite “intorno” al target di interesse, abbiamo videogiochi come call of duty nel quale vengono usate, per esempio, le chat per fare proselitismo, indirizzato proprio a giovani e giovanissimi.


Si rende quindi necessario, in quanto società civile, combattere e prevenire ogni forma di radicalizzazione e, come sempre, fare ciò partendo dalla scuola, il cui compito è formare delle buone menti dotate di senso critico e civico.

Alcune delle misure da mettere in atto nelle scuole sono state proposte dai relatori della conferenza di sabato 27 maggio “Educare alle differenze nell’ottica del contrasto ad ogni forma di estremismo violento”, tenutasi presso Villa Facchi a Casatenovo. In veste di relatori Michele Brunelli (coordinatore del master MaRTe presso l’università di Bergamo) e Luca Guglielminetti (RNA ambassador for Italy and expert pool at the radicalisation awareness network).

Ecco la loro proposta:

• Testimonianze e forum di discussione su potenziali fattori di innesco: dalla politica internazionale alle logiche di discriminazione locali

Pensiero critico, approccio critico ai contenuti mediali e consapevolezza digitale

• Sensibilizzazione interculturale

• Cooperazione e gestione dei conflitti

• Partecipazione attiva alla società

· Sensibilizzazione interculturale

· Sviluppo di un approccio critico ai contenuti multimediali

Tutti punti interessanti e importanti che sarebbe interessante poter sviluppare durante l’anno scolastico.

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