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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

Studenti al tempo di Covid: UN ANNO DI SACRIFICI

di Silvia Crotta



Il 9 marzo 2020 iniziavano per noi le ‘due settimane di sacrificio’, che sarebbero dovute bastare a ridurre la curva epidemiologica ed a farci tornare alla normalità. Esattamente un anno dopo, la situazione non è migliorata, anzi. L’unica cosa che è cambiata è la speranza che, presto, tutto potrà tornare come prima; quella non c’è proprio più. Sembra di essere punto a capo, è come se stessimo vivendo un déjà-vu costante. Come l’anno scorso ad inizio pandemia, le zone che registrano un elevato numero di casi sono, un’altra volta, la provincia di Cremona, Bergamo, Pavia ed il comune di Segrate. E noi studenti siamo dovuti tornare alla DAD al 100%, ancora.

Ogni adolescente si merita ed ha il diritto di vivere ogni secondo di ogni singola giornata, nel contesto scolastico e non. Ci siamo sempre lamentati della scuola e di quanto fosse difficile sopportare la mole di studio quotidiana, ma ci siamo presto resi conto che essa fosse parte integrante della nostra vita. Siamo arrivati a capire che il tempo passato con i compagni di classe è sempre stato prezioso, nonostante le numerose incomprensioni, le mille ansie e le tantissime preoccupazioni.

Durante quest’anno abbiamo capito che la scuola è una delle parti più caratterizzanti ed importanti del nostro percorso personale, specialmente della nostra adolescenza, perché ciò che conta davvero, oltre all’apprendimento di nuove nozioni, è il rapporto che si instaura gradualmente con il proprio vicino di banco e con tutti gli altri compagni che, come si suol dire, ‘sono sulla nostra stessa barca’. Abbiamo sempre dato per scontato quelle piccole cose che, in realtà, facevano la differenza e miglioravano la nostra giornata, come un abbraccio, un sorriso, una parola di conforto nei momenti più complicati.

Tutto d’un tratto, ci siamo trovati catapultati in un mondo che non ci apparteneva e non ci appartiene tutt’ora; un mondo costruito su sacrifici e speranze, su paure e lontananza.

È incredibile come, in un anno, la realtà che ci circonda sia cambiata così radicalmente. Per noi di quinta il compito si sta facendo ancora più arduo: ci troviamo davanti alla scelta universitaria, una scelta non da poco, che definirà il nostro futuro. Per noi non è sicuramente facile prendere una decisione; questa situazione che si protrae ormai da un anno ci ha impedito e ci sta impedendo tutt’ora di sperimentare il mondo, di coltivare le nostre passioni e di capire davvero in quale ambito lavorativo ci piacerebbe lavorare.

Io stessa continuo a dirmi, e a dire ai miei coetanei, che presto tutto andrà meglio e che, prima o poi, torneremo a vivere come abbiamo fatto fino ad un anno fa, schiarendoci così le idee e capendo davvero cosa fare del nostro futuro. Ormai, però, non sono più così fiduciosa nemmeno io; non penso che, al momento, ci sia qualcuno che vede davvero la famigerata luce in fondo al tunnel.

Siamo stanchi di questa situazione, vorremmo poter tornare a godere ogni momento della nostra vita, ma purtroppo siamo frenati. Frenati da un mostro tanto piccolo quanto violento, che, ancora per un po', ci impedirà di tornare alla tanto desiderata normalità.

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