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Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

Studenti al tempo di Covid: SARA’ ABBASTANZA ?

di Paola Radaelli

Alzi la mano chi si aspettava che sarebbe ricominciato tutto.

Se, con rassegnazione, avete sollevato il braccio e annuito lentamente, mi unisco a voi.

Quando, dopo mesi di reclusione, le misure sono diventate meno restrittive, il virus è sembrato cosa passata; ormai si sentiva solo il richiamo dell’estate e nient’altro. Ma la libertà ha portato all’irresponsabilità. Abbiamo scelto di goderci le vacanze sacrificando i mesi che sarebbero venuti dopo. Perciò eccoci qui, di nuovo sulla strada di un simil-lockdown.

È da settembre che registro un video a settimana e tengo un “diario ai tempi del Covid”, in modo che la me stessa del futuro si possa ricordare la vita nel 2020. Finora mi stanno aiutando ad affrontare la realtà, ad accettarla e quando serve anche a lamentarmene senza essere giudicata. Lo faccio anche perché questo è il mio ultimo anno di liceo e mi fa male vedere quanto incerto stia diventando. La didattica a distanza è tornata, e con lei quell’ora e mezza in più di sonno alla mattina. Si può pranzare appena si chiude il PC, si può assistere alla lezione in pantofole, e si può sorseggiare il tè mentre si ascolta la spiegazione. D’altro canto, la lista dei “non si può” è più lunga. Niente più feste, uscite con gli amici, forse dovremo perfino dire addio al Natale in compagnia.

Si è cercato di reggere fino all’ultimo: la scuola ha provato ad alternare lezioni in presenza e videolezioni, alcune associazioni sportive hanno cambiato il nome alle discipline pur di continuare (come nel mio caso, dove “Attività motoria propedeutica al karate” significava karate con la tuta da ginnastica…), quasi tutto ha dovuto piegarsi a ordini superiori per il bene comune. Saremo più pronti a stare a casa, questa volta? Affronteremo con una mentalità diversa il confinamento, dopo averlo già vissuto solo pochi mesi fa? Ci avrà insegnato qualcosa l’isolamento della scorsa primavera? Io penso che adesso abbiamo più armi per difenderci, è una guerra che si può dire abbiamo già combattuto e che ci ha fatto scoprire molto di noi stessi. Abbiamo familiarizzato con il nemico, sono state accresciute le nostre conoscenze delle piattaforme virtuali per discutere con i nostri alleati sulle strategie da adottare e sappiamo che, se il nostro animo è sopravvissuto una volta, può uscirne vincitore di nuovo. Sarà abbastanza?

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