di Silvia Crotta
Le notizie che ci arrivano dal Polo Nord sono sempre più gravi, soprattutto per quanto riguarda i ghiacci artici, i quali risentono in particolare degli effetti correlati al riscaldamento globale e che, perciò, faticano a riformarsi. Ma non è tutto: in seguito allo scioglimento del ghiaccio, nelle acque artiche è stato rilevato un fattore molto pericoloso, considerato al 100% una minaccia terribile per il clima. Infatti, grazie ad alcuni studi di un numeroso gruppo di ricercatori, è stato scoperto che dalle acque artiche, proprio a ridosso della costa, sta fuoriuscendo del metano sotto forma di bolle. Ovviamente è scattato subito l’allarme rosso, poiché questo fenomeno è la prova degli atroci effetti del riscaldamento globale che, con il passare del tempo, potrebbero aggravarsi e diventare sempre più pericolosi, comportando anche un eccessivo aumento delle temperature al Polo Nord.
Essendo una scoperta molto recente, gli studiosi stanno ancora analizzando il fenomeno in modo da riuscire a capire quali siano le cause; per ora, si è capito solamente che uno dei fattori principali sono le correnti atlantiche, le quali, in seguito al cambiamento climatico, sono in grado di raggiungere facilmente le alte latitudini.
Oltre a ciò, il permafrost, ossia lo strato terreno che dovrebbe essere perennemente ghiacciato, sta continuando a sciogliersi.
Si temono quindi seri rischi per il nostro futuro e gli esperti affermano che se non si agisce immediatamente, e se non si trova subito una soluzione, le conseguenze di questi fenomeni saranno visibili e percepibili non solo a livello locale, ma anche a livello globale.
Come ci indica l’orologio a Time Square a New York, abbiamo ancora un margine di circa sette anni per riuscire a risolvere questo problema. Se non si fa subito qualcosa, le conseguenze saranno troppo grandi da gestire e non si riuscirà mai più a tenere sotto controllo il cambiamento climatico.
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