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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

LO SPORT AL TEMPO DI GUERRA

di Edoardo Gatti


Sogni spezzati. Speranze bruciate. E la vita che cambia, nel segno delle ignobili pazzie di un solo ‘’uomo’’, che la caparbietà ucraina, giorno dopo giorno, sta tentando di respingere. La resistenza coinvolge tutti, e vede anche una lunga lista di sportivi che hanno deciso di difendere il proprio Paese dagli attacchi russi, rinunciando alla propria carriera per proteggere il futuro della patria, divenendo simboli del coraggio ucraino e assoluti eroi della nazione. Il conflitto, però, non risparmia nessuno: brucia le speranze di un domani migliore, spezza i sogni di chi non potrà più viverne uno.

Yevhen Obedinsky

L’ultimo atleta caduto in Ucraina è Yevhen Obedinsky, ex capitano della nazionale di pallanuoto maschile, morto mentre difendeva Mariupol dall’assedio nemico. L’ex pallanuotista è solo uno dei tanti morti provocati di una guerra cieca, una strage degli innocenti capace di uccidere anche tanti bambini e ragazzi, come la ginnasta undicenne Kateryna Dyachenko, stella della ginnastica ucraina anch’essa morta sotto le bombe di Mariupol. Sempre tra le devastazioni di Mariupol, sono morti in battaglia Maksym Kagal, primo campione del mondo di kickboxing ucraino, e Yegor Birkun, campione di arti marziali miste. Tra le vittime anche il vogatore Ivan Shchokin, e i calciatori

Kateryna Dyachenko

Martynenko e Vitalii Sapylo. Ma gli eroi, non muoiono mai.

I primi a imbracciare il fucile sono stati il sindaco di Kiev ed ex pugile Vitaly Klitschko insieme al fratello compagno di ring Volodymyr. Da lì, in battaglia sono scesi atleti di ogni estrazione: dal pugile Vasyl Lomachenko all’ex campione d’Inghilterra con l’Arsenal Oleg Luzhny, fino a Volodymir Bezsonov, il tennista numero 240 della classifica atp Serhiy Stakhovsky e l’allenatore dello Sheriff Tiraspol Yuriy Vernydub, che solo pochi mesi fa batteva il Real Madrid e si giocava con l’Inter un passaggio agli ottavi di Champions League.


Tante e significative le iniziative di solidarietà avanzate dal nostro Paese: una trentina di giovani pallavoliste ucraine in fuga sono in arrivo a Milano dove saranno accolte dalla Federazione Italiana Pallavolo, e per alcuni mesi saranno ospitate con supporto didattico, sportivo e linguistico. Il Cagliari Calcio ha accolto e messo sotto contratto il quattordicenne Artiom, arrivato in Sardegna grazie alla missione umanitaria guidata dal parlamentare Ugo Cappellacci e da Anthony Grande, ambasciatore dell’Ucraina a Cagliari. Tra i sette mila ucraini giunti a Bologna, spicca anche una raggiante promessa del nuoto, il diciassettenne Ivan Denysenko, scappato da Kiev. Il presidente della Virtus Faenza, Nicholas Lucatini, ha accolto nella sua società il giovane calciatore Sascha e la sua famiglia. Il portiere dell’Empoli, Guglielmo Vicario, ha dato alloggio nella sua casa di Udine una donna e il figlio di 8 anni, mentre l’ex pugile Patrizio Oliva è in missione al confine tra Romania e Ucraina per dare aiuto ai profughi. Con la speranza che la ‘’guerra’’ torni, in senso metaforico, a farsi sul campo da gioco.

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