di Gabriella Montali
Se fossi ancora lì con voi, cari ragazzi e ragazze, di fronte a quanto successo in questi giorni, e, che, purtroppo continua ad accadere, vi proporrei di leggere alcuni testi che indirettamente forniscono risposte ad atteggiamenti di violenza e sopruso così diffusi nella nostra società. In primis vi proporrei la lettura del giallo psicologico Jugend ohne Gott, in italiano Gioventù senza Dio, dove si parla della generazione che sta crescendo sotto il regime hitleriano, quella che la voce narrante, un professore di liceo, definisce la generazione dagli occhi di pesce (Fischaugen). E’ una storia in cui un ragazzo viene scelto e ucciso, senza che abbia alcuna colpa solo perché “serve” a un altro per un suo “esperimento”.
La cosa agghiacciante è che l’assassino, un ragazzo per bene, non nutre assolutamente sensi di colpa, il suo sguardo non tradisce una singola emozione. La mancanza di empatia totale lo caratterizza e fa di lui un mostro. Nessuna pietà, commiserazione per chi ha ucciso! Il libro è una aperta accusa all’educazione impartita sotto il regime, una gioventù che doveva imparare a sentirsi superiore agli altri, a disprezzare come “unwertes Leben” (vita indegna) l’altro.
Ebbene, nell’atteggiamento di tanti ragazzi di oggi nei confronti delle ragazze, ma anche di coloro che vengono visti come deboli e indifesi, colgo ancora i germi malati di questa educazione alla disuguaglianza unita a un egoismo smisurato in cui si vuole che tutto il mondo ci giri intorno e faccia ciò che vogliamo, come in un videogioco dove possiamo vincere e ottenere con un semplice click quello che vogliamo.
Gli altri visti come oggetto della nostra affermazione, gli altri come mezzo e non come fine.
Un simile atteggiamento non è solo profondamente disumano (unmenschlich), ma anche contro natura (naturwidrig) perchè si uccide per il possesso, ossia si spreca una vita. In natura, invece l’animale che uccide, lo fa perché non può fare diversamente (mors tua vita mea) e per i suoi piccoli. Nessuno uccide per niente, perchè tutto è finalizzato a un disegno di (inconsapevole) mutuo aiuto alla sopravvivenza.
In questo senso l’essere umano agisce contro natura quando agisce contro le leggi che dovrebbero tutelare l’armonia del tutto e il suo persistere nel tempo. La mancanza di riguardo nei confronti della vita umana, soprattutto di quella femminile, si potrebbe dire che segni il punto opposto di dove potrebbe situarsi nella scala di valori l’amore vero. Perché ovunque l’amore si riduca al mero possesso dell’altro che vien privato della sua libertà e schiavizzato per diventare oggetto, lì si genera il suo opposto, la sua negazione.
Quando abbiamo vissuto la pandemia, abbiamo visto per tre anni di che pasta è fatto il vero amore: sacrificio, cura dell’altro, gentilezza, rispetto di chi soffre, aiuto incondizionato, in altre parole: altruismo.
Se, nonostante questo insegnamento, nel momento di estremo pericolo, non siamo riusciti a gettare via la parte peggior di noi e ad essere grati a chi si è sacrificato per noi, se di fronte a una persona che vuole solo fare qualcosa di buono nella vita e rendersi utile e che sicuramente è ammirevole, proviamo un misto di invidia e gelosia e non siamo in grado di volerle bene proprio perché è diversa da noi, più coraggiosa e magari anche più intelligente di noi, allora cari ragazzi e ragazze, “c’è qualcosa di marcio” nel nostro modo di concepire il nostro stare con gli altri. Forse c’è qualcosa che non va nei valori che stiamo passando? Forse stiamo sbagliando tipo di educazione?
Non vorrei mai che si realizzasse nella nostra società quello che la scrittrice austriaca I. Bachmann in molti suoi racconti e nel romanzo Malina ha descritto come una costante della società, ossia l’incapacità dell’uomo moderno di amare incondizionatamente, come atto donativo totale. Vi invito a leggere per lo meno Undine dalla raccolta Il trentesimo anno: La ninfa dell’acqua accorre sempre al richiamo d’amore che gli viene dal mondo degli umani perché vivere senza amare non è vivere, ma sempre viene delusa e abbandonata perché all’innamoramento non segue mai l’amore vero ossia quel sentimento di condivisione totale dell’altro nel rispetto dei suoi desideri e della sua libertà di individuo. Undine, immagine dell’amore incondizionato e della poesia che scaturisce dall’amore, forse, avverte la ninfa acquatica, non tornerà più sulla terra...
Penso che la scuola, qualsiasi sia la disciplina, debba insegnare il rispetto, la collaborazione, la condivisione, un po’ come in una grande orchestra ogni strumento suona e contribuisce alla riuscita del tutto.
Umilmente insegniamo per favore che non la violenza e la sopraffazione sono le leggi che devono regolare il mondo, ma solo la gentilezza. Dimostriamolo ogni giorno con i gesti e con le parole, con l’interesse per chi ci sta di fianco e/o di fronte.
E che un giorno possano avverarsi le parole di John Lennon:
Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world
You may say I'm a dreamer
But I′m not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will live as one.
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