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  • Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

La settimana del successo formativo

Aggiornamento: 24 gen

Come ogni anno Villa Greppi ha messo in campo la "Settimana del successo formativo", cinque giorni (dal 15 al 19 gennaio), dopo gli scrutini del trimestre, durante i quali gli studenti con insufficienze hanno potuto seguire i corsi di recupero, mentre gli altri hanno avuto la possibilità di partecipare a conferenze, rappresentazioni teatrali, corsi di vario tipo.

Sicuramente un'opportunità per uscire dagli schemi delle materie curricolari e ampliare il ventaglio dell'offerta formativa.

Vediamo un po' più nel dettaglio alcune di queste proposte (ci scusiamo con coloro che hanno organizzato i corsi che non sono qui descritti).


Il corso di recitazione

Le studentesse Giulia Panzeri e la Sara Cogliati di 4LC hanno organizzato un corso di teatro.

L’idea di proporre questa lezione nasce dalla volontà di condividere la nostra passione per la recitazione, che già da tempo coltiviamo nel nostro tempo libero: infatti, Giulia segue il corso avanzato del Binario 7 di Monza mentre la scrivente partecipa a quello pre-accademico della Scuola del Musical di Milano.

Sotto la nostra guida gli iscritti hanno svolto diverse attività come “hip hep hop”, un gioco divertente che aiuta a sviluppare la prontezza, e il “mimo”, utile per trovare la connessione con il compagno di scena. Questi e altri esercizi hanno portato alla luce la personalità dei ragazzi, inducendoli a riflettere sull’importanza dei dettagli e della consapevolezza spaziale nonché corporea e vocale.

È stato un piacere e un grande divertimento insegnare a giovani studenti e studentesse come noi la magia del teatro. Ci rende molto soddisfatte sapere che questo corso è piaciuto ai partecipanti, che hanno manifestato sin da subito molto entusiasmo e interesse.

Proprio sull’onda di questo discorso, mi permetto di lanciare un appello ai professori di

quest’istituto: considerati la passione e l’interessamento verso le lezioni di recitazione da parte degli alunni, non si potrebbe offrire un corso di teatro che duri un intero anno scolastico al Villa Greppi?

(Sara Cogliati)


Videogiochi e storia: un binomio vincente

Tra i tanti corsi di approfondimento disponibili, venerdì in aula magna si è tenuta una conferenza sul rapporto tra la storia e i videogames. Il relatore era Andrea Oldani, membro di PopHistory, associazione che si occupa di promuovere la storia come disciplina moderna e non legata solo al passato, mettendola in relazione con argomenti attuali riguardanti la cultura pop, come, appunto, i videogiochi. E così nel corso delle due ore previste i presenti hanno potuto scoprire come i videogiochi sono un mezzo attraverso cui si può scoprire anche il passato.

Uno degli scopi principali dell'incontro, ha spiegato il relatore della conferenza, è quello di

guardare i videogames a tema storico con un occhio diverso, valutando nell'esperienza di gioco anche la loro aderenza al contesto storico che rappresentano e la cura per esso. Nel corso delle due ore sono stati mostrati diversi casi positivi e negativi di videogiochi storici. Per esempio, vi sono dei titoli che non rispettano il contesto storico di cui dovrebbero far parte, presentando mostri mitologici greci in epoca Medievale, ed altri titoli invece molto attenti a questi aspetti, o che addirittura inseriscono nel gioco dei piccoli approfondimenti sul tema rappresentato, o che provano a spiegare le origini di miti e leggende dell'epoca (sapevate che la figura del Minotauro era in realtà un guerriero che combatteva con la maschera di un toro in volto?).

L'incontro è stato molto apprezzato dagli studenti per l'inaspettato collegamento creato tra una materia che a volte non riesce ad appassionare, ed un tema invece molto caro alla nostra generazione.

Il professor Andrea Oldani, laureato in storia e public history (disciplina che studia la storia per divulgarla al grande pubblico) all’università degli studi di Milano, ha intrattenuto per due ore l'aula magna, parlando in modo chiaro e adatto ad un pubblico di giovanissimi, senza mai risultare complesso da comprendere, né noioso e dimostrando che anche dai videogiochi, spesso ritenuti solo una perdita di tempo, si può imparare qualcosa di veramente interessante.

(Riccardo Porta)


COME NASCE UN FARMACO?

