“You don’t know the life of a showgirl, babe, and you never ever gonna”
- Il Foglio di Villa Greppi

- 9 ore fa
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di Giulia Mauri
Progetto troppo ambizioso, album ordinario o musica per l’algoritmo? Mentre gli ascolti crescono, non mancano le discussioni intorno all’ultimo album di Taylor Swift. Esploriamo insieme il contenuto delle canzoni per farci una nostra idea.
Il marchio “Taylor Swift” non sembra conoscere crisi: The Life of Showgirl, infatti, continua a macinare grandi numeri (4 milioni di copie dell’album vendute solo nella prima settimana dall’uscita). Inoltre avrete certamente sentito, tra un reel sui social e l’altro, stralci del primo singolo The Fate of Ophelia, accompagnati da diverse versioni del balletto ricavato dal video ufficiale, che sembra progettato appositamente per TikTok. Eppure, insieme agli ascolti, cresce anche il dibattito intorno all’album, tra detrattori pronti a giurare che l’artista abbia ormai esaurito la sua creatività, fantasiosi interpreti che speculano su ogni singola parola e critici che ritengono il progetto “pigro”, poco coeso e poco riuscito, rispetto alle attese create nel pubblico dalla stessa Swift.
A ormai un mese dall’uscita dell’album, cerchiamo dunque di trovare un momento di silenzio all’interno del caos delle opinioni che si accavallano senza tregua sui social: solo così possiamo farci un’idea del significato generale del progetto e discutere alcune impressioni sulle singole tracce.
Come sa bene chi conosce l’artista, Swift nelle sue canzoni parla di norma della sua vita personale o dei suoi punti di vista sul mondo che la circonda. Questo album non fa eccezione, e possiamo individuare in esso due filoni principali: una serie di canzoni che descrivono la sua attuale situazione sentimentale, e un secondo blocco che si concentra invece, come promesso dal titolo, sulla “vita di una showgirl”.

The fate of Ophelia

Nella nostra analisi, non possiamo che partire dal primo brano e primo singolo: The Fate of Ophelia. Come la maggior parte delle tracce dell’album, questa canzone sembra ispirata direttamente alla relazione di Swift con Travis Kelce (ne abbiamo parlato qui: “The Life of a Showgirl”: la (discussa) vita di una pop star secondo Taylor Swift): in questo testo, infatti, l’autrice traccia un ponte con la sua produzione precedente, in particolare con The Tortured Poets Department, album in cui si soffermava lungamente sulla fine di diverse storie d’amore e sul conseguente senso di solitudine, abbandono, persino disperazione. Per sottolineare questo legame e mostrare il cambiamento che è intercorso da allora, Swift utilizza e rovescia l’immagine di Ofelia, eroina dell’ “Amleto” di Shakespeare, morta per annegamento a causa del comportamento di Amleto, di cui era innamorata. Grazie all’inizio della sua nuova relazione, però, Swift ha infranto la “profezia” negativa per cui temeva di “affogare nella sua malinconia” e non ha seguito la sorte di Ofelia.
In questo senso, presenta il futuro marito come un “salvatore”, il cui intervento decisivo le ha risparmiato una sorte di infelicità: “Ti ho sentito chiamare al megafono/ volevi vedermi tutta sola./ A quanto dice la leggenda, sei una specie di piromane, / ti piace accendere la miccia e guardarla bruciare/ e se non mi avessi cercata, sarei potuta affogare nella mia malinconia:/ avevo giurato fedeltà a me, me sola e me stessa,/ prima che tu accendessi il mio cielo”. E ancora, nel ritornello: “Tutto quel tempo / sedevo sola nella mia torre, / tu stavi affinando i tuoi poteri: / ora capisco tutto. / Una sera tardi mi hai tirato fuori dalla mia tomba / e salvato dal destino di Ofelia”.
Questa scelta non ha del tutto convinto molti ascoltatori, che vedono in questa canzone una sorta di passo indietro rispetto ad altre: ad esempio “The Man” (Lover, 2019), in cui l’artista si presenta come una donna “che si è fatta da sé”, e che non ha nulla da invidiare a un uomo di potere, anche se spesso questo non è riconosciuto dalla società. Alcuni hanno addirittura accusato Swift di farsi ora portatrice di ideali conservatori e “anti-femministi”, come se nella nuova canzone suggerisse che la vita di una donna non abbia senso, senza un uomo al proprio fianco.
Personalmente, credo in realtà che si tratti di due aspetti diversi della sua figura e personalità: da un lato, il successo economico e la fama non possono essere messi in dubbio, e sicuramente Swift rivendica di averli guadagnati con talento, mezzi e capacità propri. Tuttavia, come emerge anche in altre canzoni dell’album, oltre che una superstar con patrimonio da miliardaria, Swift è anche una donna tutto sommato “comune”, che desidera genuinamente un compagno al proprio fianco per potersi sentire appagata anche nella propria vita privata e sentimentale. Non mi sembra che le due esigenze siano necessariamente in contraddizione.


