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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

TRE GIOVANI FOTOGRAFI SI RACCONTANO: Cangialosi, Pirani e Narciso

di Lisa Acquaviva


Desireè Cangialosi, INCUBO

Tutti i giorni abbiamo a che fare con la fotografia, dalle foto scattate col cellulare alle immagini in TV, nei cartelli pubblicitari e su ogni sito che incontriamo. Cosa vuol dire allora avvicinarsi alla fotografia ed entrare più nel profondo di questo mondo, oltrepassando la fitta superficie di foto mainstream (di tendenza)?

Ce lo raccontano tre appassionati:

Desireè Cangialosi, dell’Istituto A. Greppi, @desireecangialosi_ su Instagram;

Elena Pirani, dell’istituto M.K. Gandhi, @neparinilea su Instagram;

Samuele Narciso, dell’istituto M.G. Agnesi, @samuele.narciso o @destino.infame su Instagram.





Elena Pirani, ANALOGICA SENTIMENTALE
Samuele Narciso, RITRATTO

LE ORIGINI

Desireè ha sempre osservato suo padre usare la macchina fotografica e si è spesso chiesta quale magia si celasse dietro il perpetuo schiacciare di un tastino. Nel 2017 allora si iscrive al corso di fotografia del C.I.C., un progetto scolastico del Greppi che raccoglie e rilancia idee studentesche per attività, assemblee e iniziative di ogni tipo all’interno della scuola. Il maestro che seguiva il suo corso ha trasmesso la passione e la criticità verso la fotografia. Tutti questi stimoli le hanno fatto scattare la scintilla.

Elena era al primo anno delle superiori quando decise, a Natale, di comprare una Canon con i soldi ricevuti. Lei racconta però di essere stata influenzata innanzitutto dall’ambiente familiare: la madre ha sempre cercato di creare ricordi attraverso gli scatti e lo zio le spiegava a livello tecnico il funzionamento di alcuni dei suoi attrezzi, a partire dai diversi obbiettivi. Frequentando inoltre un liceo artistico, si è trovata al quinto anno a poter spaziare nell’arte a 360°, è stata indirizzata anche verso la cinematografia e ha realizzato diversi progetti multimediali. La fusione di questi due contesti hanno fatto sì che la sua fotografia possa essere ricercata, particolare, ma soprattutto sentimentale.

Samuele si è avvicinato alla fotografia un po’ per gioco, per curiosità ha infatti intrapreso al primo anno di liceo un corso di fotografia a scuola con un professionista, che ha continuato l’anno successivo, nonostante le difficoltà del suo percorso scolastico. Sebbene all’inizio non fosse riuscito a capire come approcciarsi a questo mondo un po’ lontano dai suoi passati interessi, ci racconta che alla fine del corso era sicuro fosse scattata una scintilla. Infatti, dopo aver ricevuto un imprinting generale sulla tecnica e aver percepito la passione con cui il maestro raccontava la storia di questa arte, decise di pubblicare su Instagram le sue prime foto scattate. L’interesse si sviluppò inoltre anche grazie all’ambiente famigliare. La prima macchina gliela regalò infatti sua madre, una Canon, e la seconda suo zio, una Nikon 3200D, con la quale tuttora lavora.

IL PERCORSO

Desireè Cangialosi, PIOGGIA

Per continuare il proprio percorso Desireè ha innanzitutto studiato la teoria, per poi sperimentare più consapevolmente negli scatti. Il bisogno in lei di coltivare la sua passione l’ha portata a cercare ogni tipo di informazione e ispirazione: ha voluto approfondire la cultura storica della fotografia, su Instagram ha preso spunto per nuove idee e ha anche provato a inserirsi in un gruppo Telegram per scambiarsi opinioni con appassionati dell’argomento. Ci dice però sorridente che forse la fortuna più grande è stata trovare un’amica che, altrettanto innamorata della fotografia, è cresciuta affianco a lei in questo mondo.


