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Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

Studenti al tempo di Covid: QUELLO CHE ABBIAMO PERSO

di Edoardo Gatti



''Se vuoi l'arcobaleno, devi rassegnarti a sopportare la pioggia''- Dolly Parton.

Tante gocce d'acqua ci inondano da mesi ormai, tanto da rendere inutili migliaia di ombrelli, ovvero ogni singolo infermiere del mondo che tutt'ora sta provando a contrastare il coronavirus, minuscolo da osservare al microscopio ma che si è, e si sta rivelando, una gigantesca minaccia per l'umanità.

Sono passati otto mesi dal primo caso di coronavirus in Italia, che risale precisamente al 21 febbraio di questo maledetto 2020. Mi ricordo ancora l'ansia che mi avvolgeva lo stomaco appena guardavo varie trasmissioni, soprattutto il Tg serale, dove trasmettevano scene degne di un film horror: gente che crollava in strada, aumento dei contagi, immagini di persone in terapia intensiva e un sacco di aneddoti sui quali preferirei non soffermarmi più di tanto. Poi si sono susseguiti tutti gli avvenimenti che purtroppo conosciamo bene, ma purtroppo era solo l'inizio di quella che va delineandosi come una catastrofe sotto tutti i punti di vista.

Essendo studente, il mio primo pensiero non può non andare alla situazione scolastica e alle misure prese. Soprattutto per chi ha appena iniziato un nuovo percorso scolastico (anche io frequento la classe prima del liceo linguistico), i rapporti sociali sono particolarmente importanti.

Per quanto riguarda i vari cicli di studi (elementari, medie e superiori) la mia idea è quella di ritornare a scuola con tutte le norme anti-contagio, per il bene degli studenti.

Come ben sappiamo, questa pandemia ha portato via quelli che considero Patrimonio dell'Unesco Italiano, ovvero i nostri amati nonni. È doloroso immaginare un bambino che dovrà affrontare parte della vita senza una delle figure più importanti della famiglia, capace di farti sentire amato e considerato per tutto l'arco della giornata, mettendoti al primo posto su tutto. Crescere, soprattutto in questa società spericolata, senza l'esperienza, i valori umani e la saggezza dei nonni lo ritengo una grossa perdita.

Sicuramente, in fondo al profondo tunnel in cui siamo catapultati, non si vede ancora quel tanto desiderato fascio di luce, anche a causa del menefreghismo in taluni casi di alcuni individui che vivono con strafottenza questo momento, senza un po’ di buonsenso (anche al di là delle norme), provocando l'effetto domino che conosciamo: contagi-restrizioni-crisi economica- crisi sociale.

Ma, dopo tanta pioggia, tornerà sicuramente l’arcobaleno.

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