Peppe Vessicchio: un Maestro straordinario, un uomo amabile e amato
- Il Foglio di Villa Greppi

- 10 ore fa
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di Arianna Canclini

Quando si parla di musica italiana e di Festival di Sanremo, subito viene in mente l’immagine di un uomo dallo sguardo buono e dalla barba folta: si tratta del Maestro Peppe Vessicchio. Direttore d’orchestra, compositore, arrangiatore e volto amatissimo della televisione, negli anni è diventato molto più di un semplice artista musicale. La sua figura, paterna e rassicurante, è entrata nell’immaginario collettivo come un simbolo della musica italiana.
Peppe era nato a Napoli 69 anni fa e, fin da bambino, si è avvicinato alla musica con una naturalezza quasi istintiva: era un vero e proprio talento. La sua carriera inizia a decollare negli anni ’80, quando firma arrangiamenti per grandi artisti italiani come Gino Paoli, Edoardo Bennato, Roberto Vecchioni, Zucchero e Ornella Vanoni. In quegli anni Peppe non era solo un "musicista dietro le quinte": era un giovane uomo che passava notti intere in studio, provando e riprovando, cercando sempre “quella nota in più” che potesse far vibrare il cuore di chi ascoltava.
Nel corso degli anni, ha collaborato con moltissimi altri interpreti, tra cui Andrea Bocelli, Biagio Antonacci e Fiordaliso. Ogni collaborazione per lui era un incontro umano prima ancora che professionale. Vessicchio aveva la capacità di mettere a proprio agio gli artisti: chi lo conosceva da vicino diceva, infatti, che parlava poco, ma ascoltava molto.
Oltre a dedicarsi alla musica pop, durante la sua carriera dirige orchestre, ha composto colonne sonore e partecipato a numerosi programmi televisivi dedicati alla musica, come "Amici" di Maria De Filippi e, soprattutto, il Festival di Sanremo, il palco che lo ha reso famoso tra la gente comune.
La sua presenza al Festival non era solo tecnica: era emotiva. La frase “Dirige il maestro Vessicchio” è diventata negli anni un rituale, un tormentone, un appuntamento che rassicurava artisti e pubblico. Quando veniva pronunciata, si percepiva una sorta di silenzio speciale, come se tutti sapessero che quell’esibizione avrebbe avuto qualcosa in più. Vessicchio aveva la capacità rara di far sentire protetti gli artisti sul palco, come un padre che accompagna i propri figli durante il momento più importante. Tanti giovani artisti lo vedevano come un vecchio papà capace di guidarli nei propri esordi.

Uno dei suoi meriti più grandi è stato, infatti, quello di unire generazioni diverse: gli adulti lo conoscevano già da decenni, mentre i giovani lo hanno scoperto e amato anche grazie ai social. Alcuni meme su di lui sono diventati virali e hanno fatto ridere tutti, dai ragazzi ai nonni. Ma ciò che colpiva davvero era la sua reazione: Peppe non si offendeva, non si irrigidiva, anzi sorrideva e spesso si divertiva. Aveva un senso dell’ironia semplice e genuino, che lo rendeva incredibilmente umano.
Era un uomo di grande cultura musicale, ma capace di parlare con parole semplici, senza far pesare la propria competenza (e ne aveva!). Gli piaceva spiegare la musica, far capire quanto fosse importante rispettarla, e lo faceva con dolcezza, come chi sa che una passione si trasmette solo con il cuore. Peppe non si limitava a dirigere: educava, incoraggiava, emozionava. Ogni suo gesto sul podio sembrava un invito ad ascoltare meglio, a non dare mai la musica per scontata.
Per quanto riguarda la sua vita privata, era descritto come una persona umile, affettuosa, molto legata alla famiglia e alle sue radici napoletane. Amava il silenzio quasi quanto amava il suono, e diceva spesso che nella calma si trovano le note migliori. Questa delicatezza d’animo traspare ancora oggi in ogni ricordo che colleghi e amici hanno di lui.
Il Maestro Peppe Vessicchio ci ha tristemente lasciati lo scorso 8 novembre e tutto il mondo della musica si è stretto intorno alla sua famiglia. Ricordarlo oggi e in futuro significa dare valore a ciò che rappresentava: professionalità, umanità, dedizione e amore sincero per la musica. Peppe Vessicchio non è stato solo un maestro d’orchestra: è stato un compagno di viaggio per il pubblico italiano, una presenza discreta ma fondamentale, un uomo capace di emozionare con un semplice sorriso e con il movimento gentile della sua bacchetta.





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