Elena Pirani, ANALOGICA SENTIMENTALE

Elena invece ci confessa di non aver deciso subito di approfondire la sua esperienza, ma di essersi avvicinata pian piano, da autodidatta. Ha seguito qualche corso online (qualche anno fa la Canon li proponeva gratis), ha sperimentato vari programmi di editing (modifica o correzione dei dettagli dell’immagine) che la scuola le metteva a disposizione e, soprattutto, si è lasciata guidare dalla curiosità. Non ha infatti trovato una persona che le facesse da guida ma ha sempre proseguito per ricerca personale. Si è approcciata alla fotografia analogica nel periodo della prima quarantena, nella noia della giornata. Elena, riflettendo, ci dice che qualche anno fa, nonostante sentisse di avere un forte interesse per la fotografia, non si era mai cimentata nel suo sviluppo. La scuola probabilmente è stato un propulsore che le ha permesso di porre maggior attenzione alle sfaccettature che quest’arte offre, soprattutto nell’ultimo anno, per colmare ore di PCTO, ha partecipato a numerosi progetti di potenziamento, seguita da una professoressa laureata nel campo della fotografia. Sperimentazione di foto, video e creazioni multimediali, le hanno permesso di scoprire una delle future strade da poter percorrere.

Samuele Narciso, PARAGRAFO STILE

Anche Samuele racconta di non aver trovato una persona in particolare che lo abbia spinto a proseguire per la strada della fotografia, ma ci dice che “l’atto della fotografia è come l’atto della scrittura, entrambi nascono da un’esigenza”, un’esigenza di comunicare un messaggio attraverso un mezzo creativo. Per ispirarsi ha cercato di usare Instagram nel modo più limitato possibile. Nel Podcast “Sulla Fotografia” di Chiara Malaspina, viene spiegato che più l’occhio

Samuele Narciso, PARAGRAFO STILE

è abituato a vedere immagini, meno sarà forte il loro impatto. La nostra sensibilità è infatti inversamente proporzionale alla quantità di immagini a cui siamo giornalmente sottoposti. Allora Instagram, come ogni social, è sì un mezzo molto potente per informarsi, ispirarsi e entrare nel mondo del lavoro, ma va utilizzato con parsimonia e, soprattutto, non è abbastanza per iniziare a fotografare. Samuele suggerisce di partecipare a eventi e corsi online per apprendere la tecnica, ma sempre ricordando che la fotografia non si limita al tecnicismo, è espressione artistica e in quanto tale deve essere personale. Va bene quindi prendere spunto ma solo se serve a sviluppare la propria sensibilità. Samuele consiglia soprattutto di visitare musei, comprare libri e riviste di fotografie, guardare il mondo cinematografico con un occhio scaltro e assorbire quanta più cultura possibile. Osservando per esempio lo stile dei grandi esponenti e conoscendo l’ABC dai grandi fotografi, si può imparare a esprimere in seguito i propri concetti e trasformarli in vere e proprie opere d’arte.

Un primo riferimento può essere l’agenzia fotografica Magnum, la più importante dai primi del Novecento ad oggi, che presenta artisti come Richard Avedon, Bruce Gilden, Robert Capa ed Elliott Erwitt.

LO STILE

Desireè scatta principalmente ritratti, ma non vuole limitarsi a questa definizione e rifiuta le etichette, vuole sentirsi libera di sperimentare e di muoversi nei diversi generi.

Il suo obiettivo è comunicare un messaggio e raccontare una storia, il modo con il quale li trasmetterà è solo una conseguenza. Certo ci sono dei dettagli che permettono di riconoscere la sua visione fotografica, ma ciò non la preclude dall’uscire dalla sua cornice di ritrattista. Sarebbe ingiusto limitarla ad un’etichetta.

