La questione israelo-palestinese ieri e oggi: un incontro per capire e approfondire
- Il Foglio di Villa Greppi

- 1 giorno fa
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di Giulia Ciccarese

Come si è generato, nel corso della storia, ciò che sta accadendo oggi a Gaza? E che cosa è successo nell'ultimo periodo?
Venerdì 17 ottobre, nell'aula magna del nostro istituto, si è tenuto un incontro per gli studenti del Biennio durante il quale si è cercato di rispondere a queste due domande.
Il professor Crippa si è impegnato ad esporre tutto quello che ha portato alle tensioni oggi esistenti tra lo stato di Israele e quello di Palestina. È da più di 60 anni, infatti, che la striscia di Gaza è murata da parte sia di Israele che dell'Egitto: essa può essere definita, dunque, una "prigione a cielo aperto", dato che i suoi abitanti non possono uscire. Prima vi potevano entrare in mare e le piccole imbarcazioni dei pescatori potevano stare dentro al braccio di mare delimitato, mentre ora non più: questo è uno dei fattori che rende la guerra tra Israele e Palestina "unica", in senso negativo. Israele, inoltre, occupa gran parte dello stato palestinese illegalmente, costruendo mura interne al territorio della Cisgiordania, infatti il confine tra Israele e Palestina è di 320 km, mentre il muro che divide uno Stato dall'altro è di circa 760 km. È da anni che Israele costruisce colonie illegali in Cisgiordania e che, quindi, controlla più di metà di questo Stato.

Israele ha costruito sei mura in totale, infatti è completamente murato: dalla parte di Gaza, con l'Egitto, con la Giordania, con la Cisgiordania, con il Libano e con la Siria. Sono tutti muri costruiti da Israele, poiché è stato attaccato diverse volte nel corso del '900.
Le minoranze ebraiche, in Europa, sono sempre state perseguitate dai cristiani nel corso della storia, quindi gli Ebrei, ad un certo punto, decidono di fondare un proprio Stato. Dove? In Palestina, la "Terra Promessa" da Dio al popolo ebraico. Iniziano, così, le tensioni tra Ebrei e Arabi, che si trasformano presto in attentati terroristici reciproci.
La goccia che fa traboccare il vaso è l'attacco terroristico al "King David Hotel", avvenuto nel luglio del 1946, in cui gli Ebrei fanno esplodere una parte dell'hotel, uccidendo una ventina di persone. Mentre vengono definiti i confini dello stato arabo ed ebraico, le Nazioni Unite propongono di lasciare Gerusalemme indipendente poiché troppo importante per entrambi i Paesi.
Nel 2012 si è votato per decidere se accettare o meno la Palestina nelle Nazioni Unite, quasi tutte le nazioni hanno votato di sì, ma la Palestina è stata ammessa solo come Stato Osservatore.
La professoressa Castelletti, invece, si è occupata di parlare dell'attualità, parlando del genocidio che è in corso da ormai due anni a questa parte e di tutte le ingiustizie ad esso connesse, come il fatto che molti giornalisti siano stati volontariamente uccisi dal governo israeliano.
Si è tenuto a sottolineare che la guerra non è iniziata il 7 ottobre del 2023, quando Israele ha subito, da parte di Hamas, il più grave attacco terroristico di sempre, che è, ovviamente, da condannare, ma va avanti, appunto, da secoli. Dal pomeriggio stesso di quel 7 ottobre, inoltre, Gaza ha subito quella che potrebbe essere definita una "seconda Nakba", ovvero l'esodo forzato della propria popolazione, che si sta manifestando sottoforma di genocidio. Hamas ("Movimento di Resistenza Islamica") è un movimento islamista fondamentalista che nasce alla fine degli anni '80 e che si compone di due "braccia", un braccio armato e un braccio politico.

Ci è stato spiegato che Stefano Savona è un regista italiano che ha girato un documentario sulla striscia di Gaza e parla di "distruzione e annientamento" ben prima del 2023. Inoltre, già alla fine del 2023 il Sudafrica denuncia Israele per genocidio alla Corte Internazionale di Giustizia. Il processo contro Israele è già iniziato, probabilmente impiegherà anni e non sarà facile.
Questo conflitto viene considerato unico per diversi fattori, a partire dalla ferocia, la rapidità, le vittime e le conseguenze dell'attacco. Infatti, se si prendono in considerazione i grafici che mostrano le vittime, risulta subito evidente che le vittime di Gaza sono molto superiori a quelle di Israele.
A Gaza si è verificato anche uno sfollamento, un fenomeno che vede gli abitanti abbandonare la propria casa per rimanere, però, nel proprio Paese, avendo così dei profughi "a casa propria". Inoltre, altro elemento di disumanità, lo Stato di Israele blocca l'elettricità, tutti i servizi e gli aiuti umanitari a Gaza.
Il 16 settembre 2025 una commissione di inchiesta dell'ONU ha reso note le conclusioni di un'indagine messa in atto per verificare se quello che sta accadendo a Gaza possa essere definito "genocidio": la risposta è, purtroppo, affermativa.





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