di Claudia Molteni Ryan
Due ore di lezione, un unico argomento: l'Ucraina. Ieri, 1 marzo, tutte le classi di Villa Greppi si sono sintonizzate online per ascoltare una conferenza tenuta dagli insegnanti si storia: hanno parlato Pietro Crippa, Massimiliano Cossi e Susanna Panizza. Ha moderato Francesco Bonfanti. I tre docenti hanno spiegato la storia dell'Ucraina, fondamentale per comprendere meglio i tragici fatti di questi giorni e orientarsi con maggior cognizione di causa tra le diverse dichiarazioni che arrivano da ambo i lati di questa guerra assurda.
Gli studenti sono rimasti attenti, un'attenzione sentita, carica di energia, perché vogliono cercare di capire quello che sta accadendo, essere più consapevoli per poter elaborare e trovare una collocazione a emozioni, paure, aspettative che ora vagano in un nulla sconosciuto.
"Sono attonita, non mi sembra realtà. Devo ancora metabolizzare quello che sta succedendo", commenta una studentessa durante la parte finale, quando ogni classe ha avuto del tempo per riflettere e discutere.
Di sicuro la guerra che stiamo vedendo sugli schermi e nelle fotografie/video nel web, lascia noi europei sbigottiti, in difficoltà a capire le motivazioni, in fondo impauriti di fronte alla violenza inaudita, all'aggressione gratuita. L'Europa Unita è stata creata anche per scongiurare un'altra guerra mondiale, ben due avevano già lacerato il nostro continente, e ci siamo abituati alla pace sui nostri territori, a discutere le divergenze, a fondare l'unione su valori etici e morali e non solo economici.
L'attacco di Putin all'Ucraina ci ferisce tutti per vari motivi: l'Ucraina è un Paese democratico europeo, uno stato sovrano, e come tale doveva essere considerato, perché noi crediamo nei valori civili di rispetto e convivenza; guardando le immagini che i reporter ci inviano, proviamo una forte immedesimazione, perché c'è una cultura comune fatta di edifici, città, vestiti, volti. Inoltre, ma non da ultimo, la guerra in Ucraina è diversa da quella in Siria, in Palestina o in Libia: non per le tragedie umane, che sono le stesse in qualsiasi guerra ovunque nel mondo, ma perché in questi casi il conflitto è nato interno al Paese, mentre l'Ucraina è stata aggredita in modo sleale ed iniquo.
Gli studenti hanno concluso scrivendo nella chat della conferenza molte domande che inquietano tutti ("C'è il rischio di armi nucleari?", "Nel caso di razionamento dell'energia, che si farà?"), ma anche con proposte pratiche. Ne scrivo una che riassume bene anche le altre: "La classe 2IA propone che tutti gli studenti si riuniscano nel parco della scuola in uno dei dei due intervalli mostrando le bandiere della pace e pubblicando poi la foto di questa iniziativa sul sito e sui giornali locali; si potrebbero anche indossare mascherine gialle e azzurre per dimostrare la solidarietà e vicinanza alla popolazione ucraina. Siamo anche disponibili per aiutare per una raccolta di cibo e indumenti."
Speriamo che i russi rinsaviscano, che termini la carneficina di esseri umani, la distruzione di città, che rappresentano la nostra civiltà. Nel frattempo cercheremo, nei modi per noi possibili, di essere vicini al popolo ucraino.
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