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#dalpalcodelPiccolo - "Il barone rampante": una travolgente storia tragicomica

  • Immagine del redattore: Il Foglio di Villa Greppi
    Il Foglio di Villa Greppi
  • 7 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

di Ivan Serafini


Un momento dello spettacolo "Il Barone rampante", andato in scena al Teatro Grassi dal 27 settembre al 12 ottobre 2025															(foto di Masiar Pasquali - fonte: sito web piccoloteatro.org)
Un momento dello spettacolo "Il Barone rampante", andato in scena al Teatro Grassi dal 27 settembre al 12 ottobre 2025 (foto di Masiar Pasquali - fonte: sito web piccoloteatro.org)

“Il Barone Rampante” è un’opera teatrale divisa in due atti e ispirata al celebre libro di Italo Calvino. La rappresentazione, diretta dal regista Carlo Frati, è andata in scena al Piccolo Teatro di Milano.

Si tratta della storia di Cosimo Piovasco di Rondò, che litiga una sera a cena con suo padre Arminio riguardo a un piatto di zuppa di lumache che il ragazzo non vuole mangiare. In seguito a questa discussione, Cosimo decide di salire su un albero nel giardino di casa sua e promette di non mettere mai più piede a terra, in segno di affronto e di ribellione contro il padre. Il Barone, quindi, spende la sua vita sugli alberi, imparando a sopravvivere, alleandosi con criminali, vivendo amori e assistendo ai cambiamenti nel mondo intorno a lui, a seguito delle vicende storiche dell’epoca tra il Settecento e l’Ottocento.

Il regista, nel corso di questa rappresentazione, è riuscito a intrecciare tutte le vicende insieme in modo impeccabile assumendo di volta in volta il punto di vista dei diversi personaggi, che hanno quindi avuto abbastanza spazio per esporre le proprie storie, senza distogliere eccessivamente l’attenzione del pubblico dal protagonista principale.

Un momento esemplificativo della grandiosità della scenografia: Cosimo scopre che il bosco brucia.			(foto di Masiar Pasquali - fonte: sito web piccoloteatro.org)
Un momento esemplificativo della grandiosità della scenografia: Cosimo scopre che il bosco brucia. (foto di Masiar Pasquali - fonte: sito web piccoloteatro.org)

Sicuramente la scenografia ha contribuito molto all'impatto emotivo sugli spettatori. Infatti, il palco cambiava tramite l’uso di proiettori per gli sfondi, giochi di luce molto creativi e magistralmente eseguiti, con scene a volte completamente buie e altre che usavano invece luci vive e abbaglianti, in completo contrasto con quelle precedenti. Inoltre, gli alberi, uno degli elementi più importanti della storia, erano rappresentati con delle scale e passerelle sospese in aria che si muovevano con un sistema di corde su e giù per il palco, accompagnate da teli per creare il senso delle foglie. Si tratta di una soluzione estremamente innovativa per rappresentare un’ambientazione che potrebbe sembrare a prima vista quasi impossibile da inscenare. Anche i costumi erano molto elaborati e molti di essi erano vivaci e colorati, così da esprimere le abitudini del tempo e le caratteristiche dei personaggi in modo chiaro e immediato agli occhi dello spettatore.

L'attore Matteo Cecchi interpreta il protagonista Cosimo.									(foto di Masiar Pasquali - fonte: sito web piccoloteatro.org)
L'attore Matteo Cecchi interpreta il protagonista Cosimo. (foto di Masiar Pasquali - fonte: sito web piccoloteatro.org)

Tutti gli attori hanno dimostrato una capacità incredibile di carpire l’essenza del proprio personaggio e di trasmetterla al pubblico in modo accattivante e coinvolgente. Ogni scena comica è stata esilarante e le diverse scene tragiche mi hanno genuinamente commosso, grazie alla capacità degli attori di cambiare le loro maschere da comiche a tragiche e viceversa senza uscire dal personaggio. In particolare, mi ha colpito molto la figura della madre di Cosimo, la generalessa Corradina von Kurtewutz, che dal tipico stereotipo del generale tedesco riesce a dimostrare un amore autentico e una stima profonda per suo figlio, fino al momento culminante del finale strappalacrime per il suo personaggio, durante il secondo atto. L’unica critica che mi sento di muovere agli attori riguarda il fatto che in alcune scene non si riuscissero a sentire bene le parole del padre Arminio, ma in generale penso che tutti gli attori abbiano fatto un lavoro impeccabile.

Personalmente ho adorato quest’opera teatrale con tutto me stesso, perché questo spettacolo mi ha fatto provare tante emozioni intense allo stesso tempo. Essendo questo il mio primissimo spettacolo in generale, sono contento di poter dire con sicurezza che andare a vederlo è stata un'ottima decisione. Consiglio assolutamente di non perdere "Il barone rampante" a tutti gli appassionati di teatro, a tutti gli estimatori dei testi di Italo Calvino e a tutti gli amanti di storie tragicomiche.

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