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PizzAut: dove la diversità diventa valore

  • Immagine del redattore: Il Foglio di Villa Greppi
    Il Foglio di Villa Greppi
  • 2 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

le studentesse e gli studenti di 4IB


All’inizio pensavamo che fosse solo un pranzo fuori scuola… Invece era molto di più.

La 4IB con Nico Acampora, fondatore di PizzAut
La 4IB con Nico Acampora, fondatore di PizzAut

Tutto è cominciato con un incontro in classe insieme a una psicologa, che ci ha subito messo alla prova con alcune riflessioni: “Come vivete un momento di socialità? Cosa vi aspettate da questa esperienza?”.


L’obiettivo era vivere questa uscita non solo come una “gita culinaria”, ma come un’esperienza umana, fatta di rispetto, ascolto e consapevolezza.


Una settimana dopo, il 13 ottobre 2025, siamo andati a PizzAut, a Monza. Prima ancora di sederci, Nico Acampora, il fondatore, ci ha dato qualche indicazione chiara: niente casino, niente cellulari e — soprattutto — rispetto per i camerieri, senza disturbarli mentre lavorano. Quelle parole ci hanno fatto capire che stavamo entrando in un posto diverso, dove ogni gesto ha un significato.


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Una volta seduti, l’atmosfera era accogliente e allegra, ma anche piena di curiosità. Quando è arrivato Lorenzo, uno dei camerieri, ci ha lasciati a bocca aperta: ci ha chiesto la nostra data di nascita e, senza pensarci troppo, ci ha detto in che giorno della settimana eravamo nati! Un talento incredibile, una piccola dimostrazione delle straordinarie capacità dei ragazzi autistici che lavorano qui.


Durante il pranzo — oltre a gustare pizze fantastiche — Acampora ci ha raccontato la storia di PizzAut, il primo ristorante in Italia completamente gestito da persone autistiche. Un progetto che nasce per offrire a questi ragazzi una vera possibilità, lontano dalla monotonia dei centri per disabili, e per mostrare che ognuno ha un posto nella società, non ai margini ma nel pieno della vita di tutti i giorni.


Pizzaut non è solo un ristorante: è un messaggio potente di inclusione, un esempio concreto di come la diversità possa diventare un valore e non un limite.


Qualche giorno dopo, la psicologa è tornata per un momento di riflessione finale. Ognuno di noi ha raccontato cosa si è portato a casa: chi ha parlato di empatia, chi di rispetto, chi semplicemente del senso di scoperta di una realtà che non conosceva.


Alla fine, siamo usciti tutti con la stessa sensazione: questa esperienza ci ha fatto bene. Non solo perché abbiamo mangiato benissimo (spoiler: le pizze meritano davvero! 🍕), ma perché ci ha insegnato che l’inclusione non si predica, bensì si vive.


La 4IB con i docenti accompagnatori davanti a PizzAut
La 4IB con i docenti accompagnatori davanti a PizzAut

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