di Claudia Molteni Ryan
Alle operaie, alle impiegate nel settore privato, pagate circa il 15% meno degli uomini.
Alle laureate che si presentano ai colloqui, hanno un curricolo migliore di tutti gli altri candidati, ma viene assunto un uomo perchè magari lei "potrebbe sposarsi e avere dei figli".
Alle donne che lavorano e poi tornano a casa e hanno tutto il lavoro domestico sulle loro spalle.
Alle donne che sul lavoro potrebbero far carriera solo se "si concedessero".
Alle donne che hanno subito degli abusi.
Alle donne che tremano quando alla sera sentono che il marito torna ubriaco e, se di cattivo umore, potrebbe picchiarle per un nonnulla.
Alle donne che sono vittime di stalking e vivono in un continuo stato di ansia.
Alle donne prigioniere della gelosia dei loro partner, violenti psicologicamente e fisicamente.
Alle donne disperate, che subiscono violenza quotidianamente e non sanno come uscirne.
Alle 99 donne uccise nel 2024, alle 600 donne uccise negli ultimi quattro anni: ai loro sogni, alle loro speranze, ai figli che hanno lasciato.
La violenza sulle donne si manifesta in tanti modi.
Essere pagate meno significa sminuire il valore delle donne, è un retaggio sociale che andrebbe abolito e che nessun governo ha cancellato finora.
Si preferisce assumere un uomo invece di una donna non perchè lei sarà assente per la gravidanza, ma perchè quando il bambino sarà malato sarà normalmente la mamma che starà a casa e non il papà: anche questo è un lascito culturale che andrebbe cambiato.
Le donne che subiscono violenza fisica e psicologica in famiglia hanno ora, fortunatamente, molti centri a cui rivolgersi e appoggiarsi: ma le donne devono trovare il coraggio di andarci.
Se vogliamo che le cose cambino dobbiamo essere innanzitutto noi donne a batterci, a non accettare coercizioni, abusi, controlli. Una società dove uomini e donne hanno lo stesso valore e vige il rispetto reciproco è una società più giusta e con persone più felici.
Nel Foglio di Villagreppi sono stati pubblicati, per il 25 novembre, anche:
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