Anni '80
Lettrice di tedesco
Kordula Findeis, un nome stranissimo per me, anche se studiavo il tedesco. Per i suoi numerosi figli, in tutto sei, era semplicemente “Spago”. Lei lasciava fare, sorrideva solo. Me la trovai davanti la prima volta nelle sale affrescate della nostra villa “scrostata” dei Conti Greppi di Monticello Brianza, piccola, fragile, ma con uno sguardo luminoso, profondamente buono, capace di penetrare nell’animo umano.
Le ho voluto bene da subito. Ed in effetti ne è nata un’amicizia intensissima, un mutuo aiuto, una serie infinita di lunghe conversazioni in cui mi comunicava le sue idee, i suoi ideali di un mondo migliore, fondamentalmente steineriano, ed io la stavo a sentire affascinata, io che avevo ancora tutto da costruire. Allora, nei lontani anni 80, non avevo una famiglia mia, una casa, un lavoro stabile, ero supplente per la prima volta.... Kordula fu in quel momento una maestra di vita, di coraggio, di resistenza. Lavoravamo benissimo insieme in classe: sapeva far cantare i ragazzi come nessuno e le storielle didattico-educative della DDR che conosceva benissimo dalla sua infanzia a Wittenberg, avevano un grande successo. E sì, perché quell’essere minuscolo dai passetti veloci, da ragazza era fuggita da sola dalla DDR, lasciandosi alle spalle la sua famiglia, ed era arrivata a piedi sino a Colonia, dove era stata ospitata in un convento. Si era ricongiunta con la sua famiglia solo anni dopo. Che cosa non si faceva allora per la libertà di pensiero, per non sottostare ad una dittatura che ti impediva di essere e dire quel che si voleva! Eppure, la vita non è stata molto generosa con lei, nonostante il suo eroismo. Tuttavia, lei aveva le sue idee, la sua forza, le sue verità e andava avanti. Non ha mai rinunciato a smettere di credere in un futuro migliore. Ho un suo ricordo preziosissimo: alcune sue pagine di diario scritte per me sulla sua infanzia e pubblicate in un libro per far conoscere la letteratura tedesca dal periodo hitleriano della sua infanzia agli anni Ottanta, prima della caduta del muro di Berlino; un libro scomodo che nessuna casa editrice voleva pubblicare perché parlava di un regime crudele, di guerra e guerra fredda, di quei mostri, insomma, che si erano chiusi nei cassetti e che si dovevano dimenticare. Rileggo queste pagine oggi: parlano di guerra, di paura, di tanta fame e sofferenza, di persone che scomparivano nel nulla solo perché erano ebree.... Rileggo e penso con grande dolore che tutto sta ritornando: cambiano gli attori, ma il dramma umano è lo stesso. Forse, Kordula, sei stata fortunata ad andartene proprio ora, pensando che, finalmente, il mondo avesse capito i tuoi appelli ad una fratellanza universale e che ogni cosa sarebbe andata bene. Ti sei addormentata serena. Riposa per sempre nell’illusione della pace. Ciao!
Gabriella Montali
Brava Gabriella, hai centrato in pieno la figura di Kordula . Per me è stato triste venire a sapere, in ritardo, della sua scomparsa e quindi non poterle dare un ultimo saluto.
giorgio motta
Kordula..la tenerissima Madrelingua che ci accompagnò nelle prime esperienze con il tedesco.. Gabriella, le tue parole mi colpiscono molto perché ai tempi (nel pieno degli anni '90) eravamo studenti in un'epoca "di transito" e nulla sapevamo della sua storia, né probabilmente, avevamo piena consapevolezza del momento storico che stavamo attraversando. Ma quegli occhietti blu... Casualmente la riincontrai dopo le scuole superiori in treno, un viaggio breve verso Milano in cui chiacchierammo della sua città in cui, da dopo la guerra, non era più tornata "E' tutto diverso ormai".. un viaggio che ho sempre tenuto nel cuore. E che in qualche modo mi doveva ritrovare. Grazie.