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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

Giovani uomini violenti con le donne

Aggiornamento: 24 nov 2023

di Claudia Ryan

 

La cronaca, in questi giorni, ci ha riportato un fatto terribile che ha riguardato due giovani di 22 anni: la storia di Giulia e Filippo. Una vicenda drammatica in tutti sensi, che ha visto Giulia uccisa barbaramente e abbandonata in un dirupo, Filippo ricercato in tutta Europa, le due famiglie di origine devastate dal dolore. I due giovani studiavano all’università, lo sottolineo perché significa che avrebbero dovuto avere gli strumenti culturali per capire, con maggior cognizione di causa, quello che stava accadendo nella loro relazione. Ma non è così.

Si rimane sconcertati di fronte al senso di possesso che molti uomini ancora manifestano nei confronti delle donne, come se fossero di loro “proprietà”, e come tali dovessero seguire il loro volere. In questa concezione una donna non può pensare di essere indipendente, di prendere decisioni che la riguardano e che escludano l’uomo, altrimenti la pena può essere anche la morte.

Un modello vecchio, patriarcale, e si pensava che, con la vita moderna e l’emancipazione femminile, sparisse a poco a poco. E invece no: eccolo lì che ritorna, violento, inesorabile, inspiegabile, che incentra la relazione sul possesso e sul controllo.

Ho letto un’intervista rivolta al dott. Roia, presidente vicario del Tribunale di Milano, che ha fornito un dato sconcertante e terribile: quest’anno il 40% dei reati di stalking, maltrattamenti e violenza sessuale è stato commesso da giovani tra i 18 e i 35 anni.

Trovo sconvolgente e scoraggiante scoprire che il 40% di questi tipi di reati siano stati commessi da uomini e ragazzi così giovani, persone cresciute in una società dove esistono pari diritti e doveri tra uomo e donna, in una cultura dove oramai dovrebbe essere chiaro che il rispetto di chi dici di amare è un principio imprescindibile, altrimenti non sei un uomo, ma sei un inetto, un animale, un troglodita.

Eppure sembra che di trogloditi ce ne siano molti, troppi.

Tempo fa ho seguito un’interessante conferenza dove si spiegavano le varie fasi che questi uomini attraversano in un rapporto con una donna. Prima cercano di isolarle, chiedendo fermamente di non uscire più con le amiche o con la vecchia compagnia; poi incominciano a sminuirle, facendo commenti negativi sulle loro capacità o il loro corpo; poi cercano di colpevolizzarle per i problemi che possono nascere nella relazione, e da lì il passo è breve per essere violenti fisicamente. In pratica si passa dalla violenza psicologica a quella fisica.

Non so cosa scatti in questi uomini e ragazzi. Per me è stato chiaro, fin da quando ero bambina, che nessuno poteva possedere nessun altro, perché l’essere umano anela la libertà; così come mi era chiaro che non c’erano differenze di diritti tra una donna e un uomo.

Un punto importante è che dobbiamo combattere, sempre, sia le donne che gli uomini, atteggiamenti che portano a mentalità morbose di possesso e controllo della donna, a partire dalla nostra quotidianità. Bisogna avere il coraggio di dire, ad esempio, che non fanno ridere le battute sessiste, non si può accettarle mai, e in questo caso dovrebbero essere maggiormente i ragazzi a impegnarsi: far finta di nulla è accettarle.

Il dott. Roia evidenziava che «la verità è che tutte le ragazze/donne che decidono di rompere unilateralmente una relazione senza l’accettazione dell’altro devono considerarsi a rischio di un’escalation di violenza». Una situazione triste ma da tenere in alta considerazione.

Il dato positivo è che, rispetto al passato, le giovani donne denunciano prima i maltrattamenti e non subiscono per anni in silenzio, sperando che il loro uomo cambi. L’uomo violento non cambia mai.

A oggi, in Italia, nel 2023 sono state uccise 105 donne. Normalmente da chi diceva di “amarle”.

Chiudo queste mie considerazioni con una domanda, rivolta a tutti i giovani e le giovani di Villa Greppi che stanno leggendo:

Secondo voi, cosa bisognerebbe fare per cambiare questa tendenza, per invertire questa deviazione violenta? C’è chi propone di insegnare il rispetto di genere dalle elementari, voi cosa ne pensate?

Se volete scrivermi le vostre riflessioni (anche brevi), le potete mandare a:

bibliotecagreppi@gmail.it, le pubblicheremo.

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