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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

COME UN LIBRO DIVENTA FILM: INCONTRO CON SILVIO RAFFO


di Anna Fumagalli


Mercoledì 30 gennaio, in occasione della settimana del Successo Formativo, si è tenuto un incontro con Silvio Raffo, autore del libro La voce della pietra, che ha raccontato ai ragazzi la sua esperienza nel vedere tramutare un suo romanzo in un prodotto cinematografico.

“Nella lugubre solitudine di un’antica dimora di campagna il giovane Jakob, che dalla morte della madre si rifiuta di parlare, ascolta una voce ultraterrena che sussurra arcani messaggi dal grembo della pietra. Verena, l’indifesa infermiera sensitiva che arriva alla villa per prendersi cura di lui, orfana anch’essa e anch’essa priva di identità, cade vittima dello stesso incantesimo maligno.” (trama tratta dal libro)

Con una storia avvincente e misteriosa, La voce della pietra cattura e ammalia il pubblico, che non riesce a staccare gli occhi dallo schermo. L’impeccabile sceneggiatura e le ottime performance da parte degli attori mantengono vivi la suspense e il mistero che si percepiscono in tutto il lungometraggio. Il film riesce a dare parecchi spunti di riflessione che permettono allo spettatore di cambiare il proprio punto di vista rispetto ad alcuni temi.

Dopo aver visto il film, l’incontro con Raffo si è aperto con una questione che incuriosisce molti: le differenze tra il libro e il film. Per prima cosa, Raffo ci afferma che, più che una vera e propria resa cinematografica del suo lavoro, il film è “fortemente ispirato” da esso, e presenta quindi vari e significanti cambiamenti. Per questo anche i personaggi principali hanno subito delle modifiche che nel complesso li allontanano dalle loro originali caratterizzazioni. Ne è un esempio il personaggio di Jakob, la cui età era originariamente di 17 anni, ma che ne dimostra 11 nel film; questo causa anche la perdita di un dettaglio importante presente nel libro: nonostante non parlasse, il ragazzo raccoglieva i suoi pensieri in un diario. Con il cambiamento dell’età, questo particolare è diventato improbabile, soprattutto a fronte delle riflessioni troppo complicate e profonde trascritte nel libro, ed è stato escluso. Nonostante ciò Raffo si ritiene soddisfatto, soprattutto del messaggio principale che rimane invariato: al centro del libro e del film infatti rimangono comunque l’amore materno e il distacco, che sono anche affiancati da un pizzico di ossessione e paranormale.

In seguito, l’autore fa delle considerazioni riguardo il cast, partendo dalla rinomata Emilia Clarke, conosciuta per i suoi ruoli in Io prima di te e Il trono di spade. Nel film interpreta la protagonista, Verena, e viene lodata da Raffo per avere capito davvero il personaggio e per la sua “interpretazione di un livello eccezionale” di un ruolo drammatico e complesso come questo. In generale si può dire che il cast abbia fatto un ottimo lavoro, in modo particolare Edward Dring, che all’età di soli 12 anni è riuscito a interpretare un ruolo di grande complessità, calandosi nei panni di Jakob. Una critica mossa dallo scrittore, però, è verso il doppiaggio, in particolare di Verena, che è spesso caratterizzato da toni stereotipati, con un’“intonation da telenovela”.

Il discorso si è spostato poi sul successo del film. Nonostante sia stato girato in Toscana con attori italiani e scritto da un autore italiano, la sua distribuzione in questo paese è stata molto ridotta. Il motivo è che la storia, così come i concetti sottesi, sono stati ritenuti “troppo raffinati per il pubblico medio italiano”, che generalmente ama identificarsi nei personaggi ma che, in questo caso visto l’originalità della storia, diventa difficile.

Infine è stato dato spazio alle domande degli studenti. Dopo avere chiarito e approfondito alcuni passaggi del libro, Raffo ha concluso l’incontro raccontando il percorso della scrittura del suo libro e degli elementi, dei luoghi e delle persone che l’hanno ispirato.

Ringraziamo Silvio Raffo per avere condiviso il suo percorso e il suo lavoro con noi. La voce della pietra è veramente una storia avvincente e imperdibile, ben interpretata sia su carta che sul grande schermo. Merita di essere conosciuto.


Silvio Raffo

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