Elena Pirani, NATURA E GIOCO DI LUCI

Elena specifica, infatti, che l’etichetta venga attribuita più a livello lavorativo. Ci si specializza infatti in ciò che si è più portati nel mestiere, ma ciò non determina l’evoluzione e la ricerca della propria personale fotografia, al di fuori della professione. Lei cerca, per esempio, l’animo sentimentale dello scatto, segue l’emozione che le suscita, mette a volte da parte la qualità tecnica per aumentare la potenza emotiva di una foto. La sua fotografia è romantica. Lo stile allora lo si può intendere come la particolarità che permette al fruitore di riconoscere l’artista, lei per esempio predilige i toni cupi. Se qualcuno riconosce una sua foto per questo, Elena dice “per me è il complimento più grande che si possa fare ad un artista”.

Samuele pensa che approcciarsi alla fotografia significhi entrare in contatto con una parte di sé che ancora non si conosce, togliere i limiti e le etichette, allora è il modo più bello di scoprirsi. Essere liberi di esprimersi e di sperimentare lascia infatti un’impronta più personale in ogni propria opera, chi la ammira potrà sbirciare nell’animo del fotografo.

Le categorie e gli stili sono perciò dei costrutti concettuali che vengono imposti in funzione di interessi professionali. Le agenzie assumeranno un fotografo in base al suo taglio qualitativo e comunicativo e alla sua abilità di rispecchiare la realtà commerciale interessata. Il metro di paragone dello stile fotografico si può quindi spesso trarre dalle commissioni che si svolgono.

PROGETTI

Desireè Cangialosi, PROGETTO GEORGE FLOYD

Desireè nei suoi progetti personali ha quasi sempre messo al centro la sua sensibilità, le sue emozioni e la sua sofferenza; uno dei primi realizzati, per esempio, era legato a una situazione particolare e contorta che stava vivendo. Nel corso degli anni ha anche trattato temi come il razzismo e la privacy, ma in un periodo di distacco e di riflessione ha rivalutato molti punti di vista, è cresciuta culturalmente e naturalmente la sua percezione del mondo ha avuto una svolta. In questo momento sta realizzando un progetto per arrivare anche alla sensibilità altrui, per parlare di sé dando voce agli altri e dare spazio agli altri attraverso se stessa.

È in corso anche un secondo progetto, basato sulle conoscenze e gli argomenti sviluppati a scuola: farà riferimento alla psicoanalisi freudiana e alla sociologia di Goffman. Dalla fusione delle loro tesi e

Desireè Cangialosi, PROGETTO PRIVACY

dall’osservazione dell’attualità, Desireè indagherà il comportamento irrazionale dell’uomo facendo particolare attenzione a quello violento.

Elena al momento sta realizzando foto e video per @impulsoobrand, un nuovo brand di abbigliamento tie dye di un suo amico appena sbarcato su Instagram. Nonostante non faccia parte della sua ricerca fotografica, definisce questa parentesi come “qualcosa da seguire, qualcosa in cui credere”. Impulso nasce dalla passione di Stefano Turati per questo tipo di creazioni artistiche, quest’estate ha raggiunto con facilità i primi obiettivi prefissati e sta sempre più prendendo forma, grazie alla collaborazione di Elena nella fotografia dei prodotti e a livello di immagine sui social. Lei, frequentando il liceo artistico, ha svolto molti progetti fotografici, adesso per esempio sta lavorando attorno alla figura di Joseph Beuys, un artista di body art del ‘900, per cui ha dovuto capovolgere il suo punto di vista, andando davanti all’obbiettivo.

Elena Pirani, Paolo e Francesca di Dante, progetto scolastico

In un altro progetto scolastico, ancora aperto, rappresenterà la “città globale”, concentrandosi sulla quarantena e sugli effetti che ha causato: un evento che ha fermato una realtà in movimento mandando in crisi il sistema della globalizzazione. Creerà un video di un monologa scritto da lei, in cui descriverà scene familiari, valori riscoperti e nuovi passioni nate durante il periodo, ma darà anche spazio agli aspetti negativi, come le strade natalizie di una città, senza bancarelle, abitate solo da clochard.

