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Le drag queen e l'arte di essere se stessi

  • Immagine del redattore: Il Foglio di Villa Greppi
    Il Foglio di Villa Greppi
  • 7 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min

di Anita Ruggiero


Priscilla, la più famosa drag queen italiana e conduttrice nello show "Drag Race Italia".  
Priscilla, la più famosa drag queen italiana e conduttrice nello show "Drag Race Italia".  

Le drag queen sono una figura rappresentativa della comunità LGBTQIA+, anzi di più: sono un simbolo della lotta contro gli stereotipi di genere, dal momento che promuovono la libertà di essere se stessi.

Nonostante molti pensino che questa forma d'arte sia recente, essa ha, in realtà, origini antichissime, legate a un'altra forma d'arte, quella del teatro. Basta ricordare che, dall'antica Grecia all'epoca di Shakespeare, alle donne non era consentito recitare, perciò gli attori maschi interpretavano i ruoli femminili, indossandone abiti e maschere.


Per il primo vero e proprio boom della cultura drag bisogna, però, aspettare l'epoca vittoriana (XIX secolo): è in quel periodo, infatti, che compaiono le prime persone che si mostrano apertamente con abiti dell'altro sesso, definiti "drag". Il nome nasce dal verbo to drag, "trascinare", con riferimento ai lunghi e vaporosi abiti caratteristici di questi artisti. Allora esisteva la distinzione tra chi lo faceva per lavoro e che, una volta terminato lo spettacolo, tornava a casa, alla "normalità", e chi lo faceva per piacere, fatto che rappresentava un disonore per l'individuo e per le persone che gli stavano accanto.


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RuPaul è la più famosa drag queen al mondo. Ha vinto ben undici Emmy Awards e ha condotto il programma "RuPaul's Drag Race".

Una svolta per il mondo drag si ebbe durante le guerre mondiali: vi furono, infatti, in entrambi gli schieramenti, soldati che, per alleviare il dolore e la solitudine propri e dei compagni, si vestivano da donne, ballavano e cantavano. Costoro erano socialmente accettati perché riportavano il buonumore al fronte. 


Diversamente dall'opinione comune, essere una drag è per tutti. Comunemente si pensa, infatti, che quest'arte sia riservata soltanto a uomini omosessuali, ma, in realtà, chiunque potrebbe praticarla: uomini omosessuali, uomini eterosessuali, donne omosessuali, donne eterosessuali, persone non binarie, persone transgender e persone di genere fluido. Forse non tutti sanno, ad esempio, che esistono anche i drag king, ovvero coloro che interpretano performance di genere maschile.


In particolare, vorrei focalizzare l'attenzione su quello che è accaduto all'Arena di Verona sabato 13 settembre, durante i "TIM Music Awards". La cantante Elodie si è esibita con cinque drag queen, di cui una soltanto faceva già parte del suo corpo di ballo. Non le avete notate nei video trasmessi dalla Rai? Sicuramente no, proprio perché la grande azienda televisiva ha preferito mostrare solo primi piani di Elodie o del pubblico piuttosto che le coreografie. Questa potrebbe essere considerata una vera e propria forma di censura: non è la prima volta, infatti, che un’istituzione preferisce nascondere piuttosto che mostrare e questo fatto trasmette un messaggio sbagliato, come se certe identità e forme d’arte non meritassero di essere viste. Queste performance sono, invece, una parte importante della cultura di oggi e dovrebbero essere celebrate, non nascoste. Bisognerebbe andare oltre i pregiudizi e accogliere la diversità, dando spazio a tutte le voci, specialmente a quelle che spesso vengono dimenticate. 


Elodie con due ballerine drag queen durante l'esibizione dei "TIM Music Awards" del 13 settembre all'Arena di Verona.
Elodie con due ballerine drag queen durante l'esibizione dei "TIM Music Awards" del 13 settembre all'Arena di Verona.

L'arte delle drag queen è un modo di esprimere la propria identità e creatività, senza limiti imposti dal genere o dall'orientamento sessuale. Essere una drag è una forma di espressione artistica che critica, con umorismo e spirito, gli stereotipi di genere. Essa permette di mostrarsi al mondo per come si è veramente, rivelando una parte importante di sé che la società, però, associa all'altro sesso e che, quindi, considera "immorale". A questo proposito, è importante ricordare che le drag queen non si esibiscono soltanto in locali notturni, come comunemente si crede, ma possono farlo anche nei teatri, con balli, canti in playback o altre performance artistiche.


È possibile mostrare una parte della propria persona e del proprio vero essere anche attraverso i vestiti e gli accessori che indossiamo. Questo è, dunque, ciò che fanno le drag queen e non è giusto giudicare le loro esibizioni come “strane” e/o immorali, ma, piuttosto, sarebbe necessario iniziare a considerarle per ciò che realmente sono: delle forme d’arte attraverso cui le persone rivelano una parte del proprio vero sé.  

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