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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

L’impegno di due ex-villagreppine per il sociale: UN VIAGGIO NEL MONDO DI LEI A.P.S.

di Paola Radaelli


A volte è interessante scoprire cosa sono riusciti a realizzare gli ex-villagreppini una volta concluso il loro percorso scolastico, e di solito si scoprono belle sorprese. È il caso di Chiara e Benedetta, due ragazze che, dopo il diploma a Villa Greppi, hanno intrapreso un percorso significativo a livello sociale. Ci siamo fatti raccontare le loro vite per capire come sono arrivate a fondare l’associazione Lei a.p.s.


Chiara

Chiara Commito ha trascorso cinque anni al liceo sociopsicopedagogico di Villa Greppi, ed è sempre stata affascinata dalla psicologia. Ha frequentato la triennale di Scienze tecniche e psicologiche all’università Milano Bicocca, per poi fare la magistrale all’ospedale S. Raffaele di Milano, con specializzazione in Psicologia clinica e della salute. Le sue tesi erano principalmente focalizzate sulla sessuologia, un mondo a cui era (ed è tutt’ora) particolarmente interessata. Si è così specializzata in consulenza sessuale e sta frequentando una scuola di psicoterapia per diventare psicoterapeuta e terapeuta sessuale. In questo modo, oltre che offrire consulenze e diagnosi, potrà anche seguire i suoi pazienti in terapia. La passione per la conoscenza della psiche umana è sempre stata innata in lei, mentre per avvicinarsi alla sessuologia ha avuto bisogno di una piccola spinta. Quando il suo professore di psicopatologia ha tenuto una lezione sul benessere sessuale e sul piacere, Chiara ha realizzato quanto in Italia tali temi fossero circondati da ignoranza e tabù. Poiché crede nel diritto all’informazione e alla conoscenza di se stessi, ha deciso di assumersi in prima persona la responsabilità di fare divulgazione scientifica sull’argomento. Ora, infatti, oltre alla consulenza psico-sessuale (online in tempi di Covid), è impegnata in progetti lavorativi che toccano tematiche come la violenza di genere, la dipendenza da sostanze, dal gioco, o da relazioni tossiche. Non dimentichiamo anche il programma di educazione sessuale che lei e Benedetta hanno portato nelle scuole. Sta quindi lavorando in entrambi gli ambiti di sua competenza (psicologico e sessuologico), sia nel pubblico che nel privato.


Benedetta

Benedetta Brambilla ha frequentato come Chiara il liceo sociopsicopedagogico a Villa Greppi, dopodiché è stata per un anno a Boston (Stati Uniti), dove ha frequentato dei corsi – tra cui psicologia – alla Harvard Extension School. Durante l’anno all’estero si è anche avvicinata molto al femminismo, tema che vorrebbe studiare più approfonditamente in futuro. Tornata in Italia, alla Triennale in Lettere dell’Università di Bergamo, ha scritto la sua tesi di laurea sulla sessualità femminile, nonostante l’indirizzo che frequentava. Nel frattempo non ha mai smesso di lavorare come insegnante di danza classica, disciplina che pratica da quando aveva sei anni, per cui ha studiato e seguito corsi riconosciuti a livello nazionale dal CONI (Comitato Olimpionico Nazionale Italiano, ndr). Inoltre, ha sempre sentito la necessità di parlare del suo grande interesse per il femminismo, che l’ha portata nel 2019 a mettersi in gioco insieme ad alcune sue amiche per organizzare spettacoli di danza su tematiche riguardanti il femminile. È da qui che è nata Lei a.p.s., volta a sensibilizzare persone di tutte le età sulla condizione femminile in Italia. Questa è stata finalmente riconosciuta legale a tutti gli effetti a ottobre 2020, non senza aver incontrato ostacoli burocratici lungo il percorso.


Lei a.p.s.

