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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

FAKE NEWS


di Gioia Belloni


Quando si parla di “Fake News”, le cosiddette “bufale”, si affronta un tema molto attuale nell’era di internet. Per questo motivo il nostro istituto, Villa Greppi, ha organizzato un’illuminante conferenza con il giornalista Lorenzo Colombo di Lecconotizie in occasione della settimana del successo formativo.

Internet è probabilmente la più grande risorsa di tutti i tempi: permette che qualsiasi tipo di informazione sia alla portata di tutti (“many to many”: chiunque può pubblicare qualsiasi notizia), in questo modo con grande facilità troviamo qualsiasi argomento che ci interessa. Ma dobbiamo stare attenti.

Il termine inglese “fake news” (letteralmente in italiano notizie false) indica articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, resi pubblici con il deliberato intento di disinformare o diffondere bufale attraverso i mezzi di informazione.

Il giornalista Colombo ha mostrato ai ragazzi delle conferenza un interessante video preso dal servizio delle Iene, che mostra passaggio per passaggio come si crea una bufala:

• Innanzitutto si compra un sito che possa contenere la bufala;

• a questo punto bisognerà fare una descrizione del sito, che sia sufficientemente misteriosa ed intrigante per il lettore;

• poi si passa alla creazione della notizia e del conseguente titolo, generalmente queste bufale fanno leva sull'odio e sulla rabbia della gente;

• prima di pubblicare la notizia in questione sarà opportuno copiare e ripubblicare delle notizie vere prese da altri siti per dare una credibilità al sito falso;

• infine la notizia può essere pubblicata e saranno dunque i social network a renderla virale.

Ma perché creare una fake news? Per divertimento, per favorire il proprio partito o candidato politico, ma anche per guadagno. Infatti in questi siti falsi, che attraggono però molti visitatori, le pubblicità inserite all'interno e i click rappresentato una fonte non indifferente di guadagno per chi li crea (si parla di circa € 2 ogni 100 visualizzazioni). Creare una fake news è però immorale, chi le crea se ne infischia di una responsabilità civica che dovrebbe essere la base di una società civile.

A questo punto la domanda sorge spontanea: come si fa a riconoscere un fake news?

Innanzi tutto bisogna partire dal nome del sito: alcuni siti infatti prendono i nomi di siti già noti e fanno dei cambi ortografici che si notano difficilmente con i caratteri digitali, ad esempio “Il Quotidaino” o “Il Giomale”.

Bisogna fare attenzione anche ai titoli che nella maggior parte delle volte riguardano temi come il razzismo, la politica e la violenza. Infine il metodo sicuramente più sicuro è quello di controllare le informazioni si Google.

Ciò che è molto importante ricordare è che il mondo virtuale è un mondo reale, le parole sono ciò che danno forma a qualunque genere di pensiero, per questo motivo hanno un grosso peso e anche delle conseguenze che possono arrivare ad essere legali.

“Questa è una vera e propria guerra informatica, tutte queste notizie false vengono sbattute in giro e arrivano ad influenzare anche le nostre elezioni, contribuiscono a mandare i voti da una parte e dall’altra, perciò sta diventando difficile persino parlare di elezioni democratiche”.

L’unica soluzione al problema delle fake news siamo dunque noi, che, in quanto fruitori del web, abbiamo grosse responsabilità per quanto riguarda ciò che visualizziamo e soprattutto ciò che condividiamo.

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