di Vittoria Franceschi
Cesare Allegri è un volontario al carcere di Como e giovedì 5 dicembre, nella classe 3EB, ha raccontato i vari aspetti della sua esperienza e i motivi per cui ha scelto di dedicarsi a questa attività.
Cesare ha 34 anni e da ormai 7 lavora come volontario nella casa circondariale di Como, conosciuta anche come Bassone, nome della via in cui si trova.
Alla domanda ‘’come mai hai scelto di svolgere questa attività?’’ risponde che la sua curiosità nasce per caso. Infatti, il suo interesse nacque da un incontro con il cappellano che lo convinse ad assistere ad una messa, e ne rimase profondamente colpito. Si trattava di una messa molto sentita, che veniva dal cuore di tutti i partecipanti, i detenuti. L’ambiente era semplice, genuino, e l’amore era profondo. Così nacque il suo interesse verso il mondo del carcere e iniziò la sua attività di volontario.
Cesare racconta di aver conosciuto, e di essere tuttora in contatto, con persone aventi alle spalle diversi tipi di reato, da quelli minori a quelli di elevata importanza, ma è lodevole come sia riuscito a far nascere conversazioni e legami, questo perché non si sofferma sull’azione in sé, Cesare riesce a vedere la persona.
Il volontario, all’interno del carcere, è una figura molto importante perché si dedica a formare relazioni umane con i detenuti, a conoscerli meglio, ma è anche colui che svolge diversi compiti essenziali all’interno della struttura. Chi fa il volontario può insegnare, tenere corsi o laboratori, gestire la mensa o altri luoghi della prigione.
Cesare, inoltre, racconta quanto sia importante, per chi è obbligato ad affrontare un percorso come quello del carcere, compiere il primo passo verso la rieducazione. Per chi ha capito il proprio errore e trova la volontà di cambiare e darsi da fare, è estremamente utile partecipare a corsi, laboratori o attività per cominciare ad immaginare una quotidianità diversa da quella che hanno sempre vissuto prima di entrare in una casa circondariale.
Al termine dell’incontro ci è stato lasciato un bellissimo cesto di fiori in carta crespa realizzato con estrema precisione e accuratezza dai detenuti stessi durante un laboratorio, e una copia del giornalino intitolato ‘’carteBollate’’, scritto dai detenuti del carcere di Bollate.
L'incontro, sicuramente molto interessante e stimolante, ha permesso agli studenti di entrare in contatto con una realtà prima sconosciuta.
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