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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

Vincent Van Gogh: pittore colto

di Giulia Bosco 


La mostra di Van Gogh che si è tenuta al Mudec di Milano tra il 21 settembre 2023 e il 28 gennaio 2024 è un’esposizione che mette in risalto il percorso dell’artista a partire dagli arbori della sua carriera, concludendosi con il periodo di Saint Remy de Provence e con la piena formazione del suo stile inimitabile.  

Il primo quadro in esposizione, “Le portatrici del fardello” (1881), disegnato a matita, rappresenta a pieno il primo periodo del percorso pittorico di Van Gogh. In questo periodo autodidatta, l’artista fu molto influenzato dalla sua educazione evangelica laica impostagli dal padre pastore, ma anche dal pittore realista Jean-François Millet con le sue Spigolatrici, che ricordano molto nella forma le portatrici del fardello. Il simbolismo religioso è rappresentato dal crocifisso sulla destra, mentre più avanti si può notare nel ritratto che fece ad una delle sue amanti, Sien, rappresentata con le mani giunte e gli occhi al cielo in “Donna sul letto di morte”. In questo quadro è evidente la presenza di un problema con le proporzioni dato dall’autoformazione dell’artista che, nonostante non passasse più di un pomeriggio sulle sue opere, cercava di migliorarsi di volta in volta.  

Proseguendo, Van Gogh si concentra sulla rappresentazione di scene quotidiane, come i suoi numerosi ritratti di contadine che dipinge in diverse angolazioni, base per la realizzazione del famoso famoso “I mangiatori di patate” che mostra gli studi sulla luce dell’artista, ma anche il suo interesse nel raffigurare la povertà della vita contadina.  

Nel periodo parigino si nota un cambio di soggetti e della sua tavolozza di colori, infatti le rappresentazioni di paesaggi si fanno più numerose e i colori utilizzati diventano più accesi.


Van Gogh viene influenzato dagli artisti impressionisti e puntinisti e, per la prima volta, sperimenta la tecnica del pointillisme in “Interno di un ristorante”. É qui che abbandona definitivamente la rappresentazione di temi sociali, ritraendo un ristorante frequentato da borghesi, come si può notare dal cappello appeso al muro. Sempre in questo periodo a Parigi, l’artista entra in contatto con la moda del “giapponismo”, ne rimase così affascinato che acquistò oltre 600 stampe giapponesi per studiarle e ricrearle. L’arte giapponese fu un’influenza importante; infatti, l'artista integrò nei suoi dipinti di paesaggi i contorni agli alberi e alzò la linea dell’orizzonte, cercando di rendere i suoi quadri il più piatti possibile.

Ma anche nei ritratti si può intravvedere l'influenza delle stampe del Sol Levante, per esempio nel “Ritratto di Joseph-Michel Ginoux” (1888), dove quest’ultimo viene rappresentato dal basso per dare l’impressione che i suoi occhi siano allungati come quelli giapponesi. La nettezza dei contorni del viso dona al ritratto la bidimensionalità di una stampa giapponese. 

I colori accesi e il clima favorevole e soleggiante della Provenza, portano l’artista a modificare ancora il suo stile. Van Gogh in quest’ultimo periodo fonde l’influenza dei colori impressionisti con cui era entrato in contatto a Parigi, con quella giapponese, lasciandosi ispirare dai paesaggi rurali della Provenza. Le sue pennellate diventano materiche e contribuiscono a dare volume ai soggetti. Nonostante le crisi allucinatorie e il ricovero nell’ospedale psichiatrico di Saint-Paul-de-Mausole a Saint Remy, l’artista fu sempre in grado di dipingere a mente lucida e mantenendo il suo stile caratteristico, come si può notare nella rappresentazione di “Paesaggio con Covoni e luna che sorge”.  

Questa mostra è stata possibile grazie al museo Kröller-Müller di Otterlo che ha prestato al Mudec gran parte delle opere esposte. Infatti, nonostante quest’esposizione non presenti le opere più celebri dell’artista, come “Notte stellata” o “Girasoli”, permette all’osservatore di seguire Van Gogh nel suo percorso introspettivo, vedendolo maturare un suo stile pittorico unico nel suo genere.  

 

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