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Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

La leggendaria storia degli 883

di Alessandra Mauri

 

Max Pezzali e Mauro Repetto: in principio erano I Pop, poi diventati 883, gruppo musicale fondato nel 1988, che ha segnato il panorama musicale italiano degli anni 90.  

 

L'11 ottobre è uscita la serie TV che racconta come tutto è iniziato. Due ragazzi di Pavia,  

le cui vite scorrono nella totale normalità tra delusioni, senso di inadeguatezza e sogni impossibili: Max consegna fiori per il negozio dei suoi genitori (ha fatto consegne anche a Maria de Filippi da parte di Maurizio Costanzo), Mauro fa l'animatore nei villaggi turistici.

Si conoscono tra i banchi di scuola, al terzo anno di liceo scientifico. Massimo (Max), anno 1967, è ripetente, tranquillo, timido, appassionato di punk, fumetti e moto. Nella nuova classe conosce Mauro, un ragazzo stravagante, avventuriero, che affronta la vita di petto senza arrendersi alle difficoltà. 

Li unisce un profondo amore per la musica e insieme iniziano a scrivere canzoni. Sono ragazzi semplici, non sono i più fighi, non vengono da una grande città, non fanno la bella vita e hanno origini modeste. Attrezzano una tavernetta come un mini-studio, senza una preparazione specifica scrivono testi, mixano suoni e cantano insieme per puro divertimento. 

 

La loro prima canzone è del 1989, si chiama “Live in the Music” e nello stesso anno partecipano alla trasmissione 1-2-3 Jovanotti, condotta dall’allora emergente Jovanotti. Cantano pezzi in inglese dalle sonorità rap, ma l'esperienza si conclude presto. Qualche tempo dopo iniziano a lavorare con il talent scout e produttore discografico Claudio Cecchetto e cambiano il nome del gruppo da I Pop a 883, come un modello di moto della  

Harley Davidson.

Partecipano al Festival di Castrocaro del 1991, in cui presentano il pezzo "Non me la menare". Gli 883 non vincono, ma si fanno finalmente notare, Pezzali per la sua voce, Repetto per il suo modo di tenere la scena ballando. Già, perché dei due l'unico a cantare era proprio Pezzali. Il singolo "Hanno ucciso l'uomo ragno", dell'omonimo album, è il primo a venire pubblicato, con il risultato di diventare in poco tempo uno dei pezzi più ascoltati dell'estate del 1992. Nel 1993 vincono il Festivalbar con "Nord Sud Ovest Est", nella sezione miglior CD. 


Insoddisfatto del suo ruolo, nell'aprile del 1994 Repetto decide di abbandonare questo progetto all'apice del successo, perché non riesce a trovare una posizione nelle esibizioni dal vivo e non regge la pressione che lo circonda. L’ultima sua apparizione con Max Pezzali risale ad una puntata del Roxy Bar di Red Ronnie, datata 14 gennaio 1994.  

Mauro parte quindi per gli Stati Uniti per inseguire un altro suo grande sogno: lavorare nel cinema. Non sfonda però, e dopo avere pubblicato un album da solista, che si rivela un flop stroncato da pubblico e critica, si trasferisce a Parigi e comincia a lavorare come animatore a Disneyland Parigi, dove ha fatto carriera fino a diventare organizzatore e responsabile degli eventi speciali, ruolo che tuttora ricopre. 

Dopo l’addio di Repetto, il marchio 883 resta a Pezzali, che malgrado la mancanza dell’amico pubblica altri album di successo.  

Max continua ad essere una persona timida e umile, sul palco parla fra un brano e l'altro come se fosse al bar tra amici. Un antidivo in tutti i sensi. Nel 1998 recita anche nel film "Jolly Blu", che racconta in musica i suoi esordi, ma che la critica e il pubblico non apprezzano molto.

Dopo dieci anni esatti dall'uscita del primo album decide di proseguire da solista, abbandonando il marchio e proseguendo con il suo nome e cognome. È il 2002 e questa decisione decreta la fine degli 883.  

 

"Come mai", "Una canzone d'amore", "Sei un mito", "Gli anni", "La regola dell'amico" sono solo alcuni dei successi degli 883

Le loro canzoni non raccontano dei giovani degli anni ’80/90, ma di sentimenti universali in cui i ragazzi si identificano ancora oggi, 30 anni dopo. 

Raccontano la vita nella provincia italiana, quella di tutti i giorni fatta di appuntamenti al bar con gli amici, domeniche di noia, tumulti sentimentali, sogni a occhi aperti e un po' di sfiga. I testi sono scritti in slang giovanile. Tutto questo piace ed è la chiave del loro successo travolgente. Tra i giovani che li ascoltavano negli anni 90 e le nuove generazioni esiste un filo conduttore, che non si è mai spezzato. È bello cantare queste canzoni oggi con lo stesso entusiasmo dei nostri genitori, che le cantavano quando avevano la nostra età. 

Vi garantisco che sarà piacevole guardare la nuova serie TV tutti insieme sul divano: giri in motorini in due senza casco, musicassette a nastro, telefono fisso a rotella...pronti per un simpatico tuffo negli anni 90? 

Grazie 883, siete mitici! 

 

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