di Riccardo Porta
Se c'è un regista che non rischia di essere confuso al giorno d'oggi, quello è Wes Anderson. Il nome potrebbe non dirvi niente, ma se avete visto almeno uno dei suoi film, non potete esservi dimenticati del suo stile.
Wes Anderson è un regista americano classe 1969 e dal suo esordio nel 1994 si è imposto sulla scena per il suo stile unico di fare cinema: la particolare color correction utilizzata (cioè il modo in cui usa i colori nei suoi film) e le scenografie sono un tratto distintivo di quasi tutti i suoi film. Ma di che cosa si tratta in particolare?
I film di Anderson sono coloratissimi, con ogni scena caratterizzata da un colore principale molto acceso e da tutte le sue sfumature. A volte, persino un intero film è tutto impostato sullo stesso colore e sulle sue sfumature. Per esempio, nel suo ultimo film, uscito al cinema a settembre di quest'anno e chiamato "Asteroid City", vengono utilizzati un turchese e un giallo molto "pastello" e l'effetto che si viene a creare è quasi irreale.
L'altro tratto distintivo dei film del regista è la loro simmetricità: ogni inquadratura è infatti studiata per essere estremamente precisa geometricamente, con i personaggi che si trovano perfettamente al centro della scena, e senza accumulare troppi soggetti ed oggetti sui lati dello schermo. Anche in questo caso, il risultato ottenuto è quello di un equilibrio perfetto e molto poco realistico, ma anzi molto astratto e sognante. Come lui stesso ha ammesso "vuole parlare del mondo reale, ma trasportandolo in una dimensione onirica e assurda".
Wes Anderson ha all'attivo dodici film ed è già al lavoro sul prossimo, nonostante nel 2023 ne abbia fatti uscire ben due: il già citato Asteroid City e una serie di cortometraggi per Netflix basati su alcuni racconti di Roald Dahl (essi si chiamano "Henry Sugar", "Il cigno", "Il derattizzatore" e "Veleno")
Il più famoso della sua filmografia rimane però Grand Budapest Hotel, uscito nel 2014, che racconta le vicende di un concierge e di un lobby boy in un hotel di lusso in Est Europa. Il film, questa volta, passa da una scala di rossi accessi, ad una di rosa tenui, fino al viola.
Spesso Anderson viene criticato per il suo stile, o peggio ancora, per molti nelle sue opere vi è solo la forma, ma manca la sostanza, cioè una scrittura solida e un messaggio importante. Non sono del tutto d'accordo, perché ho sempre trovato che le storie di Anderson, per quanto semplici, siano molto interessanti. Nei suoi film si spazia da storie d'amore (come in Moonrise Kingdom) a racconti fantastici (come in Le straordinarie avventure acquatiche di Steve Zissou). Ha anche diretto due film animati, "Il fantastico Mr. Fox" e "L'isola dei cani" dimostrando le sue competenze anche in questo settore.
Il successo ottenuto da Anderson è ormai globale, tanto che sui social c’è la possibilità di applicare agli scatti fotografici alcuni filtri che tentano di riprodurre la sua fotografia, e vi è addirittura un sito in cui vengono pubblicate immagini da lui ispirate (accidentallywesanderson.com).
Personalmente trovo Wes Anderson un regista valido, che nonostante tutto ha sempre creato film di qualità. I suoi film, oltre ad avere le peculiarità visive descritte, hanno sempre al centro le persone e i loro comportamenti, e sembra voglia farci capire che le nostre vite possono essere assurde e fantastiche quasi quanto i luoghi dei suoi film.
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