Proseguendo con le altre tracce che approfondiscono questo aspetto, “Opalite” descrive appunto la sensazione di liberazione e leggerezza che accompagna l’attuale fase della sua vita (“Questa è solo una tempesta in un bicchiere / ma riparati qui con me, tesoro / il tuono batte come un tamburo / questa vita ti colpirà forte / questo è solo un incidente di percorso / ma il fallimento porta alla libertà / e io posso portarti amore, amore, amore”).
In “Honey”, sulla stessa lunghezza d’onda, l’autrice mette a confronto le situazioni in cui, in passato, qualcuno si è rivolto a lei con le parole “honey” e “sweetheart” (tesoro, dolcezza) con atteggiamento spiacevole o passivo-aggressivo; ora, invece, il suo compagno può a buon diritto chiamarla “honey”, dato che a questa parola “dai un significato nuovo, / perché lo pensi davvero quando lo dici”. Più discussa è “Wood”, che sembra ispirarsi allo stile di Sabrina Carpenter, giocato su doppi sensi a sfondo sessuale.
The Life of a Showgirl
Altre canzoni si concentrano invece su quello che dovrebbe essere il filone portante dell’album: la vita della “showgirl”, tra il palco e la sfera privata, a cominciare dalla conclusione, la title track, che descrive il confronto tra l’io narrante e una showgirl fittizia di nome Kitty. Inizialmente, Swift racconta di avere assistito a uno spettacolo di Kitty (“Ho comprato un biglietto,/ lei balla nelle sue giarrettiere e calze a rete, / 50 ballerini, zero errori:/ ripensandoci ora, penso fosse destino”); da lei avrebbe ricevuto un avvertimento in merito alle asperità del mondo dello spettacolo (“Le ho detto: “Stai vivendo il mio sogno”/ allora lei mi ha riposto: / “Grazie per il bellissimo bouquet, / sei più dolce di una pesca, / ma non conosci la vita di una star, tesoro, / e non la conoscerai mai:/ più giochi più paghi”). Nella conclusione, Swift racconta invece di aver raggiunto quell’obiettivo, e di conoscerne ora gioie e lati oscuri (“Ho raccolto le sue perle di saggezza in una collana, / ho pagato ciò che dovevo con ogni livido, / sapevo cosa aspettarmi: / vuoi fare un giro sul giaccio nelle mie vene? / Mi hanno strappato come ciglia finte / e poi gettato via, / e i bersagli sulle pareti della sala da ballo/ sono di tutte quelle streghe che vogliono che io mi dia una mossa e muoia./ Ma ora sono immortale, bamboline:/ non potrei nemmeno se volessi.”)

“Elizabeth Taylor” e “Wi$h Li$t” affrontano da diverse prospettive le difficoltà di conciliare la vita pubblica della donna di spettacolo con le sue relazioni sentimentali, i suoi desideri e momenti privati. “Cancelled!” recupera un tema caro al suo album del 2017, “Reputation”, periodo in cui la stessa Swift era stata “cancellata” e coperta dallo scandalo a seguito di una faida con il controverso rapper Kanye West: in questo brano sembra invece rassicurare un’amica che si sta trovando nella stessa situazione (“loro sono stati dalla mia parte / prima della mia assoluzione / credevano che fossi innocente / quindi io non sono qui per giudicare”).