Con la ricercatrice dell’università degli studi di Milano, Veronica Bonalume, abbiamo avuto la

possibilità di scoprire il mondo della ricerca scientifica, nello specifico della produzione di un

farmaco, che nasconde dei processi molto lunghi e laboriosi.

La prima parte consiste nella ricerca clinica, condotta su modelli sperimentali come cellule o

animali. Inoltre, l’esperta si è soffermata sull’attenzione che la ricerca sta dando per trovare dei sostituti ai modelli animali, per garantirne la salvaguardia e fare in modo che soffrano il meno possibile.

Veronica si è specializzata nello studio delle neuropatie periferiche, cioè una condizione medica in cui i nervi del sistema nervoso periferico si danneggiano o non funzionano correttamente; ha proseguito illustrandoci un po’ più nello specifico la sua vita in laboratorio, mostrandoci anche un suo intervento eseguito su diversi neuroni, oppure le diverse conferenze presso le quali ha avuto l’occasione di parlare dei suoi progetti davanti a un gran numero di persone.

In conclusione, l’incontro ci ha fornito molte nozioni interessanti, che ci hanno incentivato ad

approfondire questo mondo, e probabilmente in futuro di poterci lavorare.

(Aivril Tuzon)


RICERCA e STATISTICA: PERCHE’ INSEPARABILI? 

Il corso di approfondimento di Ricerca e Statistica, gestito e presentato da Federica Nicotra, una delle due socie fondatrici della società Prisma-STAT, ha interessato ben 60 studenti del nostro istituto. Grazie al suo intervento, tenutosi al Granaio, noi ragazzi siamo riusciti ad immergerci nel suo mondo e a scoprire, passo per passo, in cosa consistono le due discipline di cui lei si occupa quotidianamente. Durante l’esposizione, inoltre, siamo riusciti a capire il motivo per il quale la ricerca e la statistica sono considerate due settori inseparabili. Durante la prima ora di corso, infatti, ci è stato spiegato che esse sono collegate perché la statistica fornisce gli strumenti e i metodi necessari per analizzare i dati raccolti durante il processo di ricerca. Nella seconda parte dell’incontro siamo stati sottoposti anche noi ad una breve indagine riguardante noi stessi, il rapporto con i nostri familiari, i nostri amici e infine con la scuola. Grazie alla stimolante presentazione della fondatrice Federica Nicotra, noi alunni siamo usciti dall’aula parecchio arricchiti e ulteriormente interessati ad approfondire altri aspetti di queste scienze.  

(Clarissa Campi)


Presentazione del romanzo “LA SCELTA” di Claudia Ryan: l’umanità tra le tenebre della guerra

Uno degli incontri che sono stati proposti durante la settimana del successo formativo è stata la presentazione del libro “La scelta”, scritto dalla nostra professoressa di storia dell’arte Claudia Molteni Ryan, che verrà pubblicato i primi di febbraio.

Si tratta di un romanzo storico ambientato negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale, dopo l'8 settembre 1943, che ci racconta l’avvincente storia di Ettore Goggi che, come altri ragazzi della sua età, a soli 17 anni si trovò dinanzi ad una scelta decisiva: combattere al fianco dei tedeschi o ribellarsi con le forze partigiane. Inizia così un viaggio per l’Europa, tra solide amicizie e inevitabili pericoli, tragici orrori e luminose speranze: un racconto di vita e di morte che non lascia spazio all’indifferenza. Di fatto, seppur le vicende narrate siano arricchite dalla fantasia della scrittrice, si tratta di una storia vera, quella di Corrado Guaita, che ci catapulta in un passato atroce e tristemente reale.

Dopo un intenso lavoro di ricerca, approfondimento e verosimiglianza durato più di due anni, Claudia Ryan è riuscita a mettere per iscritto un bagaglio esperienziale unico nel suo genere: la guerra. La genialità del romanzo sta nel fatto che il tutto sia vissuto dal punto di vista di un ragazzo come noi, un ragazzo apparentemente come tutti gli altri che però si distinguerà per la forza del suo coraggio; quel coraggio che lo trasformerà ben presto in un uomo.

(Angelica Aliprandi)


I disturbi alimentari come “sindrome culturale"

”Angela Molinari, professoressa di filosofia e scienze umane al liceo Bertacchi e dottoressa in antropologia medica, è stata invitata venerdì 19 gennaio per tenere una conferenza sui disturbi alimentari come “sindrome culturale”. Ha deciso di trattare un tema, quello dei DCA (disturbi del comportamento alimentare), che può riguardare tutti, sia in maniera diretta che indiretta e che può divenire nel corso del tempo grande fonte di disagio e malessere psichico nella vita di ciascuno di noi.

