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Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

LITE SGARBI-MUGHINI. Ma è questa la televisione che vogliamo?

di Edoardo Gatti

Maurizio Costanzo Show è il talk-show più longevo della tv italiana, giunto quest’anno alla quarantesima edizione. Nel corso della puntata del 4 maggio, dedicata alla situazione creata dalla guerra e alle sue ripercussioni nel sociale, dallo sport all’arte, è accaduto l’improponibile: il critico d’arte Vittorio Sgarbi e il giornalista Giampiero Mughini hanno dato vita ad una dura lite, venendo alle mani, il tutto per una diversa visione d’insieme sul tema trattato nel salotto. Volano parolacce (il primo ad insultare è stato Sgarbi, come di consueto), spintoni e grida nell’imbarazzo generale per uno spettacolo indecoroso che macchia ancora una volta la dignità e la credibilità del nostro Paese e della nostra società, e che coinvolge persone che dovrebbero essere colte e dare un buon esempio.

E il problema è che non è la prima volta che succedono episodi del genere, a dimostrazione di come la televisione italiana stia cadendo sempre più in basso, soffocata dal trash più totale. Ma, probabilmente, allestire questi spettacolini da quattro soldi fa comodo a qualcuno: non è un caso che con l’azzuffata tra Sgarbi e Mughini lo share del ‘’Maurizio Costanzo Show’’, magicamente, abbia avuto un’impennata. Tutto, oramai, gira intorno all’audience, agli ascolti, perché alla fine non conta la qualità del prodotto ma la sua capacità di attrarre l’attenzione delle persone, e su quanto il loro interesse porti nelle casse degli studi televisivi. Siamo abituati giornalmente a palinsesti poveri di contenuto, di reale informazione, pieni di gente insulsa che sbraita e che promuove l’ignoranza e la violenza, fisica e verbale, ad una società che invece di progredire, arretra. E ci chiediamo anche il perché. Per la verità ci sono ancora trasmissioni misurate, che trattano temi importanti con intelligenza, ma bisogna trovarli, non essere telespettatori distratti.

Le televisioni sono nate per promuovere la cultura, per informare, intrattenere, educare.

Il maestro Manzi

Famoso è il maestro Manzi, che tra il 1960 e il 1968 insegnò a leggere e a scrivere a un milione e mezzo di italiani. Altri show erano leggeri, semplici, ma regnava il rispetto, la buona educazione e in qualche modo contribuivano alla formazione di ogni individuo. Un altro esempio positivo di grande successo è stato Quark, il programma di divulgazione scientifica ideato e condotto da Piero Angela tra il 1981 e il 1989, seguito da Superquark dal 1995.

Fiorello show, esempio di spettacolo leggero, di intrattenimento positivo, con allegria, rispetto e un pizzico di cultura

Oggi è tutto un rimpasto, pesante e stopposo, di cose viste e riviste, di personaggi che, nonostante abbiano già fatto danni, ritroviamo ancora in mondovisione, di reality osceni e tante altre sovrabbondanze che inevitabilmente hanno ripercussioni sul sociale, perché influenzano il linguaggio, gli ideali delle persone, soprattutto dei giovani, convinti del fatto che farsi vedere è tutto, anche a costo di perdere la dignità.

La televisione lo specchio della società o la società specchio della televisione? Una domanda apparentemente banale ma, effettivamente, vuole una risposta parecchio complessa. Di sicuro le due realtà (quella virtuale della tv e quella della vita vera) sono ormai avviluppate inesorabilmente, influenzandosi vicendevolmente. Come sempre bisogna saper scegliere, essere spettatori critici e consapevoli. Soprattutto essere coscienti che, quando si guardano stupidi reality-show o gente che litiga, si sta sprecando del tempo prezioso.

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