In

Elena Pirani per "Impulso brand"

fine il suo stesso profilo fotografico @neparinilea è definibile come progetto, rappresenta il suo diario di viaggio.

Samuele all’inizio del suo percorso partecipò con due suoi coetanei ad un progetto chiamato “Purple Haze”, una mostra fotografica organizzata per la scuola. L’esposizione, si ricorda ancora, era stata preparata in tre giorni, tra verifiche, interrogazioni e stress da fine scuola, ma riscosse successo sia tra i professori che gli studenti e ne fu molto soddisfatto.

Nel corso dei mesi ha anche realizzato una sessione di street photography, si è lasciato ispirare da ogni piccolo particolare camminando per le strade e ne ha documentato la loro quotidianità.

Al momento è in corso un progetto di gruppo, in cui verranno uniti fotografia, graphic design, musica, disegno e forse scrittura. Si chiama “Ephea”, prendersi cura di sé, ma sta ancora prendendo forma.

Samuele Narciso, STREETPHOTOGRAPHY

LAVORO

Desireè Cangialosi, SEDUZIONE

Secondo Desireè, per entrare nel mondo del lavoro della fotografia è fondamentale essere curiosi, uscire dalla propria nicchia e fare conoscenze, essere umili e aperti alle occasioni, ma soprattutto usare i social, infatti tutte le etichette, grandi o piccole, osservano molto i profili e investono sui social network.

Vorrebbe inoltre avere uno studio, fotograferebbe tantissimo, ma ci spiega che essere studente oggi significa dedicare la maggior parte delle giornate- e delle nottate – allo studio. Ci sono infatti molti sbocchi lavorativi, ma bisogna dedicarvi impegno, quindi rischiare e investirci tanto tempo. È felice comunque di poter scattare temporaneamente per alcune feste, come il ballo di fine anno del Greppi, e svolgere foto su richiesta.


Elena sta cercando un valido corso universitario nella cinematografia, per far coincidere studio e passione, riducendo il rischio di non dedicare tempo alla fotografia a causa della scuola. Sostiene però che aprire la porta sul mondo del lavoro attraverso una formazione prettamente scolastica non è molto facile. Trovare una professione di questo tipo dipende sì dal tempo ma anche dal denaro.

Elena Pirani, ANALOGICA

Tante scuole hanno accessibilità ristretta e la società ancora non offre molti punti di contatto per collegare la passione della fotografia al mondo del lavoro, nonostante l’immagine sia alla base della società moderna. Forse, riflette, per lavorare nella fotografia bisogna svolgere un percorso più autonomo e individuale, rispetto ad altre professioni.


Samuele, d’accordo con Desireè ed Elena, si dedica a dei piccoli lavoretti temporanei, che possono essere eseguiti anche senza preparazione professionale. Lui ha provato a fotografare per le feste, diciottesimi e compleanni o a eseguire degli shooting (realizzare scatti su commissione, sulla base delle richieste di chi ingaggia).


Samuele Narciso, MANIFESTAZIONE DELL'AMBIENTE
Elena: “La fotografia racconta me stessa, tutte le foto che faccio rappresentano la realtà che al momento mi circonda. La mia fotografia è infatti sentimentale e affettiva”.
Samuele: “La mia fotografia è soggettiva, varia in base al mio stato d’animo, a come mi appare la realtà e a cosa voglio comunicare”.
Desireè: “La mia fotografia è molto centrata su me stessa, le foto che faccio sono lo specchio della mia persona, ma sto lavorando sull’ascolto degli altri e sulla storia di ogni soggetto, mi piacciono anche i temi più concettuali, come la privacy. Forse da adesso voglio raccontarmi un po’ meno”.
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