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Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

Esopianeti bizzarri

di Mirea Mascheri


Là fuori, tra la moltitudine di astri che compongono l’affascinante distesa celeste che chiamiamo cosmo, si celano esopianeti (cioè pianeti di altri sistemi solari) dalle caratteristiche davvero peculiari.

Primo fra questi HD189733b o, più semplicemente, l’altro pianeta blu. Situato a 63 milioni di anni luce dal nostro sistema solare, un osservatore esterno potrebbe descriverlo come una sfera dalle dimensioni simili a quelle di Giove rivestita interamente da turbinii blu, che sfumano dallo zaffiro al cobalto. Tuttavia, al contrario di ciò che si potrebbe inizialmente pensare, queste tonalità piacevoli all’occhio non sono dettate dalla presenza di acqua sulla superficie del corpo celeste, ma dall’atmosfera nebbiosa e turbolenta che lo caratterizza. Là i venti soffiano a fino a raggiungere una velocità di 7000 km/h e smuovono le particelle di silicati pesanti presenti in enorme quantità nell’atmosfera. La vera particolarità di HD189733b non è infatti la sua tonalità, che possiamo ritrovare simile in pianeti come Nettuno o Urano, ma le piogge di vetro. Le particelle di silicati, infatti, si fanno trasportare dai venti in tutte le direzioni e, riflettendo la luce della stella, dipingono il pianeta della sua suggestiva gradazione blu.

Non meno bizzarro è Gliese436b, dove il ghiaccio arde. La temperatura di questo pianeta è stimata essere 439 gradi centigradi circa di media, quindi significativamente più alta rispetto ad una causata esclusivamente dai raggi di una stella. Questo vuol dire sia che Gliese436b è sottoposto ad un riscaldamento mareale causato dall'eccentricità della sua orbita, sia che qualsiasi cosa metta piede nella sua atmosfera prende fuoco. E il ghiaccio di cui è composta la superficie non fa eccezione. Ma com’è possibile, visto che il calore allontana le molecole d’acqua fino a far accadere fenomeni come la sublimazione o l’evaporazione? La risposta è molto più semplice di quanto si possa credere: il ghiaccio su Gliese436b non è il prodotto del freddo, bensì dell’enorme forza di gravità presente sul corpo celeste, che comprime le particelle d’acqua fino a renderle allo stato solido. E il calore, contro la pressione, non può nulla.

Infine, ultimo ma non per importanza, WASP-12b, uno dei pianeti più strani e tristi che esistano. Questo, infatti, non ha forma sferica come tutti gli altri giganti gassosi che conosciamo, bensì la sua sagoma potrebbe essere paragonata a quella di un uovo enorme. Dietro a questa bizzarra sagoma vi è però una storia da retrogusto dolceamaro, ovvero che se è così, è solo perché la spietata stella a cui WASP-12b orbita attorno lo stia man mano divorando, aiutata dalla forza di attrazione e dalla composizione gassosa del pianeta. Gli scienziati stimano che tra 10 milioni di anni la vorace stella avrà portato a termine il suo compito e WASP-12b non esisterà più.

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