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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

UN NATALE VILLAGREPPINO

di Sarah Mazzarelli

Il Natale è alle porte, e con esso arrivano regali, pandori, cenoni… e anche Villa Greppi non si astiene dai festeggiamenti. Come tutti gli anni, è stata organizzata la festa di Natale, che non ha lo scopo di “saltare le ultime ore di lezione”, ma permette di passare del tempo tra ragazzi e professori, all’insegna di biglietti di auguri, musica e, soprattutto, esibizioni.

È stata una festa bellissima, particolarmente apprezzata dopo tutti i limiti che abbiamo dovuto vivere a causa del Covid.

Una novità assoluta di quest’anno sono stati il coro e la band, formati da studenti e professori che hanno dedicato dei pomeriggi di quest’ultime settimane alla preparazione delle performance. È stata davvero una bella sorpresa. Il coro, che ha aperto lo spettacolo, ci ha intrattenuti con canti natalizi, alcuni dei quali anche parecchio difficili, mentre la band (di cui fa parte anche il preside Dario Crippa suonando il sax) ha chiuso le performance con una nota di allegria.

Rimanendo sul canto, si è esibita Giada Borgato (2LA), che possiamo considerare una quasi professionista del settore e non ha tradito le aspettative. Ha questa passione sin da piccola e in generale ama tutto ciò che ha a che fare con la musica. Fa parte sia del coro che della band, e in soli cinque anni di studio vero e proprio è già riuscita a partecipare a concorsi, spettacoli e guadagnarsi un master; ha quindi esperienza sia da solista che nel campo collettivo, e le piace variare, provando sempre nuovi generi. E alla domanda “cosa provi nei confronti del canto?” non c’è stata la minima esitazione: questa passione è una “liberazione e sfogo di tutte le sue emozioni”, e anche se necessita di impegno e dedizione, i risultati ripagano e non si stancherebbe mai; le nuove esperienze vanno prese sempre con positività, senza tirarsi indietro, perché il rischio è di perdere la migliore possibilità della sua vita. Per questo motivo accetta quasi tutte le proposte, da essere impegnata quasi tutti i giorni. Anche l’appoggio degli altri è fondamentale, e un grosso ringraziamento va proprio alla sua insegnante, che l’aiuta sia con la tecnica che con la sicurezza in se stessa. Il suo scopo è non solo trasmettere ciò che vuole raccontare la canzone, ma anche (e soprattutto) far “comprendere l’importanza che ha la musica nella sua vita”.

Anche Emma Davanteri e Luca Ziliani (1SA) hanno qualcosa da dirci, o meglio, intonarci.Essendo in una classe prima si sono esibiti per la prima volta con grande successo. Emma canta da sempre ed è addirittura autodidatta, anche se si è appoggiata a persone che hanno seguito/seguono dei corsi per avere delle dritte che hanno svoltato la sua percezione della musica e anche l’eseguimento. Ha appena ricominciato con il coro, nella speranza di un continuo miglioramento. Nonostante il talento, la decisione di cantare è stata difficile: la paura di non essere all’altezza di fronte a un pubblico stava per prevalere, ed è stato fondamentale l’aiuto di amici per spronarla, conoscendo il suo amore per il canto. “L’idea di cantare con Luca è stata di una mia amica - ha detto Emma - all’inizio l’abbiamo presa sul ridere, ma poi pensandoci, ci siamo resi conto che non era una brutta idea, così abbiamo iniziato ad allenarci insieme”. L’esibizione è rivolta a quelli più timidi: vorrebbe dire a coloro che si vergognano, che pensano di non esserne capaci, di buttarsi, perché queste sono esperienze che la vita offre e che bisogna cogliere. La fierezza sta nell’averci provato aver superato l’ostacolo dell’ansia e della paura. Un utilissimo consiglio che magari porterà qualcuno sul palco del Villa Greppi nei prossimi anni.

Per Luca la situazione è un po’ diversa: dice di aver ‘ereditato’ la voce dai propri genitori, e quindi ha deciso di buttarsi in un’esibizione canora, ma non si definisce un granché come cantante (anche se questo è tutto da vedere): vorrebbe far capire a tutti la libertà che si prova, e crederci davvero se è ciò che piace fare, senza preoccupazioni o paragoni verso altri. La passione è nata ascoltando il suo cantante preferito, Zayn Malik, che riesce a trasmettergli tante emozioni. E così vorrebbe fare anche lui, perché il canto lo rilassa e “in un certo senso, mi rende libero”.

Luca Conti (3IB) ci ha mostrato un’altra visione della musica. Suona il pianoforte dalle medie, perché era un indirizzo musicale, anche se c’è stato un periodo di pausa. Ha ripreso da qualche mese e ammette di aver trovato difficoltà in merito alla scelta di esibirsi o meno: è stato grazie all’incoraggiamento del professor Salvatore che ha deciso di buttarsi e superare la fatidica paura di sbagliare, e ha fatto benissimo, perché ha reso magica l’atmosfera dell’aula magna. Il suo scopo era “abbattere lo stereotipo secondo cui la musica classica è noiosa: bisognerebbe cercare di ascoltarla in un modo diverso dalla musica moderna, per apprezzarla maggiormente”.

Spostandoci sul ballo, è Sara Cogliati (3LC) a esserne la protagonista, lasciando tutti a bocca aperta per la sua carica vitale. La sua passione è nata quando era molto piccola: lei e sua mamma si divertivano a ballare mettendo delle canzoni sullo stereo, mentre il papà le insegnava a sentire il ritmo e contare i battiti della musica; più avanti ha iniziato con i corsi, ed è stato amore a prima vista (o a primo “passo”). Principalmente ha studiato hip hop, ma trova interessanti altri stili, come il classico, il contemporaneo e le danze latino-americane. Adesso è autodidatta, si è presa una pausa dai corsi e balla solo quando se la sente eseguendo prevalentemente coreografie sue. Definisce elettrizzante l’idea di mettersi in gioco, che le permette di “buttare fuori tutta l’energia che ha in corpo”, rendendo partecipe il pubblico delle sue emozioni. È proprio quest’ultimo a spronarla, con “la volontà di spaccare, la libertà di espressione, l’energia e tanta positività”: il palco e la possibilità di esibirsi sono un regalo, che sia un teatro, un parco o una scuola.

È stata alternativa la proposta di Chiara Frigerio (5SA), che ha letto un brano sull’Amore. Il suo progetto nasce causalmente, dalla sua impulsività e voglia di mettersi in gioco, collegato alla riflessività e capacità di viaggiare con la mente, formulando idee e pensiero critico su temi anche abbastanza importanti. Esporsi, metterci la faccia li definisce “una sfida, ma allo stesso tempo una grande vittoria”: non è facile andare incontro alle proprie paure o difetti, ma esternare sé stessi, il proprio pensiero e modo di fare è un traguardo. “Ho cercato di trasmettere – esprime riguardo la sua esibizione – quel brivido che viene a me ogni volta che si parla d’amore. È un argomento complesso, e penso che nella società di oggi se ne parli veramente poco”.

Non mancano le performance dei nostri professori: Dario Salvatore (tra l’altro, docente responsabile della band) ci ha ammaliato con la sua chitarra e Claudio Scaccabarozzi ha cantato “Desperado Eagles”. Anche per lui questo hobby c’è da sempre, ha iniziato da giovane con il canto corale e adesso prosegue per diletto.

È stata una grande festa, ricca di tante emozioni e il grande piacere di stare tutti insieme. Non manca di augurarvi uno splendido Natale!


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