Furto al Louvre
- Il Foglio di Villa Greppi

- 2 giorni fa
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di Giulia Pellanda

Domenica 19 ottobre, poco dopo l’apertura, il museo del Louvre è stato saccheggiato. Un gruppo di quattro criminali si è introdotto nel museo usando il montacarichi di un camion che avevano lasciato parcheggiato sulla strada che costeggia la Senna. I ladri si sono travestiti da operai e hanno scassinato le vetrine di una teca da esposizione, per poi rubare nove gioielli appartenuti alla famiglia di Napoleone, tra cui diademi, spille e collier della moglie Eugenia. Il tutto è avvenuto molto rapidamente e i ladri sono poi scappati con degli scooter. Durante la fuga hanno perso alcuni gioielli come la corona dell’imperatrice Eugenia che è stata ritrovata danneggiata nei pressi del museo. Il valore dei gioielli è inestimabile perché è impossibile rivenderli, se i ladri dovessero però smontarli e rivendere i diamanti ricavati, potrebbero guadagnare diversi milioni di euro.
In seguito alla rapina il museo è stato chiuso per due giorni ed è stato riaperto al pubblico solo mercoledì 22 ottobre, ma la sala in cui si trovavano i gioielli è rimasta chiusa.
La direttrice del Louvre Laurence Des Cars ha presentato le dimissioni, che, però, sono state respinte. Il presidente Macron si è opposto personalmente alle dimissioni della direttrice e l’ha sostenuta, invitandola a non mollare. Laurence Des Cars ha sempre goduto di una grande fama, essendo la prima donna direttrice del museo. Inoltre, prima di dirigere il Louvre, è stata direttrice del Musée d’Orsay et del Musée de l’Orangerie.

In questi giorni si stanno svolgendo le indagini per trovare i colpevoli, in cui sono coinvolti circa cento investigatori. In particolare, durante la fuga i ladri hanno lasciato alcuni oggetti usati per la rapina come i giubbotti da operai, su cui sono rimaste tracce di DNA. Inoltre, grazie alle telecamere presenti in zona, è stato possibile ricostruire il percorso della fuga. Gli investigatori sostengono che si trattasse di un gruppo di professionisti, probabilmente aiutati da un dipendente interno del museo, dato che conoscevano gli orari dei turni e avevano accesso alle planimetrie interne ed esterne. La procuratrice della repubblica di Parigi, Laure Beccuau, ha affermato che per il momento non ci sono prove che testimoniano l’intervento di un complice interno al museo. Secondo gli inquirenti, inoltre, il gruppo di rapinatori potrebbe comprendere molte persone oltre a quelle che sono state riprese dalle telecamere e probabilmente il furto è stato commissionato da qualcun altro.

Nelle ultime settimane sono stati arrestati alcuni sospettati e due di loro hanno parzialmente confessato. I due uomini provengono dallo stesso quartiere della Banlieue di Parigi e uno dei due è stato fermato prima d’imbarcarsi per Algeri, con un biglietto di sola andata. Entrambi avevano già commesso reati minori come piccoli furti, mentre per questo colpo rischiano venticinque anni di prigione. La procuratrice di Parigi ha dichiarato che i gioielli non sono ancora stati ritrovati, ma che spera di riuscire a farlo al più presto.





A questo punto mi aspetto aggiornamenti sul seguito della storia: i ladri verranno presi o no?