JOE BIDEN: COSA CAMBIA NEGLI USA?
- Il Foglio di Villa Greppi
- 22 gen 2021
- Tempo di lettura: 2 min
di Vasco Mercatanti

Quando mercoledì 20 gennaio, nel pomeriggio, ho assistito in diretta al discorso di insediamento di Joe Biden, il 46° presidente degli Stati Uniti d’America, sono rimasto gradevolmente sorpreso dalla sua narrazione politica: finalmente, infatti, si è tornato a parlare di speranza, unità e coesione. Dopo quattro anni di antipolitica, sentire un esponente del governo ragionare su problemi veri e reali lanciando un messaggio di riappacificazione popolare è stato piacevole. A dimostrazione di ciò, un dato che mi ha molto incuriosito, riguarda le parole più utilizzate nel discorso: alle spalle di America e Nazione, troviamo infatti, in ordine, democrazia, unità e mondo. Mi è parso chiaro che, al di là di qualsiasi discorso politico, negli Stati Uniti è cambiato prima di tutto il linguaggio: dall’aggressività spietata di Donald Trump, che non esitava a chiamare nemico e traditore chiunque avesse un’idea contraria alla sua, alla pacata gentilezza di Biden, che in qualche caso può sembrare goffa (durante il discorso, per esempio, si è impappinato su un paio di passaggi), ma che è quello che l’America e il Mondo hanno bisogno.
Credo che mantenere questo atteggiamento sia giusto e necessario in questo periodo: dopo i recenti avvenimenti che hanno mostrato come la società statunitense sia più che mai lacerata al suo interno, infatti, aggiungere altra carne sul fuoco (magari accusando pesantemente l’ex presidente) sarebbe inutile e controproducente, in quanto innalzerebbe ancora di più il livello di tensione creando ulteriori problemi; e in questo periodo di problemi ce ne sono già abbastanza: dalla pandemia alla crisi climatica ed economica, passando per le manifestazioni anti-razziste: le sfide che attendono Joe Biden e il suo team sono difficili e complesse e solo con un Paese unito potrà superarle.
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