Lei a.p.s. è un’associazione di promozione sociale, dunque un’organizzazione no profit che, come dice il nome stesso, promuove temi di rilevanza sociale, nello specifico problematiche che toccano tutti, a partire dal femminismo. Le socie fondatrici sono sette: Chiara e Benedetta lavorano fianco a fianco con Noemi, Priscilla, Lucia, Sara e Chiara. Tutte hanno seguito percorsi di formazione differenti, e credono che proprio nella loro diversità stia la loro forza. Ci sono infatti insegnanti di danza classica e contemporanea, ballerine e performers, professoresse e specialiste in ambito psicologico e sessuologico.

L’obiettivo di Lei a.p.s nasce dalla necessità di un cambiamento dal punto di vista sociale. L’attività di sensibilizzazione si svolge sotto diverse forme, tra cui quella artistica, quella sessuologica e quella educativa, come accennato in precedenza. Le fondatrici dell’associazione intendono mostrare al pubblico una “prospettiva di vita diversa” (per dirlo con le parole di Benedetta) che potrebbe cambiare in meglio la vita di ognuno. Chiara e Benedetta ci spiegano che questa “stanza tutta per lei” è un posto sia fisico che virtuale, in cui trovare lo spazio per darsi da fare, “per chi ci vuole entrare, ecco. […] Speriamo che tante persone abbiano voglia di entrarci e di dire la loro perché è fondamentale”.

Queste due ragazze sono diventate un punto di riferimento che loro stesse, da adolescenti, sarebbero state felici di incontrare. Avrebbero apprezzato la conoscenza di qualcuno che fosse stato disposto ad ascoltarle, aiutarle, prenderle per mano e accompagnarle fuori dal metaforico tunnel del quale molti giovani fanno esperienza. Il percorso che hanno fatto negli anni le ha aiutate ad essere più consapevoli di loro stesse, ovviamente non senza difficoltà. Per questo, se Chiara e Benedetta di adesso incontrassero le ragazze che erano al liceo, si direbbero di credere di più in loro stesse e nelle loro capacità, le incoraggerebbero a seguire i propri sogni anche se talvolta si scontrano con l’incertezza della realtà, soprattutto dal punto di vista economico.

Nel raccontarci la loro esperienza con le “chiacchierate” nelle scuole, come le chiamano loro, affermano che sono sempre piacevolmente colpite dal feedback che ricevono. Dopo il momento iniziale di sorpresa e timidezza dovuto all’introduzione del tema del giorno e all’assoluta scioltezza con cui Chiara e Benedetta utilizzano termini considerati ancora come “innominabili”, le studentesse e gli studenti riescono a sbloccarsi. Si sentono abbastanza accolti e coinvolti da condividere in confidenza debolezze, insicurezze e sogni. Si viene quindi a creare un ambiente sicuro dove poter lasciar libera la propria curiosità e chiedere chiarimenti sui propri dubbi. Essere curiosi è infatti il primo passo verso la conoscenza. Insomma, in questa “stanza” non solo si aprono gli occhi, ma si diventa soprattutto più consapevoli di sé e degli altri. È appagante per tutti i partecipanti il confronto e lo scambio di opinioni che ne deriva.

Dagli incontri con ragazzi e ragazze Chiara e Benedetta escono estremamente felici ed hanno ottimi riscontri. Si rendono però anche conto di quanta strada ci sia ancora da percorrere, di quanti dubbi e incertezze siano ancora legati al timore di fare domande. Non è poco il lavoro da compiere perché la società diventi un posto migliore, dove tutti siano accoglienti verso se stessi e verso gli altri. A detta di Chiara, un buon inizio sarebbe anche l’utilizzo di un linguaggio inclusivo e normalizzante, che aiuti il singolo a capirsi in prima persona e dia il via a una società senza discriminazioni, violenze o stereotipi. Gli adolescenti più di tutti hanno bisogno di indagare la propria sessualità e devono poterlo fare in sicurezza, senza essere bloccati dai tabù né dall’imbarazzo.


Per seguire più da vicino i progetti di Chiara e Benedetta e della loro associazione, ecco dei link utili:

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