di Sara Cogliati
Avete presente quel tipo di persona che è bravissima in uno sport, in una materia scolastica o in un determinato lavoro? Quella che avreste paura di sfidare perché non si lascia mai superare da nessuno?
Ecco, Tim Grover la definirebbe invincibile, inarrestabile o ancora meglio implacabile, aggettivo con cui ha intitolato il suo libro, di cui andremo a trattare. L’autore è conosciuto come l’allenatore dei cestisti più famosi e iconici del mondo, tra cui Michael Jordan, Kobe Bryant e Dwyane Wade; perciò ci spiega, tra un aneddoto e l’altro, il modo di pensare estremamente prezioso di questi giocatori, che hanno reso le loro performance eccellenti.
Tim parte individuando tre tipi di persone: il cooler, il closer e il cleaner. Il primo, il facilitatore, aspetta che gli venga detto ciò che deve fare, osserva per capire come si stanno muovendo gli altri e infine segue il leader. È un mediatore, non uno che prende decisioni; non si schiera, a meno che non sia costretto a farlo. Può reggere una certa dose di pressione se le cose vanno bene, ma se la situazione si complica passa la palla a qualcun altro.
Il secondo, il finalizzatore, può reggere una pressione notevole; porterà a buon fine il lavoro, se lo metti nelle condizioni giuste e gli dici esattamente che cosa vuoi che faccia. Studierà ogni genere di scenario per poter anticipare i potenziali sviluppi, ma si troverà a disagio di fronte a un’evoluzione imprevista. Cerca attenzione e rispetto, è molto consapevole di quello che fanno gli altri e di quello che pensano di lui. Ama i riconoscimenti e i vantaggi che il suo prestigio personale gli garantisce. Potendo scegliere, preferirebbe la sicurezza finanziaria alla vittoria o al successo.
Il terzo scala la montagna e lavora per rimanere in cima alla vetta. Fa in modo che sia la concorrenza a studiare lui e non il contrario; non si preoccupa di chi ha di fronte, sa di poterla spuntare con chiunque. Si fida del proprio istinto e tira; non ha bisogno di pensarci. Non ha mai la sensazione di avere raggiunto il successo, perché c’è sempre qualcosa in più da realizzare. È chiamato cleaner, cioè “spazzino”, perché spazza via tutti gli ostacoli che incontra durante il percorso; insomma, è concentrato al cento per cento sul suo obiettivo mentre ciò che è d’intralcio lo elimina. Michael Jordan è un esempio di cleaner: alla vittoria di un nuovo campionato non alzava un numero di dita equivalente, ma alzava un dito in più per indicare il successivo.
Queste tre categorie appena descritte non valgono solo per gli sport, ma anche per l’ambito scolastico, degli affari e della vita personale. Questo libro ci insegna che i veri vincenti sono i cleaner, vale a dire quelli che non mollano mai, si allenano più di tutti e dedicano la loro vita a ciò che fanno. Soprattutto non si fermano mai alla singola soddisfazione del raggiungimento di un obiettivo, anzi lavorano sul lungo termine: raggiungono ogni scopo, uno dopo l’altro, in modo tale da essere i migliori, l’eccellenza insuperabile, inarrestabile.
Per concludere vi riporto uno spunto che apre a una breve riflessione interiore: avete uno obiettivo a cui mirate? Se sì, quanto vi state impegnando per portarlo a termine? Quanto è importante per voi?
«Essere il migliore significa costruire una vita in cui non ti fermi finché non hai raggiunto il tuo obiettivo, e poi proseguire fino al traguardo successivo. E giunto a quel punto, volere e inseguire qualcosa di più».
-Tim Grover
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