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Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

APOLOGIA DEL FASCISMO: che cos’è e cosa ci dice la Legge

Aggiornamento: 31 gen

di Angelica Aliprandi


Roma, 7 gennaio 2024: centinaia di persone si riuniscono per commemorare la strage di Acca Larenzia del ’78 in cui, dinanzi alla sede del Movimento Sociale Italiano, furono uccisi tre esponenti del Fronte della Gioventù per mano di gruppo armato di estrema sinistra. La commemorazione è stata accompagnata da saluti romani e simboli fascisti. Scoppia così la polemica e l’accusa di apologia di fascismo che denuncia cinque dei partecipanti. Non si tratta dell’unico né del primo raduno fascista a cui assistiamo nonostante la legge parli chiaro: l’articolo 4 della legge Scelba, attuativa della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, dichiara legalmente punibile ogni richiamo a quella che fu la dittatura fascista. Ma di cosa si tratta?

Per apologia del fascismo si intendono tutti quegli atti che rappresentano un’istigazione indiretta alla riorganizzazione del disciolto partito fascista, attraverso l’esaltazione di mezzi, fatti o principi propri del fascismo o delle sue finalità antidemocratiche. Possiamo pensare che la legge Scelba sia tutelante nei confronti della democrazia, eppure nel corso degli ultimi decenni si solo sollevate numerosi dilemmi riguardanti la legittimità costituzionale.  Di fatto, è anche vero che uno dei pilastri della nostra repubblica è proprio la libera associazione politica e un’altrettanto libera manifestazione del pensiero. Ciò ha condotto a pensare che la norma non rispettasse a pieno l’articolo 18 e che negasse, in termini di libertà politica, i diritti costituzionali ad una categoria ideologica. La conclusione a cui è arrivata la Corte costituzionale è chiara: si parla di reato solo in caso l’apologia consista in un’evidente esortazione a sovvertire il sistema democratico, escludendo così le difese elogiative dalla condanna penale. Ciò è stato ancora una volta ribadito dalla Cassazione, la quale ha recentemente affermato che il saluto romano, se è a scopo commemorativo, non costituisce reato.

"FdI non c'entra, ma il saluto romano non è reato secondo molte sentenze. Parli la Cassazione. Abbiamo sempre detto ai nostri di non partecipare a certe manifestazioni, che vengono inevitabilmente strumentalizzate da chi vuole attaccarci", dice il Presidente del Senato Ignazio La Russa, finito nel mirino per aver dichiarato di conservare reperti fascisti. In seguito, si esprime anche sul saluto romano: "È possibile che la Corte stabilisca che durante una commemorazione non sia apologia di fascismo". Insomma, la destra sembra mettere le mani avanti in segno di innocenza. In sintesi, non importa il gesto in sé, ma il messaggio che vuole evocare. Il che pare sensato e perfettamente bilanciato, ma la questione rimane aperta: è giusto e dignitoso che uno Stato costituzionalmente antifascista si lasci scivolare addosso azioni simili?

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1 Comment


Francesco Bonfanti
Francesco Bonfanti
Feb 01

Ottima esposizione: equilibrata, pacata e argomentata. Al di là della sentenza della Cassazione e delle polemiche - che fanno uscire dal nostro sguardo il fatto in sé per proiettarci nello spazio della legge, dell'astratto diritto - vedere un manipolo di maschi, adulti e anziani, schierati a scimmiottare una falange di opliti pronta a gettarsi nella mischia, resta uno spettacolo che oscilla tra il macabro e il grottesco.

Francesco Bonfanti

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