Al contrario, in “Actually Romantic” sembra “dissare” con ironia un’altra cantante (secondo i fan si tratta di Charlie XCX) e in “Father Figure” descrive il comportamento di un uomo che si è fatto carico di lei quando era molto giovane, presentandosi appunto come una “figura paterna” nei primi passi della sua carriera. In seguito si è però rivelato avido e privo di reale interesse nei suoi confronti: probabilmente allude a Scott Borchetta, proprietario della casa discografica “Big Machine Records” con cui la cantante ha avuto lunghe controversie legali per il possesso dei diritti dei suoi primi 6 album.
Personalmente, credo che questa sia una delle canzoni più interessanti dell’album, proprio per la sua struttura complessa, che lascia spazio a diverse interpretazioni. Swift sceglie infatti di cambiare, nel corso della canzone, il punto di vista da cui la storia è raccontata: le prime due strofe seguono quello dell’uomo adulto, mentre nella conclusione si presenta come voce narrante la giovane “protetta”, ormai cresciuta. Troviamo inoltre alcune scelte lessicali notevoli, che rivelano il tocco dell’artista. Per esempio, nel testo ricorre il lessico delle dinamiche mafiose: l’uomo dice a Swift che lui “protegge la famiglia” e che le chiede solo “la sua lealtà”, e nella conclusione lei ribatte che l’interlocutore “dormirà con i pesci / prima di accorgersi di stare affogando”.
Più criptiche risultano invece “Eldest daughter” (che mescola vari temi: la facile indignazione sui social, la ricerca di una felicità semplice simile a quella dell’infanzia, ancora la relazione con Kelce) e “Ruin the friendship” (che, immersa in sonorità country, sembra ricordare un episodio legato all’adolescenza della cantante: la morte, forse per suicidio, di un amico da cui si era allontanata all’inizio della sua carriera).
In conclusione, l’album, a mio parere, rispetta, almeno in parte, le aspettative con cui è stato annunciato. Non tutte le canzoni hanno lo stesso valore o incontrano allo stesso modo il mio gusto: le prime quattro e la traccia di chiusura sono decisamente il nucleo solido del progetto e, da sole, valgono, come si suol dire, “il prezzo del biglietto”. Inoltre, non è un caso che la produzione e le melodie siano decisamente più pop e orecchiabili rispetto all’album precedente: da abile stratega di marketing quale è, Swift si pone in ogni lavoro un obiettivo specifico, e in questo caso sembra essere spingere la propria musica a una circolazione social senza precedenti (cosa che, evidentemente, le sta riuscendo).
In definitiva, la “vita di una pop star” viene esplorata sotto molti punti di vista: i lustrini, le luci della ribalta, le faide in rete, ma anche i sentimenti e i desideri della persona che sta dietro al personaggio, così come i cambiamenti della sua vita privata.
Dunque: si poteva fare di più? Magari, rivelare qualche dettaglio più sfizioso? Forse non potremo mai realmente “conoscere la vita di una showgirl”? Ebbene, per accontentare i fan più curiosi, poche settimane fa Swift ha annunciato che il 12/12 uscirà sulla piattaforma di streaming Disney+ “The end of an Era”: una docu-serie in 6 puntate che racconta il “dietro le quinte” del suo ultimo tour mondiale The Eras Tour. Nei due trailer finora rilasciati, vediamo intervenire sia membri dello staff di Swift (corpo di ballo, cantanti di supporto, band), sia artisti con cui ha collaborato in diverse tappe del tour (Ed Sheeran, Sabrina Carpenter, Gracie Abrams, Florence Welch), ma soprattutto persone a lei vicine (la madre, Andrea Swift, il fidanzato e i suoi immancabili gatti).
Insomma, per saperne di più…non ci resta che attendere!

Per la prima puntata:





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