top of page
Immagine del redattoreIl Foglio di Villa Greppi

"Joker: Folie à Deux": era davvero necessario?

di Edoardo Gatti


(ATTENZIONE: contiene spoiler!)

Scena tratta dal film "Joker" del 2019

Solo cinque anni fa, Joker di Todd Phillips sconvolgeva Hollywood con un capolavoro di rara potenza emotiva. Questo perché Joaquin Phoenix era riuscito ad addentrarsi anima e corpo nella complessità del personaggio, in tutta la sua fragile follia, toccando il cuore e le coscienze di molti. Il personaggio di Arthur Fleck, mascherato di dolore, si faceva così carico della responsabilità di rappresentare la solitudine, di darle un volto, di descriverne gli effetti distruttivi che, in seguito, plasmeranno un clownesco mostro di spietatezza. Un film profondo, intenso, vero, a suo modo inarrivabile, fedele rappresentazione di una società affetta da indifferenza. Un film che, insomma, non aveva assolutamente bisogno di un seguito. Specialmente di un seguito come Joker: Folie à Deux.

 

Il secondo capitolo dedicato al villain dei fumetti ha, infatti, spiazzato tutti in negativo, infliggendo una delusione tremenda a pubblico e critica specializzata. Si trattava del lavoro cinematografico più atteso, praticamente inevitabile, considerato il successo della prima pellicola. Alla fine, però, non ha convinto nessuno e l’impressione generale è che verrà presto dimenticato.


La locandina del film "Joker: Folie à Deux" (2024)

Il secondo Joker non ha niente né da dirci né da darci: la storia ruota banalmente intorno ai fantasiosi deliri (allucinazioni, situazioni improbabili, pensieri aggressivi) del protagonista, Arthur Fleck, incarcerato in attesa del processo per pluriomicidio. Qui, nel manicomio “Arkham Asylum”, conosce Harleen, detta “Lee” (interpretata da Lady Gaga) e tra i due scoppia la folie à deux, “follia a due”, come annuncia il titolo del film, attraverso un continuo - e, alla lunga, stagnante - alternarsi di canzoni e relative interpretazioni da parte dei due attori. Lee e la sua visionaria liaison con Arthur sono centrali in ogni sequenza della pellicola. Lei racconta di essere stata internata per aver appiccato un incendio a casa dei suoi genitori, ma, in realtà, è figlia di un medico e studia psichiatria: ha scelto di farsi internare solo per conoscere l’uomo dietro al Joker. O, per meglio dire, il Joker stesso è tra i temi chiave della pellicola: Arthur, infatti, viaggia con la mente, si perde nel caos e nella alterata vastità della sua immaginazione, si ritrova in Lee, che ama e desidera, ma è complessivamente schiavo del suo alter ego, del pazzo criminale che vive nella sua alienazione, che ne disordina l’umore. La folla vuole Joker, la stessa Lee vuole Joker. Anche il processo che lo vede coinvolto verte intorno a questo dualismo tra persona e personaggio, tra realtà e sconsiderata imitazione di essa. Alla fine, seppur l’avvocatessa ne richieda l’infermità mentale per disturbo della personalità, lo stesso Arthur, profondamente influenzato dalle violenze subite in carcere, getta la spugna: nell’arringa finale (sceglierà infatti di autotutelarsi) prende piena coscienza di quello che ha fatto, negando l’interazione di un corpo estraneo nell’efferatezza dei suoi impulsi. È stato Arthur Fleck ad uccidere sei persone, non Joker.

Una scena tratta dal film "Joker: Folie à Deux" (2024)

Il film termina tra le macerie del tribunale di Gotham, che due fanatici travestiti da clown fanno saltare in aria per permettere la fuga di Fleck. Un ultimo incontro con Lee, delusa dal suo idolo, è il preludio di un finale inaspettato: Arthur, ritornato in carcere, viene accoltellato da un detenuto. Chissà, forse questo rappresenta la parola “fine” su un personaggio che ha unito e, parallelamente, diviso.


Una cosa, però, è certa: l’idea di trasformare un prodotto così elaborato in un musical impregnato di stucchevole superficialità (nei dialoghi e nella trama) non ha pagato. Esso, infatti, ha intaccato la consistenza del film, la solidità della regia di Phillips e, allo stesso tempo, la credibilità del Joker stesso. Perché distruggere un’opera maestra con un elementare spettacolo di varietà?

54 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page