di Edoardo Gatti
‘’Abbiamo fatto il lavoro del diavolo’’ (Robert Oppenheimer, dopo il successo del test ‘’Trinity’’, l’esperimento che ha visto esplodere la prima bomba atomica a Los Alamos).
Era il film più atteso dell’estate cinematografica, ed è riuscito, come da pronostico, a conquistare critica e botteghino. ‘’Oppenheimer’’, opera ultima del pluripremiato regista Christopher Nolan, si candida autorevolmente a pellicola dell’anno, con la sua tecnica di scompiglio programmato, il suo realismo caotico e i suoi effetti audio-visivi capaci di prenderti e trascinarti, per tre ore di pura e complessa suspense, in un’altra dimensione. In un’altra realtà, in un altro mondo. Quel mondo che, contemplando i drammi della guerra, consegnò ai libri di storia la prima bomba atomica, mai esistita prima, architettata proprio dal fisico statunitense J.Robert Oppenheimer, interpretato magistralmente, nel suo genio e nel suo martirio interiore, da Cillian Murphy. È lui l’uomo che si cela dietro a quella che, a tutti gli effetti, è una scoperta epocale. Una scoperta che, però, lo rese ‘’morte, distruttore di mondi’’, tormentandolo per tutta la vita. Fino ad un declino irreversibile, fino alla gogna mediatica che ne annientò l’immagine pubblica e il lieto dormire.
Oppeheimer, semplicemente, ha pagato il prezzo del suo più grande successo. Forse troppo grande, per essere capito, sfruttato. Troppo grande, la sua scoperta, per le mani dell’uomo. E se Prometeo rubò il fuoco agli dei per salvare l’umanità, ‘’Oppie’’, con quel fuoco, si è al contrario sporcato le mani di sangue. Il sangue delle 210.000 persone morte a causa dei catastrofici attacchi atomici di Hiroshima e Nagasaki, ultimo step del progetto Manhattan coordinato dagli Stati Uniti nel mezzo della Seconda guerra mondiale e volto, almeno inizialmente, a stare al passo con i progressi nazisti sulla ricerca di fissione nucleare. Come ben sappiamo, poi, la Germania si è arresa, ma vi era ancora la possibilità di mettere fine rapidamente alla guerra nel Pacifico e salvare vite alleate. Guerra culminata con la resa del Giappone, in seguito ai sopracitati bombardamenti delle due cittadelle (al tempo considerevoli importanze militari) voluti fortemente dal presidente americano Harry Truman (interpretato da Gary Oldman).
In questo frangente, però, esce un altro tema fondamentale, in tutto il suo paradosso, del film: il potere dei potenti. Perché, alla fine, colui che decide è colui che guarda tutto dall’alto. Emblematica la scena in cui Oppenheimer, nel pieno del tormento dopo lo sgancio dei funghi atomici, a colloquio con Truman gli dice: ‘’Sento di avere le mani sporche di sangue’’. Ricevendo la seguente risposta: ‘’Lei pensa che a qualcuno a Hiroshima o Nagasaki interessi chi ha costruito la bomba? Interessa chi l’ha sganciata. E sono io che l’ho fatto’’. Altro paradosso: nella successiva audizione intesa a eliminarne l’influenza politica, ad Oppenheimer verrà revocato il nulla osta di sicurezza a causa delle sue passate simpatie comuniste, che nel corso del processo-farsa guidato da un nemico del fisico, Lewis Strauss (per anni a capo della commissione per l’energia atomica), verranno usate contro di lui: siamo nel periodo del maccartismo, un atteggiamento politico volto a reprimere dalla scena gruppi, persone e comportamenti ritenuti spiccatamente di sinistra e ritenuti, di conseguenza, sovversivi. Essenzialmente, però, Oppenheimer fu fatto fuori perché si contrappose al riarmamento nucleare e all’utilizzo della bomba ad idrogeno. Questo era un problema, e ci ricorda come la vera guerra si sia giocata dietro le quinte, alle spalle del popolo che, poi, ne ha pagato le conseguenze.
Da questo momento, il maxischermo sarà teatro del rimorso. Il rimorso di Oppenheimer, che incarna la condizione dell’uomo nel traumatico scenario della guerra. Tra il bianco e il nero del processo che lo ha escluso dal dibattito politico e le scene a colori che ne descrivono l’ascesa, la caduta, l’agonia. Divorato dal senso di colpa, divorato dal suo stesso sapere incontrollato, che nella vita lo ha portato a interessarsi dei temi più disparati. E cercando di superare i limiti del conosciuto, si è infine imbattuto con il male, con la potenza distruttiva della sua creatura che ha causato la morte di persone innocenti. Quella bomba atomica che gli ha consegnato fama, prime pagine e attenzione illimitata, ma che ha segnato la sua vita, la sua storia e la Storia stessa, pur cercando di contrastare la sua stessa invenzione. Troppo tardi: Oppenheimer ha creato il fuoco e lo ha dato in mano agli uomini. Ecco perché è cambiato il mondo.
‘’L’uomo ha inventato la bomba atomica. Ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi’’ Albert Einstein.
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