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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

Ma serve davvero la Giornata della Memoria?

di Claudia Molteni Ryan


Oggi è il 27 gennaio 2021, Giornata della Memoria. Il 27 gennaio 1945 l’Armata sovietica entrava nei campi di Aushwitz, segnando così la fine di quei luoghi di morte e tortura.

La Giornata della Memoria è una commemorazione delle vittime dell’Olocausto (ebrei, omosessuali, zingari, oppositori politici), ma non è solo un momento per ricordare chi è stato ucciso, è una memoria che deve perpetrarsi per fare in modo che non accada più ciò che è avvenuto 76 anni fa, perché ci ricorda con chiarezza che qui in Europa, la civilissima Europa, si era arrivati ad essere disumani e spietati.

Attenzione: perché c’era chi creava i campi di sterminio e chi li riempiva di vittime da sfruttare e far morire, ma c’era anche chi voltava la testa dall’altra parte e faceva finta di non vedere, perché è meglio illudersi di non sapere, così si evitano i sensi di colpa.

Ma serve davvero la Giornata della Memoria?

Oggi c’è un rigurgito di neonazismo in Germania e neofascismo in Italia. Ci sono siti web che vendono tranquillamente oggetti inneggianti il duce, o decorati con motti assurdi e vuoti di stampo fascista, esistono sedi dove giovani si ritrovano e sui muri ci sono immagini e scritte fasciste. Poi, però, se a questi giovani fai qualche domanda di Storia, della nostra storia recente, quella, appunto, del fascismo, non sanno assolutamente niente. Sono vuoti come scatole vuote, e gli slogan e i miti del fascio gli servono per sentirsi qualcuno e parte di qualcosa. Ma lo Stato dov’è per chiudere i siti e le sedi? La Democrazia non può accettare tutto: la libertà finisce nel momento in cui mina la democrazia stessa. E poi…Ma la scuola non insegna la storia? Ma la scuola, tutte le scuole, dalle Medie, alle scuole professionali, ai licei, si pongono il problema che l’obiettivo non è il voto burocratico da inserire nella casella alla fine dell’anno scolastico, ma è trasmettere dei valori, e che la Storia non è un susseguirsi di date ed eventi ma è il racconto dell’umanità, con le sue sofferenze e lacerazioni?

Oggi c’è un’avversione verso gli immigrati, coloro che hanno avuto la sfortuna di nascere nella parte sbagliata del mondo e cercano di trovare una possibilità di vita decente in quella che dovrebbe essere la parte fortunata del mondo. Ora sono loro i “cattivi” a cui imputare tutti i mali del nostro presente. Vanno cacciati: e allora nascono i muri che i Paesi dell’est Europa hanno eretto, oppure esistono campi di disperazione, come quello che attualmente c’è nei boschi della Bosnia Erzegovina, dove le persone sono abbandonate nella neve, al freddo gelido dell’inverno, e, in alcuni casi, sono state anche picchiate e uccise.

In questo caso l’Europa dov’è? Dove sono gli aiuti?

Ovviamente la mia domanda “ma serve ancora la Giornata della Memoria” è pura provocazione. Sono fermamente convinta che ricordare è fondamentale per costruire un futuro.

Nell’ultimo anno sono morte tante persone che erano testimonianze viventi dell’esperienza nei campi di sterminio, ma anche partigiani e partigiane che hanno lottato per la nostra libertà. Poco alla volta le loro voci si spengono ed è importante mantenere alta la fiaccola della Memoria, per non dimenticare la pagina più buia della storia europea e italiana.

Sono stata ad Aushwitz I e II (Birchenau) ed è stato straziante. Ho letto molto sull’argomento per l’ultimo romanzo che ho scritto, nel quale il protagonista fa parte di un gruppo di deportati di cui non si parla mai: i lavoratori coatti. Più si va a fondo nella conoscenza di quel periodo storico, più si scoprono sofferenze che, oggi, facciamo forse fatica a comprendere pienamente.

Questa giornata, perciò, deve servire come monito, deve ricordarci che i vecchi miti che hanno portato tanta distruzione, sono morti e devono rimanere tali, ma deve anche farci capire che non bisogna voltarci dall’altra parte e far finta che, anche oggi, non ci siano vittime di società ingiuste che hanno bisogno di aiuto.

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