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Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

Le persecuzioni religiose oggi: WORLD WATCH LIST 2024

di Francesco Sinigaglia

 

Quando pensiamo alle persecuzioni religiose, la nostra mente ripensa ad epoche remote e scenari oscuri, ben lontani dal nostro ideale moderno di inclusione e tolleranza. Anche se oggi la società occidentale sembra estranea a questi fatti, la libertà religiosa è ancora minata, in maniera costante e spesso feroce, in molti Paesi del mondo. La fede più contrastata a livello mondiale è il cristianesimo. Lo dice chiaramente la “World Watch List”, il rapporto annuale dell’associazione “Porte aperte”, ONLUS che dal 1955 si occupa del sostegno ai perseguitati religiosi.

Il resoconto dell’anno 2023 mostra una crescita dell’oppressione anticristiana, mantenendo l’impressionante accelerazione degli ultimi 10 anni. Oltre 365 milioni di cristiani sperimentano persecuzioni e discriminazioni a motivo della loro fede, ovvero 1 cristiano su 7 nel mondo. Il rapporto prende in considerazione 78 Paesi, classificati secondo tre livelli: persecuzione alta, persecuzione molto alta e persecuzione estrema. Le prime 50 nazioni della lista registrano una persecuzione molto alta, attuata in diverse forme: esclusione dalla sanità e dall’istruzione, matrimoni forzati e stupri. Crescono gli attacchi a chiese e proprietà pubbliche cristiane, costringendo molti fedeli alla fuga. Inoltre, la pressione, fatta di vessazioni quotidiane e minacce è in costante aumento.


La maggior parte di questi crimini si concentrano in Africa, Medioriente e Asia.

I primi 13 Paesi registrano una persecuzione estrema, in cui il governo contrasta apertamente il cristianesimo. I fedeli subiscono aggressioni, rapimenti, torture e, in certi casi, la pena di morte. Le principali cause di queste persecuzioni sono l’oppressione tribale, che si riscontra quando una tribù o clan impone norme relegate a contesti tribali e non statuali, creando problemi a chi non vi si assoggetta, come in Camerun, nel nazionalismo religioso, ossia la ricerca di assoggettare un'intera nazione ad una sola confessione, come per l’Arabia Saudita, e nella paranoia dittatoriale, riscontrabile quando un governo autoritario tende a  mantenere il potere con la violenza, come in Afghanistan.

Secondo il rapporto i 5 Paesi più pericolosi per i cristiani, in ordine crescente, sono: Yemen, Eritrea, Libia, Somalia e Corea del Nord. I dati parlano chiaro, la persecuzione religiosa non è una realtà relegata nel passato, ma un orribile presente che la nostra società non può ignorare. Oggi più che mai i martiri muoiono, nel silenzio generale o in urla atroci, e noi, liberi di credere in ciò che vogliamo, abbiamo il dovere di curarci delle loro vite.

  


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