Gli obiettivi dell’incontro erano: illustrare l’approccio dell’antropologia medica ai disturbi del comportamento alimentare, ma, soprattutto, far riflettere noi studenti su alcune ovvietà culturali intorno al cibo, al corpo e all’identità. Angela Molinari descrive i DCA come: “Un insieme di disturbi psichici caratterizzati da un rapporto problematico con l’alimentazione, il peso e la forma corporea, che si traduce in pensieri, vissuti e comportamenti disfunzionali, con conseguenze dannose sulla salute psicofisica dell’individuo”. I DCA, malattie mentali con il peggiore impatto sull’organismo biologico, sono: l’anoressia (“mancanza di appetito”) che si riferisce ad un restrizione e ad un controllo sul cibo da parte dell’individuo per raggiungere una certa magrezza estrema, la bulimia nervosa (“fame da bue”) che consiste in un alternanza tra restrizioni e abbuffate da parte dell’individuo con conseguenti sensazioni di perdita del controllo, vergogna e colpa dissipate tramite metodi di compenso (come vomito autoindotto, iperattività, uso di lassativi…), il binge eating (alimentazione incontrollata) che rimanda ad una compulsione alimentare dell’individuo, che gli permette tramite il cibo di quietare le proprie paure e preoccupazioni senza metodi di compenso, l’ortoressia (“giusto appetito”), che consiste nell’ossessione per un’alimentazione esclusivamente sana, e infine, la vigoressia, ovvero l’ossessione ad aver un fisico muscoloso, scolpito e prestante. Ciò che accomuna tutti i tipi di DCA è la presenza invadente ed intrusiva di pensieri ossessivi che comportano una percezione alterata del proprio corpo. Le cause che provocano l’insorgenza dei DCA, possono essere: individuali, famigliari e socioculturali.

I DCA sono caratterizzati da un’evoluzione multifattoriale, di fronte alla quale bisogna intervenire il prima possibile, non con la semplice “buona volontà" del soggetto che ne soffre, il quale non riesce a controllare volontariamente le proprie condotte, ma al contrario cercando di chiedere aiuto e assistenza a specialisti.

(Hiba Founoun)


Venere & Medusa - 2 muri, 5 giorni, 22 studenti per “I muri dei maturandi”

Il gruppo di Street Art, ormai consolidato col nome “G.Ars.1”, ha deciso di realizzare due muri dedicati agli studenti più stressati di sempre: i maturandi. 

L'ispirazione è venuta dal “Muro dei maturandi”, realizzato con le impronte dei ragazzi di quinta dello scorso anno, si è deciso perciò di dedicare due delle porzioni murali che vi stanno esattamente di fronte proprio a questo cruciale momento della vita di ogni studente. Il gruppo è partito da quella che ormai è la nostra assodata e vincente cifra stilistica, ovvero i grandi capolavori della storia dell’arte, pensando a due aspetti dell’Esame di Stato: il prima e il dopo maturità. 

Per il prima, il faticoso periodo dello studio e della preparazione alle prove, si è preso spunto da “La zattera della Medusa” di Gericault, opera che racconta del salvataggio dei naufraghi della nave Medusa, utilizzandone principalmente lo sfondo e il contesto, trasformando il mare in tempesta in una distesa di appunti su cui questa zattera, piena di zaini, libri e strumenti della didattica, cerca la salvezza verso un’isola tropicale, che rappresenta il tanto agognato traguardo finale della maturità. Questo murales è stato chiamato “La zattera dei maturandi”.

Il secondo murales, quello che rappresenta il dopo e quindi il tanto atteso approdo al risultato, è invece ispirato a “La Nascita di Venere” di Botticelli, da cui trae sia l’iconico sfondo, sia uno dei personaggi principali, ed è pensato però in chiave più individuale, per il singolo maturando. Questo murales è stato chiamato “La Nascita del diplomato”. 

Insomma, la chiave di questo lavoro è l’aver regalato a tutti gli studenti di quinta la possibilità di immortalare due momenti della vita dell’ultimo faticoso anno di scuola superiore in chiave ironica, ma soprattutto iconica, lasciando che siano proprio i ragazzi stessi a completare le creazioni, facendo in modo che siano loro i veri protagonisti dei murales.

(Maria Concetta Torre)


In ordine di apparizione:

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